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PRESLEY's POV


"Chi è quella? Dove l'hai rimorchiata, al parco giochi?" Urlò a squarciagola la biondina mentre incominciarono lentamente ad assalirmi i sensi di colpa, nonostante non avessi fatto niente di male. Restavo comunque consapevole del fatto che la mia permanenza nella casa del suo ragazzo l'avrebbe disturbata, ed era solo il primo giorno.

"Abbassa questa cazzo di voce o ti sentirà!" Sbottò lui mentre spalancai gli occhi dato che sembrò parecchio irritato. "Non devo dare di certo spiegazioni a te, chiaro?" Ribadì ammutolendola, anche se per poco.

"Ora fai anche il baby-sitter?"

"Ma a te che importa? Ora basta, Nikki!" La sgridò perdendo completamente le staffe. Non urlarono più ma in compenso sentii i loro passi in corridoio finché sbucarono nell'enorme sala. Non ebbi il coraggio di fiatare, sopratutto non dopo che notai la ragazza fissarmi in malo modo.

«Prendi il tuo cazzo di giubbotto e vattene!» Ringhiò il ragazzo lasciandoglielo tra le braccia e minacciandola con lo sguardo mentre mi sentii del tutto fuori luogo in quel momento.

«Non puoi cacciarmi così e poi sono a piedi, mi sono fatta dare un passaggio da Bowie. Riaccompagnami almeno a casa!»

Bowie?

Sentii il figlio di Chloe sbuffare prima di afferrare le chiavi della sua auto appoggiate su una piccola mensola alle sue spalle mentre diedi le mie ad entrambi e mi occupai di controllare che il dolce fosse cotto al punto giusto prima di spegnere il forno.

«Peps.» Mi chiamò catturando la mia attenzione.

«Ah, le hai messo pure il nomignolo!» Incalzò lei mentre lui la spinse fuori dalla porta nonostante stesse ancora borbottando qualcosa di incomprensibile.

«Zitta e cammina!» Ordinò incitandola ad entrare nella sua auto. La ragazza, Nikki, tra vari insulti ovattati dal rumore della pioggia fece come disse mentre lui ritornò a guardarmi. «Perché hai fatto entrare questa pazza?»

Non mi permisi di fiatare vedendolo uscire e seguirla.

«Guarda che ti ho sentito, stronzo!» Gridò Nikki da fuori mentre dopo un rombo fastidioso, non sentii più nulla. Preparai i piatti ed apparecchiai prima di far raffreddare i brownies che tagliai a cubetti. Era tutto pronto, non dovevo far altro che aspettare che lui ritornasse. Avevo fame ma non mi costava nulla aspettare una decina di minuti, così, mi andai a sedere sul divano ed accesi la tv per perdere tempo e ne persi abbastanza dato che mi addormentai.

«Hey, sveglia!»

Ero in uno stato di dormiveglia quando sentii qualcuno posare la sua mano sulla mia clavicola, prima di scuotermi lentamente e spaventarmi. D'istinto, come a volermi proteggere mi piegai in avanti alla velocità della luce dando una zuccata di quelle che difficilmente avrei dimenticato nella mia vita , a qualcosa di duro. A qualcuno in realtà.

«Ma porca putt-.....» si morse la lingua pur di non imprecare mentre entrambi posammo le mani sulle rispettive fronti addolorate.

«Che male!» Piagnucolai massaggiando la zona lesa. «Scusami..um...eh...» Come diamine si chiamava?

«Harry.» Rispose dopo una smorfia accompagnata da uno sbuffo. Era Harry Styles, almeno ora sapevo come si chiamava. «Certo che sei un disastro tu, eh? Dai, fa' vedere.»

In che senso "fa' vedere?"

Infilò le dita della sua mano gelida tra i ciuffi della mia frangia che spostò delicatamente all'insù per dare un'occhiata alla mia fronte mentre mi immobilizzai, dimenticandomi perfino come si respirasse ; aveva i capelli bagnati e qualche gocciolina scivolava via dalle punte, segno che fosse appena rientrato. Non avevo mai lasciato che nessun ragazzo mi toccasse così o mi stesse così vicino, ed invece a lui glielo stavo permettendo senza controbattere minimamente. Come se ne avessi la possibilità di farlo.

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora