A cinque mesi dalla sua entrata, Sayuri era diventata a tutti gli effetti uno degli elementi di spicco nella ciurma dei pirati di picche. La sua forza fisica e intellettuale erano paragonabili solo alla sua dolcezza d'animo, le avevano fatto guadagnare il rispetto dei suoi compagni,che le rivolgevano la parola con l'appellativo "sorella Yu-chan", la navigatrice. Non era un genio innato ma grazie alle conoscenze apprese dai documenti e da alcuni testi studiati quand'era piccola, era in grado quasi sempre di confermare se c'era un pericolo o meno.
Solo tre persone le davano del "tu" ed erano gli altri ufficiali più in vista: per primo il capitano Ace, con cui ormai aveva stretto una solida amicizia, il medico-cecchino Don, che le rimproverava spesso (ma mai con cattiveria) del suo essere troppo indulgente e infine da Bonz, il cugino minore di Don. Bonz era il cuoco di bordo e addetto all'artiglieria pesante, denominato per tale motivo cuoco cannoniere. Caratterialmente e fisicamente non assomigliava per nulla al cugino: era molto robusto, con la faccia gonfia, di un bel colorito rosso. Portava una larghissima maglia bianca che per via della grande mole sembrava lo stesse strangolando, lasciando così scoperta la pancia, lievemente trattenuta dall'inseparabile grembiule abbinato a dei pantaloni marroni. Come persona era bonaria, forse un tantino lento a capire le cose ma sicuramente un affidabile compagno di battaglia. Passava le giornate in cucina a sperimentare e creare nuovi sapori e pietanze oppure nell'armeria, a giocherellare con polvere da sparo e affini, sperando che la sua creatività potesse riversarsi anche in altro: quando si trovava lì, tutti si tenevano alla larga.
"Tutti a tavola!" il suo vocione rimbombava in ogni angolo della nave.
La cucina, suo indiscusso regno era grande e circolare, divisa in due parti: la prima ospitava il lungo tavolo dove la ciurma mangiava, la seconda invece era occupata dai fornelli, dalla dispensa e dalla sua stanza da letto, nascosta dietro una tenda rossa. Capitava che ogni tanto l'ispirazione lo cogliesse nel cuore della notte, così si alzava e si adoperava senza disturbare nessuno. Una cosa era certa: dopo aver assaggiato uno dei suoi piatti, si era capaci perfino di mangiare le pietre. Carne, alghe, alligatori, insetti...lui trovava sempre il modo di cucinarli e se la ciurma si trovava ancora nel mondo dei vivi e senza problemi di stomaco, voleva dire che se la cavava bene.
"Lucertole marine arrosto! Sayuri,assaggiale! Devi mettere un po' di carne su quelle ossa" esclamò euforico.
"Bonz, mettiti gli occhiali. Stai parlando con la scopa" gli disse DonPurtroppo, il suo unico difetto era proprio la vista: più cieco di due talpe messe insieme, si dimenticava sempre di mettersi gli occhiali, salvo quando doveva cucinare. Senza era perso e anche chi gli stava vicino se stava armeggiando con delle palle di cannone.
"Toh! E' vero!"
"Sei proprio irrecuperabile" sospirò l'altro "Come fai a dimenticartene sempre?"
"Non prendertela con lui, Don. E'solo un po' distratto, non c'è niente di male" lo difese la ragazza.Il medico-cecchino sbuffò sconsolato e continuò a mangiare.
Ace, lì vicino, era occupato con il suo enorme piatto colmo d'almeno trenta lucertole. Quando il proprio capitano possedeva uno stomaco profondo come un buco nero, tre erano le cose per fronteggiarlo: pazienza, ottima cucina e un enorme armadio stipato di provviste sotto le mani. Praticamente era come dover saziare due ciurme contemporaneamente ma quasi non ci si faceva caso se a tavola si rideva e scherzava. Sayuri era l'unica che si stupiva in continuazione nel vedere un solo essere umano mangiare così tanto e non riusciva mai a trattenere una risata, che si amplificava quando puntualmente il capitano crollava con la faccia nel piatto o cadeva all'indietro per via della narcolessia.
Era felice di stare lì. Lo era davvero e ogni giorno quella sensazione cresceva in lei,rigogliosa come una pinaticella ben accudita. Quella felicità..che mai avrebbe potuto pensare di raggiungere con qualcuno, adesso si stava materializzando.
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Giglio di picche
FanfictionIl mio sogno è trovare un sogno. Cercarlo significa vivere? Non lo so perchè io non so se ho il diritto di questa mia vita o di questo mio desiderio. Non so cosa sia un sogno ma lo desidero così tanto perchè forse può darmi la felicità che non ho. A...