Capitolo 3
Anche oggi è tardi, mi alzo e ho voglia di riempirmi di cibo fino a scoppiare, sono uno stecchino, il mio corpo è piccolo e ossuto, ma in realtà mangio tantissimo e a tutte le ore.
Mi alzo e mi metto i primi vestiti che trovo, Gian deve essersi già svegliato, mi avvio verso il bagno e mi do una rinfrescata per cercare di darmi una svegliata.
Sono particolarmente stanco, dormo male ultimamente e non faccio altro che rigirarmi continuamente nel letto la notte e svegliarmi più volte per colpa dei troppi pensieri.
Mi asciugo il viso, mi do una sistemata veloce si capelli e vado in cucina dove già il pranzo è pronto e i ragazzi giocano alla play.
Prendo la pasta che è nella pentola e la metto sul piatto per poi sedermi e mangiare.
Allungo una mano verso il mio telefono e noto di nuovo quella ragazza che da un po' mi mette dei like ai tik tok e alle foto su Instagram.
È davvero molto carina, so che si chiama Ginevra e a quanto pare è pure di Milano, ottimo direi.
Scorro il suo profilo Instagram e le metto qualche like alle foto, giusto per vedere se ricambia, la classica tattica che si usa quando vuoi attaccare bottone con qualcuno insomma.
Finisco di pranzare e vado dai ragazzi, mi metto con loro sul divano e giochiamo alla play tutti insieme.
Passa qualche ora e mi sono stancato, ho gli occhi che bruciano e ho bisogno di sgranchirmi le gambe, tre ore seduto a giocare con le urla degli altri sono abbastanza per oggi.
Mi alzo e prendo il telefono che avevo lasciato sul tavolo, sono curioso di sapere se la ragazza ha fatto qualcosa, in più mi è tornata fame, perciò vado di nuovo in cucina, nel mentre apro Instagram e vedo che la ragazza ha ricambiato i miei like. Non posso farmi sfuggire l'occasione, devo provarci, quindi vado sulla sua chat
<ei>
Neanche due minuti dopo arriva la sua risposta
<ei>
nient'altro.
Credo sia una delle poche ragazze che non ha reazioni esagerate a un mio messaggio, è strano quando ti trovi a dover scrivere a qualcuna e la tua fama ti precede, non che io sia chissà chi, ma di solito la maggior parte delle persone con cui parlo non riescono a intrattenere una conversazione perché sono troppo prese solo dal mio lato estetico o dal mio personaggio, non ho ancora incontrato nessuna che si prenda del tempo a conoscere Tancredi o perlomeno provare a farlo, ma lei a differenza delle altre già è partita bene. Ho sempre voluto qualcuna che riuscisse a tenermi testa e che si dimostrasse interessante, lei lo sembra, magari non le interessa la mia fama o avere visibilità come alle altre ed è la volta buona.
<piacere Tancredi>
rispondo a mia volta.
Visualizza poco dopo
<piacere Ginevra>
Continuiamo la conversazione per un po' e scopro che abbiamo diverse cose in comune, inoltre non mi tratta finalmente come una persona famosa, ma come uno qualunque e per la prima volta dopo parecchio tempo credo di sentirmi bene.
I ragazzi notano subito che c'è qualcosa in me, sono incollato al cellulare da tutto il giorno e non si fanno scrupoli a fare domande.
"Tanc che stai facendo sempre al telefono? C'hai la donna e non ce lo dici?" Dice Diego
"ecco perché è da oggi che non parla" prosegue Gian tirandomi una pacca sulla spalla.
Io sorrido e gli faccio il dito medio
"ci stiamo solo scrivendo da un paio d'ore, non é nulla di serio" dico ridendo.
Nel frattempo noto che Lele si è rimesso le cuffie e ha ripreso a giocare alla play. Non so perché non abbia detto nulla, ma non mi interessa più di tanto, lui è sempre quello che quando si tratta di una ragazza non parla mai o se lo fa si limita ad annuire e esprimere pareri di circostanza, sta sempre zitto, e se uno di noi apre l'argomento subito diventa serio, quindi sarà semplicemente per questo.
Mi alzo, è tardi ed è quasi ora di cena e qualcuno deve pur prepararla.
Apro il frigo e riesco a preparare un po' di carne con le patate fritte, nulla di elaborato, cucinare non è il mio forte come tutti in questa casa tranne Lele che se la cava meglio di tutti.
Poco dopo Gian viene in mio aiuto e in due facciamo prima nonostante anche lui non sia particolarmente di aiuto.
Ci mettiamo finalmente a tavola e Lele non dice una parola, fissa un punto e a stento tocca il cibo.
"Lele ma stai bene?" Dice Diego preoccupato.
Come ho già detto Diego e Lele sono migliori amici da praticamente quasi tutta la vita, quindi se è Diego a preoccuparsi forse vuol dire che Lele non sta bene veramente.
"Si tutto bene ragazzi tranquilli, sono solo un po' stanco, ultimamente la notte dormo poco" dice con sguardo basso.
Non so perché, ma non gli credo e a quanto pare nemmeno Diego visto che mi guarda con la coda dell'occhio, ma facciamo entrambi finta di nulla e lasciamo perdere.
Sparecchiamo e come consuetudine la sera è film su neflix.
Ci mettiamo sul divano, prendiamo le patatine e qualche birra, ma non riesco a concentrarmi sulla tv e guardo Lele che ha lo sguardo assente e lo percepisco lontano un chilometro.
Da quando è iniziato il film si è messo seduto in disparte e non si è mosso una volta, fissa la tv ma è come se non ci fosse. Non riesco a capire il suo atteggiamento, deve per forza essere successo qualcosa oggi, qualcosa che io devo assolutamente scoprire. A fine film i ragazzi se ne vanno a dormire, ma prima che anche Lele vada lo fermo
"ei ti va di parlare?".
Lui in maniera secca distoglie la presa che avevo su di lui
"vorrei andare a dormire, sono molto stanco" dice in tono distaccato e non so perché ma non insisto oltre, lo lascio andare, forse è meglio cercare di capire che cosa succede e poi parlarci altrimenti finiremo come sempre per litigare.
Mi avvio anche io verso la camera dopo aver preso un bicchiere d'acqua e mentre passo davanti alla porta del bagno lo sento piangere.
D'istinto faccio per bussare alla porta ma poi sento impulso e mi blocco.
Vorrei troppo entrare e abbracciarlo, urlargli che io sono qui e che può contare su di me per qualsiasi cosa, che non lo lascio, che se c'è da combattere combattiamo insieme, ma no, non è ancora il momento, è proprio adesso che non posso starmene con le mani in mano, è mio fratello e devo sapere che cosa gli succede.
Sono un fottuto stronzo, lo sono sempre stato, ma se si tratta di lui è come se dentro di me scattasse qualcosa e devo proteggerlo, come lui protegge me, ma non stavolta, non adesso.
Mi volto e vado verso la camera, domani capirò che cosa è successo.