HARRY's POV
Erano da poco passate le venti e trenta quando decisi di farmi una doccia prima di uscire ad incontrare i ragazzi. Aprii l'acqua calda e lasciai che il getto potente levasse via dal mio corpo tutta la stanchezza e lo stress accumulati nei giorni precedenti. Mi ero davvero addormentato sulla spalla di Peps e quella ragazza era rimasta ferma in quella posizione per ben due ore pur di non svegliarmi; che tipo!
Indossai una semplice tuta della Nike e ritornai di là, trovandola sdraiata sul divano con il telefono in mano.
«Che vuoi che ti prepari per cena?» Chiese piegandosi in avanti non appena mi vide. Eppure, non c'era bisogno che mi facesse da serva o che si sentisse in obbligo di prepararmi tutto o di pulirmi casa.
«Cenerò fuori.» Avvisai mettendo il cappuccio della felpa in testa onde evitare che mi si bagnassero i capelli. «Non aspettarmi sveglia.»
Annuì, così, afferrai il portafogli, il telefono e le chiavi della macchina ed uscii. Io, Santi, Bowie e Jefferson ci eravamo dati appuntamento al solito posto, l'unico probabilmente aperto in tutta la contea ; il Rumba, ovvero, il ristorante dei genitori di Jefferson. I Kent erano davvero gente per bene e gran lavoratori ; avevano due figlie sposate che vivevano in Florida, un ranch ed un paio di ristoranti , uno qui ed uno a New York City che avevano messo su con tanti sacrifici e sudore della fronte. L'unica macchia nera in quella fedina pulita era loro figlio Jefferson, un coglione di prima categoria. Gestiva il ristorante del padre quando non era strafatto di hashish e non faceva altro che piagnucolare come una femminuccia ogni santa volta la sua ragazza, Brenda, lo lasciava. Giustamente, dato che lo beccava a fare il casca morto con altre. Raggiunsi il luogo con difficoltà , un po' per il traffico ed un po' per la vista limitata della strada a causa della pioggia. Spensi il motore ed entrai velocemente all'interno dell'edificio vuoto e silenzioso.
«Hermano!» Mormorò Santiago da lontano. Era assieme a Jorge. Jorge? Che diavolo ci faceva quel sacco di patate lì?
«Ciao, bello!» Salutai il mio migliore amico con una stretta di mano mentre il grassone allungò la sua che però ignorai facendolo alzare gli occhi al cielo. «Jefferson?» Domandai dando un'occhiata ai tavoli vuoti . Faceva uno strano effetto vedere quel posto che di solito era così affollato, vuoto.
«Stavamo aspettando solo te.» Replicò il ragazzo sudamericano dai capelli corti, quasi rasati. «Lui e Bowie si stanno dando da fare di là. Andiamo!»
Annuii prima di seguirli nella zona privé, quella appartata che veniva prenotata da persone di potere per necessità importanti come scambio di droga o soldi nel caso di politici o per incontri extraconiugali con escort più giovani delle loro figlie.
«È qui che tuo padre incontra quella puttana?» Scherzò Santi colpendo con un leggero pugno la spalla di Jorge che piagnucolò lamentandosi.
«Mio padre ama mia madre!»
«Tuo padre e tua madre non scopano dalla caduta del muro di Berlino.» Ribadì Santi facendomi sorridere ; probabilmente nemmeno lui sapeva in quale anno era caduto il muro di Berlino, ma dettagli.
«Che ci fa lui qui?» Domandai annoiato.
«Jefferson mi ha detto di venire a portare la roba.» Confessò tirando fuori dalla tasca un bel gruzzolo d'erba che sventolò fiero. « E quando ho scoperto che c'eri anche tu ho pensato che avresti portato anche quella tua nuova amica. So che sta da te perché quando sono andato al Village, Betty, la signora della reception mi ha detto che era andata via con uno psicopatico dall'accento inglese.»
Lanciai subito un'occhiata a Santiago sentendomi addosso il suo sguardo interessato.
«E allora? E poi, perché avrei dovuto portarla qui?» Finsi indifferenza sperando che quel discorso troncasse sul nascere e che nessuno domandasse più di lei.
STAI LEGGENDO
Agrodolce- H.S
RomanceErotico/Drammatico/Faida | [smut] A volte i fantasmi del passato riemergono in modo prepotente ed imprescindibile frantumando ogni equilibrio, ma la voglia di vendetta di Harry cede dinanzi ai primi sobbalzi del cuore ed alla passione fatale che nut...