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PRESLEY's POV

«Bel pigiama.»

«Grazie , e grazie per aver permesso a Freya di dormire qui.» Mormorai sincera, giocherellando con la busta delle salviettine struccanti, nonostante lei se la sarebbe vista con me il giorno seguente per quanto avesse bevuto.

«Non potevo lasciarla tornare a casa ubriaca fradicia.» Esclamò accendendosi una sigaretta mentre Santiago ritornò in salotto, sedendosi accanto a lei. Ebbene, sì, anche lui decise di auto invitarsi, così, dal nulla . «Ho promesso a Bowie che l'avrei tenuta d'occhio e se sua madre la dovesse vedere in questo stato, andrebbe su tutte le furie.»

Annuii prima di dare un'occhiata ad un Santi barcollante mentre Harry afferrò la scatola del gelato dal freezer per appoggiarla sul piano cucina . «Nemmeno lui sta messo bene.»

«Lui fa sempre così.» Mi rassicurò, alzandomi di peso e facendomi sedere sull'isola, e nell'attesa che lo struccassi, mi porse un cucchiaio di gelato alla nutella, aspettando che aprissi la bocca per avvolgere il metallo ed assaporare quella delizia. Lo feci, molto lentamente, mentre i suoi occhi si riempirono di lussuria quando le mie labbra scivolarono sulla superficie liscia e fredda una seconda volta, raccogliendo ogni residuo di gelato. Riempì nuovamente il cucchiaio, e lo infilò nella sua bocca, stavolta.

«Vieni qui.» Gli ordinai mentre udii Freya e Santi chiacchierare e ridere di qualcosa che parve incomprensibile. Presi una salvietta umida ed iniziai a pulire delicatamente la matita nera dai suoi occhi mentre li chiuse. «Dimmelo se ti faccio male!»

«Non mi fai male.» Disse, mentre desiderai ficcargli un dito nell'occhio affinché facesse meno il gradasso.

«Nikki non viene?» Domandai con nonchalance dato che avessimo lasciato il party molto prima di tutti gli altri. Riaprì le palpebre mentre passai sulla sua bocca dove sfregai leggermente più forte il fazzoletto umido, dato che il sangue finto si fosse seccato e non stesse venendo via.

«E per quale ragione dovrebbe?»

«Non lo so...» scrollai le spalle portandogli via il cucchiaio che infilai nella scatola del gelato «...l'ho chiesto tanto per.»

«Non l'hai chiesto tanto per....» Rispose guardandomi «....e no, non viene!»

«Che c'è?» Chiesi leccando la posata, anche se non di proposito. «Ne vuoi un po'?»

Scosse lentamente la testa, mantenendo gli occhi fermi sulla mia bocca. Appoggiò la sua mano sotto il mio mento, che girò di poco prima di avanzare.

«Sei sporca di gelato.» Sussurrò leccando e baciando l'angolo della mia bocca mentre schiusi automaticamente le labbra e cercai invano le sue, anche se me ne pentii subito, riprendendo in mano il controllo dei miei istinti ed allontanandomi da lui.

«Lascia, faccio da sola.» Mi pulii la bocca con le mie dita mentre sorrise, posando gli occhi alla sua sinistra, sopra il banco.

«Vedo che l'hai messa in acqua.» Tese la mascella riferendosi alla rosa che avevo riposto in un bicchiere affinché non appassisse dato che fosse così bella ed emanasse un'odore buonissimo, come se fosse stata appena raccolta. Spostò lo sguardo su di me, ancora, mostrandomi un segno di rammarico dettato forse dal suo eccessivo ed incomprensibile astio che nutriva verso il mio amico.

«Sì...» replicai mentre riempì velocemente due ciotole con del gelato, destinate a Santiago e Freya «...è bella. Perché farla appassire?»

Sospirò fissandomi per un po', per poi allontanarsi senza proferir parola. Raggiunsi anche io gli altri mentre vidi Santi tirare fuori dal pacchetto delle sigarette una un po' speciale, diversa dalle altre.

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora