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HARRY's POV

La osservai attraverso la vetrata di camera mia ; si sdraiò su uno degli sdrai a lato della piscina e si coprì con un plaid che non ricordai neanche possedessi . Ma ciò che mi colpì fu il fatto che iniziò a sfogliare un libro che probabilmente aveva preso dalla libreria accanto al pianoforte. L'alchimista, di Paulo Coelho.

Scossi la testa quasi infastidito. La sua curiosità o la sua voglia di toccare tutto ciò che non fosse suo, mi stupiva sempre ma pentito di ciò che le dissi qualche ora prima, la lasciai fare. Volevo davvero che si sentisse a casa sua e non capivo mai il perché fossi così esagerato nei suoi confronti ; non mi andava mai bene niente e la riprendevo o mi arrabbiavo con lei anche per cose banali . Era il mio modo di tenerla lontano da me? Ero un rompi cazzo o era solo uno scudo il mio? Io la temevo. Avevo paura di ciò che Peps potesse farmi.

Andai a prepararle una cioccolata calda, almeno quella sapevo farla, e poi la raggiunsi in giardino sedendomi nello sdraio accanto al suo mentre finse di non essersi accorta di me.

«Ti ho preparato la cioccolata calda.» Ruppi il ghiaccio mentre mi fece ridere quando diede un'occhiata fugace alla tazza, con la coda dell'occhio.

«L'hai avvelenata?» Si leccò l'indice con fare teatrale prima di girare la pagina.

«Magari!»

«Ci hai sputato dentro?»

«Senti, me la bevo io se proprio non ti -.....» Non terminai neanche la frase che me la portò via dalle mani con un'agilità non umana.

Sorrisi soffermandomi a scrutarla dato che fosse così tenera che mi risultava impossibile non farlo.

«Grazie!» Borbottò mentre me lo feci ripetere nuovamente, fingendo di non averla udita.

«Quel libro è l'unica cosa che ho portato con me quando ho messo piede negli Stati Uniti, trattalo con cura o ti stacco le dita.» Ecco, bel modo di attaccare bottone. Delicato come sempre!

Catturai la sua attenzione, mentre le sue labbra sporche di cioccolata non sfuggirono alla mia . Se le leccò per bene seducendo inconsciamente le mie sfrenate e più nascoste voglie , tant'è che desiderai averlo fatto io, ma non con la stessa delicatezza che usò lei.

«Sembri Ned Flanders con quei baffi.» La derisi annientando i pensieri peccaminosi che assalirono la mia mente o in meno di tre secondi avrei avuto il cazzo in tiro.

Si pulì subito ,impacciata, leccandosi in seguito le dita mentre la mia bocca si schiuse con bramosia, di conseguenza al gesto...eh, che cazzo, pensai. Non era semplice riuscire ad ammaliarmi in quel modo e fino a tal punto, ma Peps , con la sua innocenza ci riusciva anche quando si trattava di cazzate simili.

«Che ci fai tu con un libro di questo calibro? Non sembri neanche un tipo che legge.» Rispose frantumando in mille pezzi il mio cuoricino, anche se probabilmente lo fece perché ci rimase male del fatto che la paragonai al personaggio più palloso de I Simpsons . «A meno che questo libro sia collegato a qualcosa o a qualcuno d'importante.»

«Mio padre.»

Mi guardò qualche secondo mentre non fiatai, sapendo che l'avrebbe spinta la sua eccessiva curiosità a domandarmi di lui.

«Ti va di raccontarmi di lui?» Chiese con un filo di voce mentre la guardai meravigliato, nonostante fosse un libro aperto per me e conoscessi in anticipo ogni sua mossa. Nessuno chiedeva mai di lui o del mio passato ; forse per timore di riaprire una vecchia ferita oppure per esitazione, non sapendo mai come avrei reagito, anche perché quando si trattava di lui, difficilmente trattenevo la rabbia. Con Peps, invece, mi riusciva semplice aprirmi e raccontarle della mia vita.

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora