PRESLEY'S POVStrofinai gli occhi stanchi ed arrossati nell'attesa che Santiago mi raggiungesse in stanza con quegli orribili caffè e dell'acqua, che avrebbe comprato alle macchinette del reparto. Ero esausta, con la schiena distrutta, il torcicollo e le braccia e le gambe indolenzite perché avevo dormito ovunque ; sull'unica poltroncina, la panca fuori dalla stanza, sul pavimento, seduta contro il muro....ovunque, ma non potevo non trovarmi affianco a lui al suo risveglio.
«Hey, Detroit...» mi voltai a guardare il messicano che mi raggiunse e mi passò il bicchierino di plastica e la bottiglietta «...ecco.»
«Grazie!» Sorseggiai subito dell'acqua placando la mia sete, ed infine girai il bastoncino all'interno del bicchiere di caffè, sciogliendo lo zucchero.
«Ancora niente? Sembra si sia mosso un po'!» Scherzò ironico, indicando l'amico, mentre dovetti per forza di cose sorridere. Perfino la faccia mi fece male quando i muscoli si mossero. «Forza, Styles...» esclamò tentando di tirarmi su di morale riuscendo perfino nell'intento «...dobbiamo aspettare ancora molto? Datti una mossa che il campionato di Fifa della Play Station incomincerà a giorni.»
Ma che diavolo...?
Si guardò l'orologio da polso prima di raggiungere il lato del letto di fronte a me. Sospirò diventando serio e restando a guardarlo, appoggiò la sua mano sull'avambraccio dell'amico. «Non l'avrei mai detto ma mi manca la sua voce.» Aggiunse non spostando gli occhi dall'amico. «Mi manca berci una birra assieme, sentirlo ridere...» mi guardò, stavolta mentre deglutii «...se gli dovesse capitare qualcosa io non so che farei. Impazzirei, probabilmente.» Si sforzò di abbozzare un sorriso lieve che si dissolse subito. «Che ti ha detto il dottore stamane?»
«Non molto, tranne che già da ieri gli hanno ridotto la somministrazione dei farmaci. Sono passati spesso a controllarlo e mi hanno detto che stesse bene e perciò hanno avviato il graduale processo del risveglio.» Lo informai spiegandogli anche come sarebbe avvenuto. «Anche se fino ad ora ancora, nulla.»
«Beh, è normale, no?» Chiese. «Bisogna avere un po' di pazienza. Tu, piuttosto...» mi fece un cenno di testa «...sembri sfinita! Non è meglio se ti riporto a casa almeno -...»
«No!» Scossi fermamente la testa. «Sto bene, e voglio rimanere qui con lui. Voglio esserci al suo risveglio!»
Non fiatò, ma si limitò ad annuire notando quanto fossi insistente, finché si posizionò al mio fianco quando un'infermiera entrò nella stanza per cambiare la flebo di Harry.
«Hai detto che il tuo numero di telefono era tra gli ultimi nel suo registro chiamate.» Sussurrai al ragazzo. Anche il mio lo era, ma sicuramente meno recente di quello del messicano, il che stava a dire che probabilmente ci stava parlando in macchina, al ritorno. Lo vidi annuire.
«Ero al telefono con lui quando stava nei pressi di Shirley .»
«Shirley?» Aggrottai la fronte.
«Dista circa una cinquantina di chilometri da qui.» Parlò a voce bassa affinché non disturbassimo quella gentile signora che di tanto in tanto ci sorrise, dicendoci anche di non preoccuparci e che Harry stesse bene e si sarebbe ripreso in fretta.
«Tra poco verrà a controllarlo il medico di turno.» Ci riferì prima di andarsene.
«Grazie.» Esclamai vedendola uscire, per poi voltarmi da Santiago. «E Harry ti è sembrato teso o preoccupato? Afflitto da qualcosa? Di che stavate parlando?»
Deglutì, ma non replicò, come se sapesse qualcosa che però non voleva dirmi finché fu salvato in tempo dal medico. Ignorò perfino le mie lunghe occhiate inquisitorie il che mi fece insospettire maggiormente . Che lui sapesse qualcosa era sicuro, ma perché non dirmelo?

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Agrodolce- H.S
RomanceErotico/Drammatico/Faida | [smut] A volte i fantasmi del passato riemergono in modo prepotente ed imprescindibile frantumando ogni equilibrio, ma la voglia di vendetta di Harry cede dinanzi ai primi sobbalzi del cuore ed alla passione fatale che nut...