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PRESLEY's POV


Non sembrava vero ma era già trascorsa una settimana dal mio arrivo a Long Island. L'aiuto costante da parte di Ethan e Cooper fece sì che il lavoro andasse alla grande e senza alcun tipo di problema. Non vidi più Nikki in quei giorni e nemmeno Styles si preoccupava di rimanere durante il pomeriggio ; mi scarrozzava a lavoro e veniva a prendermi quando finivo per poi uscire con i suoi amici , rimanendo tutta la notte fuori e rientrando alle prime luci del mattino. Fatto stava che avevamo scambiato sì e no solo un paio di battute durante quei giorni e la cosa non mi andava a genio, facendomi sentire solo un peso di cui lui doveva occuparsi.

Jorge passò ogni giorno a salutarmi non appena scoprì che avessi iniziato a lavorare lì ed anche gli amici di Harry vennero un paio di volte a prendersi una birra. Nonostante non avessimo avuto modo di parlare tanto, confermai il mio pensiero su Bowie ; era davvero una brava persona. Lo erano anche Jefferson e Santiago, ma loro si avvicinavano di più allo stile farfallone di Styles. Cooper e Bowie non avevano eguali.

La scoperta più bella fu Ethan. Incominciai ad affezionarmi tanto a lui a furia di passarci sette ore al giorno , anche se non mi dispiaceva affatto, soprattutto perché mi divertivo tanto in sua compagnia e tra le risate, nemmeno la stanchezza si faceva sentire.

«Io ho finito.» Sbuffai sfinita spaparanzandomi sul bancone tra le risate di Cooper. «Domani?»

«Credo che per domani Harry ti abbia dato il giorno libero.» Rispose mentre mi chiesi il perché dato che nel fine settimana serviva molto più personale del solito.

«Ci sarà un party qui stasera.» Sbucò Ethan dal nulla. «Vieni?»

«Ethan!» Lo rimproverò Cooper come a volergli ricordare che fossi minorenne. «Non può e lo sai bene.»

«Ma dai, sappiamo bene che ci sono anche minorenni durante il weekend, nessuno ne ha mai fatto un dramma. Basta che non beva, no?» Sorrise mentre diedi un'occhiata al barista facendogli gli occhioni dolci. Sorrise, scuotendo nuovamente il capo, incominciando a pulire dei bicchieri che appoggiò con cura ed ordine nella mensola alle sue spalle mentre mi chiesi dove fosse quell'idiota che mi avrebbe dovuta riportare a casa.

«Vuoi che ti accompagni a casa, Peps?» Si offrì gentilmente il mio amico dato che dell'inglesino non c'era nemmeno l'ombra.

«Magari!» Replicai. «Però non ho le chiavi di casa.»

Annuì scrivendo qualcosa su un tovagliolo. «Questo é il mio numero di telefono. Ci mettiamo d'accordo per stasera, va bene?»

«Non dirmi che verrai!» Farfugliò un Jorge euforico sbucando alle nostre spalle facendomi prendere un colpo. «Sarebbe grandioso!»

«Vero!» Lo assecondò Ethan. «Ci divertiremo, ne sono certo. Passiamo a prenderti noi.»

Annuii. «Ci penserò, grazie.»

Udimmo il clacson di una auto provenire da fuori. «Riconoscerei il rombo ed il clacson di quella Mustang ad occhi chiusi.» Esordì Cooper facendomi un segno di testa. «Harry é qui, vai!»

Li salutai e corsi verso la macchina del ragazzo. Indossava gli occhiali da sole e tra le labbra reggeva la solita sigaretta. «Ciao.» Mormorai allacciando la cintura di sicurezza.

«Quanti bicchieri hai rotto oggi?» Chiese senza degnarmi nemmeno di una minuscola occhiata, e pensare che i primi tre giorni fossimo così appiccicati l'un l'altra. 

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora