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PRESLEY'S POV

«Hai già cenato?» Domandò alle mie spalle mentre chiusi a chiave il locale.

«No.»

«Ci sediamo a mangiare da qualche parte?»

Aggrottai la fronte. Aveva intenzione di restare? E perché?  Mi voltai a guardarlo in malo modo. Doveva  solo andarsene e lasciarmi in pace. E basta!
«Io e te non faremo proprio un bel niente.» Replicai incamminandomi verso casa seguita ovviamente da lui.
Ovviamente.
Come se non lo conoscessi affatto.
«Anzi, io andrò a casa mia e tu vai dove ti pare!»

«Va bene.» Replicò continuando a seguirmi per una buona dozzina di metri finché pensai si stesse prendendo gioco di me. Mi impuntai all'improvviso, anche se non fu un'idea geniale, dato che mi sbatté contro la schiena facendomi pure male.

Idiota!

«Mi stai seguendo?»

«Sì...» mormorò «...hai detto di andare dove mi pare o sbaglio?»

Sospirai infastidita dai suoi modi. Se pensava che mi stessi divertendo, beh, si sbagliava di grosso.   «Senti, vuoi una bella denuncia per stalking? Non mi provocare , ti avverto!» Minacciai andandogli faccia a faccia mentre non fiatò ed ovviamente le mie parole non lo intimidirono in alcun modo, anzi, fissò sfacciato la mia bocca leccandosi la sua. Mi incamminai nuovamente e a passo più veloce, cosa che fece anche lui mandandomi su tutte le furie.

«Vieni, ti accompagno io in caserma se vuoi. Tanto alla lista delle denunce mi manca solo quella per stalking!» Soffocò una risata mentre alzai gli occhi al cielo non dandogli più attenzioni, finché riconobbi la sua auto, parcheggiata proprio sotto il palazzo dove vivevo e rallentai domandandomi di nuovo, come diamine avesse fatto a trovarmi? Sì...tutti quanti erano al corrente che vivessi a Detroit, ma nessuno di loro aveva informazioni precise sul mio domicilio o in quale distretto abitavo. Nessuno tranne lui, anche se mi fu difficile da credere dato che non si ricordava niente.  Mi affiancò proprio quando infilai la mano nella borsa per cercare le chiavi di casa, non riuscendo proprio a capire come fosse giunto a me. Avevo parlato sia con Freya che con Santi quella mattina e nessuno dei due mi aveva accennato niente a riguardo.

«Mi hai fatto pedinare?»
Era l'unica opzione plausibile, altrimenti, come aveva fatto a trovarmi così facilmente in una città di settecentomila abitanti. E poi, perché aveva guidato fin lì? Boh.

Sollevò divertito un sopracciglio, mentre attraversammo la strada. «Pedinare? ...No!» Replicò non appena infilai la chiave nella serratura del portone del condominio.

«E come avresti fatto a trovarmi?» Chiesi non credendo affatto alle sue parole. «Nessuno sa dove vivo, neppure Freya o Santi!»

«Io ci sono già stato qui!»

Mi voltai di scatto a guardarlo mentre lui ricambiò subito, nonostante i suoi occhi fossero da tutt'altra parte, come se stesse dando un'occhiata più dettagliata al luogo. «Quando?» Gli chiesi provocandolo, anche se sapevo bene che fosse il giorno in cui morì la nonna.

Scrollò le spalle e scosse la testa. «Non ne ho idea, ma so che conosco questo posto.»

«E come hai fatto a trovarmi al bar?»

«Ho chiesto qui in giro.» Indicò il negozio della signora Peggie alle sue spalle, dall'altra parte della strada. Era l'unica alla quale avevo raccontato che avessi trovato lavoro lì vicino come cameriera, dato che la nonna e lei fossero parecchio amiche.

«Bene...» entrai nel portone «...addio!» Tentai di chiuderglielo in faccia mentre bloccò la porta, ed infilò il suo piede dentro la fessura.

«Whoa , hey...frena un attimo!» La riaprì nonostante stessi usando tutta la mia forza per spingerla. «Mi butti fuori così? E dove diavolo vado a dormire? In macchina, come un senzatetto?»

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora