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PRESLEY's POV

«Posso bere dell'acqua?»

«Ma certo. Ci metto un secondo a controllare la merce arrivata e torno subito da te.» Disse Harry mentre andai dietro il bancone a versarmi un po' d'acqua in un bicchiere. Sorseggiai dando un'occhiata a quel posto, che vuoto, parve molto più grande del solito. Mi raggiunse e si sedette su uno sgabello, dinanzi a me, restando fermo a guardami per poi sorridere, mettendomi in imbarazzo.

«Che c'è?» Domandai dando un'occhiata al mio outfit dato che avremmo cenato a casa di Cooper quella sera. Avevo insistito tanto nell'offrire loro una bella cena al Bostwick's on the Harbor, uno dei migliori ristoranti degli Hamptons, ma Cooper mi convinse ad andare a casa sua dato che, con la bambina piccola, sarebbe stato più comodo . «Forse non mi sono vestita bene?»

Scosse la testa. «No, affatto. Volevo solo guardarti.»

Annuii contenta. Ci tenevo a fare una bella figura con Summer.

«Stai bene dietro al bancone.» Mormorò mentre mi pavoneggiai fingendo di servirgli un drink. «Però....» divenne serio «....staresti meglio sopra il bancone, con le gambe aperte, i polpastrelli appoggiati sulle mie spalle, mentre io...ti divoro.»

Non osai fiatare.
In realtà, dimenticai perfino di respirare soprattutto quando una vampata di fuoco pervase il mio petto.

«Bevi un po' d'acqua.» Ghignò. «Un'altra volta.»

«Ehm...ecco...» balbettai grattandomi la testa e facendolo ridere «..ma perché hai dovuto chiudere il locale stasera?»

«Perché era l'unico modo per cenare con Cooper.» Rispose alzandosi ed ordinandomi di seguirlo. «Mi sono inventato una balla e gli ho detto di rimanere a casa. Lui ama lavorare qui ed anche se gli avessi dato un giorno libero, non avrebbe mai accettato.»

Uscimmo dalla porta principale ed entrammo in macchina per dirigerci verso la casa del nostro amico. Ero eccitata all'idea di conoscere sua moglie Summer e la loro piccola Kayla, alla quale avevo comprato dei dolci ed un peluche enorme, costringendo Harry a passare l'intera giornata nei negozi per bambini. Erano trascorsi tre giorni dalla lite tra lui e Ethan ; il ragazzo non si presentò mai a lavoro da quella notte e neppure si degnò di rispondere alle mie chiamate o agli innumerevoli messaggi che gli lasciai in segreteria.
Freya mi disse che non l'avesse visto nemmeno a scuola e la cosa incominciò a turbarmi.
Con Harry, invece, dopo l'avventura in macchina, non successe più niente. Santi e Jefe erano costantemente a casa nostra la sera per giocare alla play station mentre io , con il lavoro raddoppiato per l'assenza di Ethan mi stancavo più del dovuto ed andavo a dormire presto, per poi svegliarmi la mattina con lui accanto.

«Ethan non è venuto a lavoro, vero?»

Deglutii voltandomi a guardarlo. Come mai d'un tratto gli interessava? Non aveva mai chiesto del mio amico in quei giorni, nonostante il ragazzo non si fosse neanche degnato di avvisare.
Harry si stava sentendo in colpa e potevo ben percepirlo.

«Non è andato neanche a scuola e non risponde nemmeno alle mie chiamate.» Lo informai. «Credo che tu debba parlarci e domandargli scusa.»

Mi lanciò un'occhiata lunga dimenticandosi che fosse al volante. «Non l'ho licenziato ed è già tanto, Peps. Il suo modo di rivolgersi a me con quei toni di sfida, mi da' sui nervi.»

«Ethan?» Domandai perplessa. «Stiamo parlando dello stesso Ethan?»

«Sì, dello stesso Ethan che quando gli gira il cazzo ci vede nero e diventa aggressivo. Proprio lui.» Rispose mentre scossi la testa non capendo che cosa c'entrasse. Sarebbe stato un colpo basso perfino per lui, riportare a galla la faccenda del docente a cui il mio amico ruppe lo zigomo, dato che fosse ormai una questione chiusa e sepolta.

Agrodolce- H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora