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PRESLEY's POV

«Bevi, Presley, ti farà bene.» Mi scongiurò Harry per l'ennesima volta, avvicinandomi alla bocca la tazzina con del the caldo. Ci eravamo seduti al tavolo di un locale aperto ventiquattro ore su ventiquattro nei pressi dell'ospizio, a mangiare qualcosa. Accarezzò il mio viso, e poi infilò la sua mano sotto i miei capelli, massaggiandomi la zona tesa tra la nuca ed il collo.

«Come hai fatto a trovarmi?» Domandai ancora sbigottita. Era un sogno che lui fosse lì con me, nonostante non ne avesse motivo. «Perché hai speso così tanti soldi per venire fino a qui?» Mi ripulii gli occhi dalle lacrime, commossa dal suo bellissimo gesto.

«Per te.» Esclamò posando le sue labbra sulla mia fronte per poi scansarsi di nuovo, a guardarmi. «Quando sono tornato a casa e tu non c'eri mi sono chiesto dove fossi finita o perché non avessi avvisato. Poi però, ho notato la tua chiamata e ti ho richiamato, trovando il tuo telefono in cucina, sul bancone....» disse mentre mi sentii sollevata per non averlo perso «....quando ho visto che mancavano alcune cose dal tuo armadio sono impazzito e credevo te ne fossi andata.» Sorrise, prima di baciarmi sulla testa stavolta. «Poi però, ho pensato che non avresti mai lasciato il tuo Carillon e non avendo trovato i tuoi documenti nel cassetto, il primo pensiero è stato che fosse successo qualcosa a tua nonna.»

«E poi?»

Sorrise. «Non sapevo che fare, ho chiamato Freya e Ethan nel caso conoscessero il nome dell'ospizio, ma non avevano la minima idea ed io conosco solo il cognome di tua nonna. Ho cercato tutte le case di riposo di Lansing, e -...»

Sollevai le sopracciglia sbigottita. «Non dirmi che hai chiamato tutti gli ospizi?»

Annuì, mentre non esitai ed allacciai le mie braccia dietro il suo collo, annusandomelo e stringendomelo forte a me, ringraziandolo con quel gesto, non potendo farlo a parole.

«Mi hanno avvisato loro che fossi qui, così, ho preso solo il portafogli ed il passaporto e sono salito sul primo volo senza nemmeno cambiarmi.» Mormorò massaggiandomi le scapole tese e stanche, regalandomi così tanto sollievo tra il calore delle sue braccia, che chiusi gli occhi e me lo godei. Mi baciò il collo e la clavicola, lasciandosi andare a gesti che mai aveva fatto in pubblico, non sentendosi giudicato dalle poche persone presenti nel locale mentre io desiderai che quell'istante non terminasse mai, perché lui riusciva a guarirmi. Mi reggeva prima che crollassi. «Avrei voluto starti accanto ed accompagnarti, Peps!»

«Ora sei qui ed è quello che conta.» Mi scostai di poco e gli lasciai un lungo bacio sulla guancia. «Grazie...» trattenni a stento un singhiozzo «...non hai idea di quanto la tua presenza sia di valore per me, Harry. Ho desiderato così tanto che fossi qui con me, che ora che ti ho affianco mi sembra quasi un sogno.»

«Come sta la nonna?»

Tesi la mascella impedendo al mento di tremare. Poi, feci un lungo respiro, annientando quel fastidioso magone formatosi alla gola, e gli raccontai con calma tutto ciò che Liam mi disse. «Si nota che le sono rimasti pochi respiri di vita. Io la vedo, è solo che non riesco ad accettare di dover convivere con la sua assenza.» Morsi forte il labbro lasciando cadere libere quelle pesanti lacrime piene di strazio mentre lui resse forte la mia mano. «Non avrò più nessuno.»

«Avrai me.»

Scossi la testa scettica. Era bello ciò che mi stava dicendo ma le cose tra noi avrebbero potuto anche non funzionare e non mi sarebbe più rimasto niente. Letteralmente.

«Arriverà un giorno in cui anche tu sarai stanco di me o vorrai sistemarti altrove e ti creerai la tua famiglia, perciò, non esserne così certo.»

«Avrai me, Peps.» Ribadì sfiorando e mie gote per asciugarmele con cura. «Non ti lascerò mai la mano, e anche se dovessimo smettere di parlare...» fece una pausa mentre lessi angoscia nei suoi occhi, come se non gli piacesse affatto quell'idea «....mi occuperò sempre di te. Anche da lontano ed anche alle tue spalle, senza che tu nemmeno te ne accorga. Te lo giuro!»

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora