Capitolo 83
"Tra un'ora andiamo in agenzia"
La mia voce richiama Lele ancora assorto tra i suoi pensieri disteso sul letto che semplicemente mi annuisce senza dire nulla.
Mi siedo accanto e mi volto verso di lui
"A che pensi?" Chiedo appoggiando la mia testa vicino alla sua
"A mia madre"
La sui voce è quasi un sussurro e il suo sguardo si rattrista immediatamente
"Lei è un insegnante di religione, per lei è sempre stato importante che io andassi in chiesa e crescessi con i valori cristiani, una famiglia, un matrimonio con il rito liturgico, e se per lei fossi una delusione?"
Mi siedo accanto a lui, il suo nel mio sguardo perso e spento. Non credevo si sentisse così, forse è stato uno dei motivi per cui ci ha messo molto a dirmi di sì e magari ancora non è del tutto convinto, ma se c'è una cosa di cui io lo sono è che sua madre per lui farebbe qualsiasi cosa, l'ho vista più volte preoccupata per lui e per noi, anche l'ultima volta in cui scesi a Roma per fare pace, mi racconto del suo ex marito, mi diede consigli e ci ha sempre supportato entrambi nelle nostre scelte, per di più aveva capito ancora prima che Lele glie lo dicesse che gli piacevano i ragazzi ed era stata orgogliosa e fiera di lui per avercela fatta a dirlo dopo anni, non potrebbe mai vederlo come una delusione.
Allungo una mano verso di lui e lo faccio voltare verso di me
"Lele lei è fiera di te, di quello che sei e di come sei cresciuto, lei ci ha sempre sostenuto in tutte le scelte che abbiamo fatto, è sempre stata un seconda madre anche per me, non potresti mai deluderla"
Si avvicina e poggia la sua testa sulla mia spalla, una lacrima gli riga il viso solitaria nel silenzio della nostra stanza con la mia mano tra i suoi capelli
"Ce la faremo" gli sussurro all'orecchio e lo prometto più a me steso che a lui che già si è addormentato.
Mi alzo lentamente cercando di non svegliarlo, lo copro con una coperta e mi siedo alla scrivania prendendo il mio blocco da disegno.
Sono giorni che penso a cosa dirgli nel giorno più importante per entrambi, giorni che nella testa mi girano possibili cose da dirgli, ma che quando arrivo a provare a dirle sembrano tutte troppo banali e scontate.
Mi volto verso di lui, con il volto assorto e chissà quali pensieri e poi prendo la penna e inizio a scrivere, stavolta nero su bianco, di me, di noi, del nostro domani o qualunque cosa ci sarà.
Non mi accorgo nemmeno del tempo che passa finché due braccia non mi avvolgono le spalle e riconosco il suo profumo invadermi le narici facendomi sorridere.
Chiudo il blocco e mi volto verso di lui che mi guarda ancora assonnato stropicciandosi gli occhi con le maniche della mia felpa
"Che stavi facendo?"
In risposta lo attiro verso di me lo bacio sentendolo sorridere a sua volta contro le mie labbra
"Stavo solo scrivendo"
Mi guarda alzando un sopracciglio sorpreso del mio gesto
"Da quando scrivi?" Chiede stranito
"Non è il quando, ma cosa" dico alzandomi, gli scompiglio leggermente i capelli e poi vado in salone dagli altri, seguito quasi subito da lui
"Andate adesso?" Domanda Diego dando prima uno sguardo all'ora
"Prima andiamo e prima ci togliamo il dente"
Tutti ci guardiamo, Gian e Diego si alzano e vengono verso di noi per abbracciarci
"Qualsiasi cosa accada, noi ci siamo" dice Gian
"Fratelli" interviene Diego
"Fratelli" rispondiamo tutti insieme
Ci stacchiamo dall'abbraccio e io e Lele usciamo per avviarci in agenzia, in taxi nessuno dei due dice nulla, ci limitiamo a stringerci la mano assorti entrambi nei nostri pensieri.
Quando arriviamo la davanti ci prendiamo un attimo per guardarci, lui mi annuisce intuendo già la mia domanda e poi entriamo.
"Ciao ragazzi, venite ci sediamo la al tavolo" Dice Corinne venendo verso di noi
"Ditemi, di cosa volevate parlarmi"
Do uno sguardo a Lele per fargli intendere che sto per parlare e poi mi volto nuovamente verso Corinne
"Andrò diretto al punto, io e Lele vogliamo sposarci"
Lei ci guarda e non sembra così sorpresa dalla mia affermazione
"Si può fare, per un anno della tankele potremo fare uno shooting e mettiamo su qualcosa, non è una cattiva idea"
Lele si volta verso di me con sguardo perso, gli mimo un "tranquillo" e io mi passo una mano tra i capelli tornando poi a guardare lei
"Cori l'idea ci piace, ma non credo tu abbia capito quello che volevo dirti"
Mi fermo un attimo, di nuovo guardo Lele che mi accenna un sorriso e poi finisco la frase
"noi vogliamo realmente sposarci"
Lei rimane in silenzio e ci osserva entrambi come se avessi detto la più grande sciocchezza mai sentita
"Tancredi sai benissimo che questo non è possibile, non vi hanno fatto ufficializzare la vostra relazione come credi che vi permettano un matrimonio?"
Vedo Lele iniziare ad innervosirsi e lo sento iniziare a picchiettare la gamba sotto al tavolo.
D'istinto allungo la mia mano sopra al suo ginocchio per calmarlo e lui appoggia la sua mano sulla mia intrecciandola alla sua
"Cori noi non siamo venuti per chiedere il permesso ma solo per informarvi che lo faremo, con o senza il vostro consenso"
Lei si fa ancora più seria
"Ragazzi vi rendete conto delle difficoltà in cui ci mettete? Già ci sarebbero problemi se si venisse a scoprire la vostra relazione, figuratevi un matrimonio, non sapremo come coprirvi" dice preoccupata
"Ma noi non vogliamo nè che ci proteggiate nè che prendiate decisioni per noi, vogliamo solo sposarci. Sappiamo che nessuno deve sapere di noi e della nostra relazione, allo stesso modo nessuno saprà del matrimonio, lasciateci gestire questa cosa da soli, almeno questo, forse a voi non interesserà, ma a me fa differenza sapere che quella mano che adesso sto stringendo sotto al tavolo potrò stringerla finché uno dei due non morirà"
Mi volto verso Lele che aveva parlato, prendo la sua mano ancora intrecciata alla mia e glie la bacio
"Potrete dire tutti i no che volete, io lo sposo lo stesso"
Lui mi sorride
Corinne guarda entrambi, fa un lungo sospiro e infine ci sorride anche lei
"Vedo che siete entrambi determinati e qualunque cosa vi dica la vostra idea non cambia, vi lascio carta bianca, mi prendo personalmente la responsabilità, non fatemene pentire"
Sento la presa di Lele sulla mia mano farsi sempre più stretta e di riflesso stringo anche la mia così entrambi ci voltiamo l'uno verso l'altro e ci sorridiamo
"Quando avreste intenzione di sposarvi?" Chiede Corinne
"Domani scendiamo a Roma e ne parliamo con le nostre famiglie, poi andremo in comune ad informarci per i documenti necessari e la prima data disponibile ci sposiamo, non so quanto staremo via"
Guardo Lele sorpreso dalla mia fretta e poi lei che annuisce
"Vi auguro buona fortuna ragazzi, spero che troviate la vostra felicità"
Sia io che Lele ci alziamo e la abbracciamo
"Grazie Cori" dice Lele
"Io la mia felicità l'ho trovata il primo giorno che l'ho incontrato" dico voltandomi poi verso di lui che già sorride
"Allora andate, cercate di fare in fretta" dice Corinne emozionata
"Il prima possibile" diciamo sia io che Lele.
Una volta fuori ci guardiamo soddisfatti, il tempo di chiamare un taxi, tornare a casa e subito dopo aver chiuso il portone del palazzo le sue labbra sono sulle mie, con i respiri affannati e i nostri corpi attaccati al muro del corridoio
"Ce l'abbiamo fatta" mi sussurra tra un bacio e l'altro
"Ce la faremo sempre" rispondo poggiando la mia fronte contro la sua.
Prendiamo l'ascensore e apriamo la porta di casa.
Subito i ragazzi che stavano suonando si fermano e si voltano verso di noi
"Allora?" Chiede Diego aspettando che uno dei due parli
"Ci sposiamo".