PRESLEY's POVDato che avessi il pomeriggio libero accettai l'offerta di Freya, decidendo assieme a Ethan di andare a studiare da lei per gli esami che avrebbero conseguito in quei giorni. Mi preparai velocemente e lasciai la mia stanza ; camminando lungo il corridoio centrale, vidi la sua auto parcheggiata in giardino e mi bloccai sul posto. Dopo tre giorni, era la prima volta che probabilmente lo avrei incontrato, da quell'ultima sera. Sospirai facendomi coraggio, dirigendomi nella zona giorno.
Passava a prendere le sue cose mentre ero a lavoro ed al mio ritorno, trovavo sempre una scatola piena zeppa di dolci e caramelle gommose anche se tutto ciò che facevo fosse piangere, andare a lavoro, tornare e piangere. Nient'altro. In compenso, però, avevo ripreso a dipingere e probabilmente se ne era accorto anche lui dato che non appena misi piede in sala, notai tre tele nuove appoggiate sullo schienale del divano.
«Ciao.» Mi salutò. Era seduto sul mio sgabello e stava compilando qualche scartoffia, felice ma anche sorpreso di vedermi. «Pensavo non ci fossi.»
Lo guardai a lungo senza nessuna particolare espressione dipinta nel mio viso. Desideravo solamente fissarlo, in silenzio.
«Ho visto che hai ripreso a dipingere.» Mi sorrise indicando con la testa tutti i miei pennelli e colori sparpagliati in giardino. «È molto bello...» aggiunse riferendosi all'immagine raffigurata ; nemmeno io sapevo che diavolo fosse, in realtà, e lui la trovava bella «...te ne ho portate altre, così puoi-....»
Udii il clacson dell'auto di Ethan mentre lui smise di parlare. «Ci vediamo.»
Lo salutai uscendo, anche se in realtà desiderai lanciarmi a terra e gridare a squarciagola fino anche la mia testa sarebbe esplosa dal dolore. Si nascondeva da me, non veniva più nel suo locale e neppure a casa sua. Pensava che così facendo si sarebbe sistemato tutto? Beh, si sbagliava perché per quanto riguardava me, la situazione stava incominciando a diventare ridicola.
***
«Ethan, te l'ho spiegato almeno sei volte...» lo rimproverai priva di pazienza «... aumentando le dimensioni del sistema le predizioni della meccanica quantistica tendono ad essere uguali a quelle della meccanica classica . Questo è il principio di...?» Sospirai mentre mi guardò terrorizzato. «Co...»
«Co...?» Pronunciò mentre Freya scosse la testa.
«Ethan, ma non hai studiato niente?» Gli chiese.
«Corri...-»
«Corrispondenza!» Rispose esultando, come se avesse vinto i mondiali di calcio. «Scusate ragazze, ma se vi ho chiesto di aiutarmi è perché sono un asino!» Frignò disperato mentre i miei occhi si persero un po' ovunque, alla ricerca di qualcosa che tenesse la mia testa occupata, purché non comparisse...lui. «Vi ho portato delle cose da bere e sgranocchiare, ce le ho in macchina! Vedrete che mi farò perdonare.»
«Che aspetti? Valle a prendere!» Lo incitò Freya con l'acquolina in bocca, mentre il suo sorriso scomparve non appena mi diede un'occhiata. «Che cos'hai?»
La vidi, ma ero da tutt'altra parte, persa nel mio mondo. «Harry.»
«Strano. Che è successo?»
«Mi ha rivelato di essere pazzo....»
Scrollò le spalle . «Beh, ma questo già si sapeva...»
«....di me.»
Spalancò occhi e bocca, ghiacciando come una statua. «Quando?»
«Pochi giorni fa, ricordi quando eravamo da Ethan per il progetto di matematica?» La vidi annuire prima di riprendere a parlare. «C'è stata una festa a casa nostra quella sera, così, ho chiesto a Ethan di rimanere a farmi un po' compagnia e lui, Harry, è impazzito.» Sussurrai con cautela, onde evitare che Ethan piombasse lì ed ascoltasse tutto. «Ha cacciato via tutti ed ha iniziato ad accusarmi di essere andata a letto con Ethan!» Mimai il suo nome non pronunciandolo ad alta voce.
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Agrodolce- H.S
RomanceErotico/Drammatico/Faida | [smut] A volte i fantasmi del passato riemergono in modo prepotente ed imprescindibile frantumando ogni equilibrio, ma la voglia di vendetta di Harry cede dinanzi ai primi sobbalzi del cuore ed alla passione fatale che nut...