80

2.9K 116 12
                                    




PRESLEY'S POV

«Peps!» Vidi Freya e Ethan corrermi incontro. La ragazza non appena notò Santi alle mie spalle, si sentì a disagio ma ciononostante lo salutò come sempre, senza dare nell'occhio. Mi abbracciò forte e a lungo, finché anche Ethan ci avvolse nelle sue braccia, quasi a volermi consolare mostrandomi il suo più totale sostegno. «Lui dov'è?»

Una volta sciolti glielo indicai attraverso la vetrata della palestra dell'ospedale, occupato a svolgere qualche esercizio con il fisioterapista, per recuperare al massimo il tono muscolare indebolito.

«Davvero non si ricorda niente?» Chiese Ethan sbigottito.

«Non è che non si ricorda nulla.» Rispose Santiago nonostante non lo avesse interpellato nessuno. «Non si ricorda solo di determinati oggetti, o luoghi...» deglutì spostando i suoi occhi neri su di me «...e non si ricorda di te.»

Sospirai sonoramente, al limite della sofferenza. Dopo giorni interi passati lì, la notte precedente la trascorsi da sola a casa, anche se non riuscii a chiudere occhio. Mi feci un lungo bagno e piansi e basta, raggomitolata nel letto . Quella mattina corsi in ospedale dalle sette ma non entrai nella sua stanza nemmeno una volta, preferendo rimanere in corridoio finché il messicano mi raggiunse. Harry, invece, non si accorse o domandò mai di me anche se i due ebbero modo di parlare a lungo e chiusi in stanza da soli. Morii dalla voglia di scoprire che cosa si fossero detti, ma non mi intromisi.

«I medici dicono che in casi come questi, dopo un trauma cranico simile, può succedere di avere dei vuoti di memoria di settimane o addirittura mesi.» Aggiunse informando i miei amici. «Ma è temporaneo e presto si ricorderà tutto quanto, perciò, non demordere....Detroit!» Fu palesemente riferita a me quella frase.

«Ed esiste la più piccola possibilità che sia permanente e non temporale?» Freya aggrottò la fronte intrecciando le sue dita con le mie mentre mi sentii male non avendo considerato affatto quell'opzione. Spostai velocemente gli occhi lucidi sul ragazzo messicano che annuì.

«Raramente succede, ma purtroppo esiste. Senti, Peps...» si leccò le labbra «...sono certo che questo non è il suo caso, va bene?»

«Già, anche io la penso come lui.» Lo assecondò Ethan dispiaciuto di vedermi così avvilita.

Mi sedetti sulla panca, seguita da Freya che tentò in ogni modo di starmi accanto e di consolarmi mentre i due si misero a chiacchierare, guardando Harry alle prese con gli esercizi. «Sono angosciata e mi sembra che nessuno riesca a capire cosa provo.» Lei era l'unica che sapeva della mia relazione con Harry, anche se non tutto e non nei minimi dettagli. Forse anche Santi sospettava qualcosa, ma Harry non gli aveva mai detto niente di concreto se non che tra me e lui ci fosse un sentimento.

«Vedrai che andrà tutto bene.» Mi accarezzò il viso delicatamente, bloccando sul nascere le mie lacrime mentre respirai a fondo nel tentativo di placare la mia ansia affinché non si tramutasse in un attacco. «È impossibile non ricordarsi di te, Peps! Tu sei strabiliante e basta solo starti accanto per capirlo.» Sussurrò baciandomi sulla testa mentre chiusi gli occhi e mi lasciai cullare, provando del sollievo dopo così tanti giorni di agonia.

«E se non dovesse accadere?» Mormorai a fatica, tra qualche affanno che mi smorzò le parole. «Lui si ricordava di Nikki...» le sue labbra si piegarono all'ingiù «...si ricordava di lei o Brenda e non di me.»

«Non è che non si ricorda di te come persona. Lui ha semplicemente dimenticato un determinato lasso di tempo.» Disse riferendosi al fatto che dalla sua memoria si fossero cancellati gli ultimi tre mesi o forse poco più.  «Tu non devi far altro che stargli accanto, avere pazienza e rifare con lui tutto ciò che avete sempre fatto. Solo così il suo cervello incomincerà a ricordare.»

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora