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PRESLEY's POV

«Hey.» Mormorai alle spalle di Santi, intento a fumarsi una sigaretta nel balcone della stanza.

Mi sorrise. «Detroit....Harry?»

«Sotto la doccia.» Replicai. «Tu come stai?»

«Male ma sollevato, in parte.» Disse mentre aggrottai la fronte sperando che continuasse a parlarmene. «Male perché ho ferito Freya ed i miei migliori amici. Sollevato, invece, perché Freya non mi odia ed ho chiarito con Harry, almeno. Bisogna sempre guardare anche le cose positive, no?»

«E Bowie?»

Ghignò, scuotendo la testa. «Bowie mi detesterà a vita, lo so per certo.» Sospirò afflitto e mi fece un po' di tenerezza. Santiago non stava passando un periodo molto buono, ultimamente, così, mi avvicinai di poco alla sua sagoma e gli posai tra le scapole il mio braccio, accarezzandogliele dolcemente e sorridendogli in modo amichevole.

«Forse ci vorrà un po' di tempo affinché tutto torni come prima, ma vedrai che andrà tutto bene.» Lo consolai convinta al cento per cento. «Quello che è successo, ormai è acqua passata, perciò non sentirti più male per quella faccenda.»

Mi guardò a lungo, anche se i suoi occhi parvero si fossero persi. «Hai ragione, Peps, grazie.» Abbozzò un leggero sorriso e poi voltò il capo, per ammirare la vista su gran parte del paese illuminato ed il bosco accanto.

«Presley.»

Mi voltai, trovando Harry alle nostre spalle e a petto nudo. Lanciò un'occhiata al suo amico senza dirgli niente, poi, tornò a guardare me.

«È meglio se riposi un po'.» Mi fece un cenno di testa affinché rientrassi in stanza. Lo feci e mi coricai sul letto, assieme a lui mentre Santi disse che sarebbe sceso a comprare le sigaretta e a bere qualcosa al bar, anche se suonò più come una scusa per lasciarci da soli.

«Perché non ti sei asciugato bene i capelli?» Chiesi spostandoglieli via dal viso mentre chiuse gli occhi e mi tirò verso di sé. «Ti ammalerai.»

«Non mi ammalerò.» Disse. «Che vi siete detti tu e lui?»

Non fiatai, facendo sì che riaprisse le palpebre. Era davvero geloso perché stavo parlando con Santiago?
Sorrisi, lasciandolo un po' sulle corde, finché mi solleticò. «No, basta!» Sghignazzai urlando, priva di fiato. «Harry...!»

Rise anche lui, poi si fermò a fissarmi. Prima gli occhi, poi la bocca. «C'è la festa di beneficenza tra una decina di giorni...» mormorò mentre mi ricordai all'istante del vestito e delle scarpe che mi comprò quando festeggiai il mio primo mese di lavoro «...e tu verrai con me.»

Feci una smorfia buffa incurvando le labbra che si affrettò a sfiorare con le sue dita. «Spero di entrarci ancora in quell'abito.» Arrossii. «Credo di aver preso qualche chilo.»

«Ne compreremo un altro più bello, allora.» Sussurrò ed il suo alito caldo picchiettò sul mio volto. «Stai bene così, non dimagrire.» Morse il suo labbro inferiore dove puntai gli occhi senza rendermene conto mentre scese giù lungo la mia schiena con la sua mano e strinse la mia natica, facendomi ritornare in me.

Schiusi la bocca ma non lasciai sfuggire nemmeno il
minimo suono. «Vuoi..baciarmi?»

Che??

Trattenne un ghigno mentre arrossii maledicendomi mentalmente. «No, tu?»

«Eh? ...No, io..no» Gesticolai sdraiandomi sulla schiena, imbarazzata. Ma come mi era venuto in mente di chiedergli una cosa simile, pensai, ammirando il soffitto bianco illuminato dalla lampada accesa posta sul comodino accanto alla porta d'entrata. «Stavo scherzando.» Aggiunsi, come se avesse senso oppure lui fosse scemo. Pensai che fosse meglio non fiatare più, dato che ne combinavo sempre una dopo l'altra.

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora