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PRESLEY'S POV

Un buonissimo odore boschivo e seducente di bagnoschiuma si fece strada nella mia mente , mentre sentii le dita di Harry sfiorarmi la testa ed i capelli nello stesso punto dove poco dopo  ci appoggiò la sua bocca lasciandoci un'infinità di baci. Sorrisi e mi sgranchii voltandomi verso lui ancora con gli occhi chiusi e stanchi. Si era svegliato da un bel po' probabilmente, dato che era fresco e le sue labbra profumavano di dentifricio. Quando li riaprii mi lasciai cullare per un bel po' tra le sue braccia nude e la tenerezza racchiusa nei suoi sguardi mentre diedi un'occhiata più attenta ai suoi innumerevoli tatuaggi. Perfino quelli mi erano mancati. Afferrai la sua mano seguendo con il dito l'inchiostro della croce.

«L'ho fatto in ricordo di mio padre.»

«Ne voglio uno anche io, per il mio.» Risposi mentre mi diede un lungo bacio sulla fronte. «Me lo fai? Lo voglio qui, nello stesso posto in cui l'hai fatto tu.» Gli indicai la zona sulla sua mano mentre afferrò la mia faccia e mi diede un bacio come se stesse morendo dalla voglia di farlo, ignorando completamente la nostra conversazione.

«Non c'è sensazione più bella che svegliarsi e trovarti qui accanto. Era così anche prima?» Sussurrò baciandomi ovunque mentre annuii ripensando a quei giorni.

«Non c'è sensazione più piacevole che sentirsi al sicuro tra le tue braccia.» Sussurrai rubandogli un sorriso meraviglioso che tinse di allegria la mia giornata. Ed io che ero certa che avrei passato il compleanno più inutile e solo dell'intera storia dei compleanni. Invece, tutto ciò che bramavo si trovava lì accanto a me. Forse stavo sbagliando a lasciarmi andare così, correndo un'infinità di rischi dei quali avrei dovuto pagarne care le conseguenze ma il cuore è incontrollabile e spesso e volentieri fa un po' come gli pare, senza dare retta alla testa, convinto di sapere tutto. Il mio cuore aveva scelto di amare il suo ancor prima che io e lui ci rendessimo conto, e chi ero io per impedirglielo?

Per impedirmi di amarlo. Di volerlo nella mia vita più di ogni altra cosa al mondo, tra alti e bassi...sempre, per sempre.

Ci fissammo a lungo, senza sfiorarci e senza parlare, restando fermi a scambiarci emozioni e sensazioni tramite sguardi che si penetravano instancabilmente peggio di due amanti ossessionati da l'un l'altra.

«Ho una sorpresa per te.» Baciò la punta del mio naso mentre i miei occhi guizzarono ad ogni angolo della stanza con fare curioso.

«Ancora?»

Sorrise e mi diede un bacio a stampo prima di trascinarmi di peso fuori dal letto per poi coprirmi gli occhi con la sua mano, rendendo l'attesa di scoprire di cosa si trattasse, ancora più eccitante. Infilò, alle mie spalle, il suo viso nell'incavo del mio collo quando lo sentii spostare qualcosa simile ad una tenda. Probabilmente si trattava di quella del balcone che dava sulla città.

«Pronta?» Sussurrò baciandomi e mordicchiandomi la pelle del mio collo mentre ridacchiai annuendo, finché tolse via la sua mano ordinandomi di riaprirli. Restai letteralmente ammaliata nel vedere la città completamente sbiancata per via dell'eccessiva neve che era probabilmente scesa nelle prime ore del mattino, quasi a volermi fare una sorpresa per il mio compleanno.

Appiccicai le mani ed il naso sul vetro mentre lui rise alle mie spalle, divertito dal gesto. «Io adoro la neve!» I miei occhi sbrilluccicarono spostandosi da un lato all'altro di quel meraviglioso panorama finché mi una venne la brillante idea, anche se conoscendolo non avrebbe mai acconsentito. «Andiamo fuori a giocare con le palle di neve?»

«Perché andare fuori a giocare con delle palle di neve fredde, quando qui ne hai un paio calde con le quali puoi giocarci ogni volta che vorrai!» Mi fece l'occhiolino ritornando a sdraiarsi, ordinandomi di raggiungerlo nel letto mentre alzai gli occhi al cielo, anche se sorrisi. Ormai lo conoscevo bene e sapevo che lui era fatto così, anzi, non volevo neppure cambiarlo. Me lo volevo tenere così com'era. Sfacciato, arrogante e stronzo come pochi ...anche se nessuno sapeva che come pochi, avesse anche un cuore d'oro e ferite che non era riuscito a curarsi negli anni, nascondendosi dietro una corazza come un bambino che desiderava semplicemente essere capito e amato da qualcuno. «Che vuoi fare oggi, dato che Duval ti ha dato la giornata libera?»

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora