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PRESLEY's POV



Scesi dalla sua auto cercando nella tasca del mio giubbotto le chiavi di casa finché un'istante più tardi udii lo spegnimento del motore della Mustang. Sarebbe rimasto? Ormai la serata me l'aveva rovinata, perciò il suo compito era terminato con successo, che senso avrebbe avuto restare con me?

Aprii la porta e scappai via non curandomi se fosse entrato o meno. Raggiunsi camera mia e dopo essermi scusata con Ethan tramite un messaggio, mi spogliai del giubbotto e delle sneakers ed iniziai a sbottonarmi la gonna finché la lasciai cadere a terra.

«Peps.» Parlò aprendo la porta della mia stanza quando afferrai il tessuto di jeans dal pavimento.

«Evita le ramanzine, ho imparato la lezione. Ora vattene!» Gli ordinai lanciandoglielo contro finché spalancò la porta ed entrò quasi incredulo dal gesto inaspettato.

Rimase lì fermo come un'idiota con le mani in tasca mentre non mi importò che avessi solo il top corto addosso e gli slip, tanto non ci avrebbe fatto neanche caso a me ; primo, mi aveva vista completamente nuda e secondo a lui Nikki piaceva davvero ed io non potevo competere con lei.

«Perché sei ancora qui?» Gli chiesi girovagando confusa per quei cinque metri quadri in cerca del mio pigiama mentre lo udii ridacchiare, il che, mi mandò fuori di senno.

«Perché hai un gran bel culo.»

Spalancai la bocca vedendolo ridere. «Sei un maleducato!»

«Lo so.» Mi assecondò. «Ciò non toglie il fatto che tu abbia un bel culo.»

Feci una smorfia disgustata ignorando la sua affermazione.

«Perché non mi hai detto che saresti venuta?»

«Me lo avresti permesso?»

«No.»

«Ecco perché!» Scrollai le spalle. «Per una sola volta volevo divertirmi anche io come ti stavi divertendo tu con la tua Nikki....» ed ecco che commisi il primo errore, mostrandogli quanto in realtà fossi gelosa, così tentai di rimediare «....non ti stavo guardando, che sia chiaro! É capitato. Ero al bancone e vi ho accidentalmente intravisti così, di sfuggita...» gesticolai sperando non si facesse strane idee mentre sorrise compiaciuto non credendo ad una sola parola «....mentre le ficcavi la lingua in gola.»

Si inumidì le labbra sbottonandosi la camicia prima di levarsela , lanciandola ai piedi del mio letto, mentre arrossii e subito distolsi lo sguardo dalla sua sagoma.

«Percepisco la tua gelosia fin qui.» Mormorò avanzando lentamente nella mia direzione. «Sei gelosa!»

«No!» Ringhiai appoggiando le mie mani sul suo petto, provando a fermarlo, ma gli bastò una semplice mossa per imprigionarmi. Sussultai quando strinse le mie spalle contro il suo petto nudo e bollente, intrappolandomi le mani sopra il mio.

«Peps.» Sospirò al mio orecchio come una minaccia mentre mi dimenai inutilmente guardandolo attraverso il riflesso sullo specchio del comò.

«Lasciami!»

«Fa' la brava.» Quasi consigliò a voce bassa scandendo bene le parole ed incoraggiandomi ad avanzare lentamente in avanti di un paio di passi nel frattempo che le sue labbra assunsero la forma di un ghigno.

«Altrimenti?» Chiesi con ingenuità. Mi diedi un'occhiata fugace rendendomi conto che il mio top fosse sceso, scoprendomi il reggiseno. Mi scostò i capelli appoggiandomeli sulla spalla sinistra, assicurandosi di aver sfiorato la pelle della mia schiena che al suo tocco si incurvò. Lasciò libere le mie mani prima di posare entrambe le sue sul mobile bianco, ai lati dei miei fianchi e senza staccarmi gli occhi di dosso stavolta, osservando ogni mia minima reazione.

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora