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HARRY's POV

«Non manteniamo mai quella fottuta promessa, Peps.» Ansimai contro la sua bocca, sentendo il suo fiato sonoro solleticarmi le labbra inumidite dalla sua saliva ; quella bocca che rispose inconsapevolmente ai richiami della sua . Fingevo il contrario , eppure ero colui che desiderava baciarla, leccarla e sentirla mia più di chiunque altro al mondo. Non la meritavo, ma nemmeno Ethan.

«Non mi importa.» Mugolò accaldata. «Siamo due folli!»

Le sfiorai di proposito il capezzolo inturgidito, visibile attraverso il tessuto della maglietta mentre mi guardò con gli occhi estasiati della curiosità, fissando con quanta grazia le mie dita accarezzarono le sue piccole e delicate prorompenze. Respirò con molta fatica quando senza staccare nemmeno per un'istante i miei occhi dai suoi, posai la mia bocca bollente sul suo capezzolo, leccandoglielo con estrema dolcezza e facendola ansimare frenetica contro la mia fronte. Scivolai all'insù con la mano, accarezzandola doverosamente, finché la chiusi a morsa sul suo gracile collo. La sentii deglutire non appena strinsi un filo, privandola di fiato, e mollando quasi subito la presa non appena mi baciò di nuovo e con ardore.

Stuzzicava in mille maniere la mia mente ormai posseduta, sopraffatta da quel viso d'angelo. Dal suo corpo morbido e delicato, e dalla sua pelle candida, liscia e profumata di pulito. Di innocenza.

Spinto dagli irrefrenabili istinti, la assaporai con egoismo, possessivo e fuori controllo. Strinsi forte le sue natiche inducendola a gemere addolorata nella mia bocca, dandomi modo di andare più a fondo con la mia lingua lasciandola quasi senza fiato. Si resse infilando le dita tra i miei capelli, soprattutto quando scesi a leccarle spudoratamente il collo, sentendo il mio cazzo crescere ed eliminando poco a poco ogni spazio che mi divideva dalla sua intimità. Godei dei suoni dei suoi ansimi vogliosi quando assaggiavo i suoi punti più deboli , tenendola forte, tenendola ferma e pretendendo che anche lei godesse di me e me lo mostrasse in ogni forma ; tremando, gemendo, tirandomi i capelli, implorandomi.

Pensavo sarebbe stato un gioco da ragazzi con Peps, ed invece, la mia mente si offuscò facendomi dimenticare tutto ciò che avevo imparato sulle donne. Quelle labbra carnose, i lineamenti del suo viso o la sua gola umida della mia saliva mentre si incurvava all'indietro, erano diventate la mia ossessione. Il mio tormento. Il mio chiodo fisso.

Accarezzò il mio volto penetrandomi fino in fondo all'anima con quegli occhi grandi e scuri. Mi diede un leggero bacio, poi un altro ed un altro ancora non sazia ; senza lingua, e senza smettere di guardarmi. Era rossa in viso ma non era per via del pudore. Era eccitata di me. Stava giocando con la sua incolumità e lo sapeva bene. «Dimmi cosa vuoi che ti faccia.» Ringhiai mentre spostò il suo sguardo sulle mie labbra.

«Quello che vuoi.» Rispose con un filo di vergogna mentre scossi la testa non contento.

«Dettagli, Peps.» Esclamai sentendo le palle scoppiare sotto il calore della sua umida intimità. «Voglio che mi descrivi per bene quello che vuoi che io ti faccia!»

Ero convinto che non avrebbe risposto. Che stesse cedendo e che non avrebbe mai potuto reggere quell'intensità.

«Voglio...voglio...che mi tocchi.» Sussurrò spiazzandomi e lanciandomi in un vortice dal quale difficilmente sarei uscito intatto. Così piccola, così inesperta eppure teneva le redini della mia virilità come mai nessun'altra prima.

Portai le mie dita sulla sua bocca schiusa e gonfia, ed aspettai che le avvolgesse al suo interno, incitandola ad insalivarmele per bene. «Perché vuoi che ti tocchi, Peps?»

La stavo consumando e ne andai perfino fiero, data la sua innocente impertinenza. Chiuse gli occhi, evitando il contatto visivo mentre sfilai fuori dalla sua bocca le mie dita e scesi con la mano facendomi spazio tra i nostri corpi aderenti.

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora