Era da un po' che non mi svegliavo con la testa che mi pulsava e la gola completamente secca, mi mancavano questi tempi in cui tutto per un po' va bene e respiri tranquillamente senza la paura che ti succeda qualcosa da un momento all'altro. Ieri alla fine abbiamo un po' esagerato e ci siamo completamente sbronzati, ricordo solo che Diego e Gian hanno fatto i cretini per tutto il tempo e che tutti quanti ballavamo nel bel mezzo della sala andando addosso a tutti quelli che ci stavano attorno.
Mi alzo e scendo per bere un po' d'acqua, le mie sorelle sono già sveglie e stanno guardando la tv, apro il mobile con i medicinali e cerco una pastiglia per calmare il mal di testa "buongiorno fratellone, sbronza ieri sera?" Chiede Berenice "si, mi sta scoppiando la testa" dico prendendo il bicchiere con l'acqua "non sei cambiato affatto" dice Clarissa ridendo "mi mancavano le mie abitudini da ragazzo sedicenne" dico andando verso la cucina per mangiare. Apro il frigo e cerco qualcosa, mi siedo al tavolo e scrivo a Lele
"buongiorno amore"
Sono le 14.00 non so se sia già sveglio o meno, conoscendolo sicuramente starà ancora dormendo, stava messo anche lui male ieri sera, appena siamo usciti dalla discoteca ha iniziato a urlare che voleva la mamma e si è messo a piangere e tutti abbiamo riso tutti come matti. Quindi se andassi da lui e gli facessi una sorpresa? Sarebbe un occasione anche per parlare con sua madre una volta per tutte e farmi conoscere, magari stavolta cercando di non fare cazzate e dimostrarmi sincero e determinato. Torno di nuovo in camera e mi vesto, poi esco e vado verso casa di Lele. Suono alla porta e dopo poco una donna bionda con i capelli lunghi ricci si presenta sulla soglia "Tancredi giusto?" Dice sorridendo "si sono io" dico un po' imbarazzato grattandomi con la mano dietro la nuca "vieni entra, Lele ancora sta dormendo" dice facendomi spazio per entrare chiudendosi la porta alle spalle "mi fa piacere conoscerti finalmente" dice facendomi strada verso il salotto "anche a me signora" dico seguendola "Tancredi mi sembrava di averti detto di non chiamarmi signora, Antonella va benissimo, dopotutto ci conosciamo da così tanto tempo, basta con le formalità" dice ridendo "si scusami, non sono ancora abituato" dico abbassando lo sguardo "so che siete tornati insieme" dice una volta seduti sul divano "si, ho fatto un errore a lasciarlo, dopo che avevamo parlato al telefono non mi sono sentito all'altezza di Lele, non ero pronto a prendermi una responsabilità come quella che mi avevi chiesto di prendermi, lui meritava di meglio di uno come me che sa solo incasinargli la vita rendendolo schiavo della mia, volevo solo che lui fosse felice, solo che ho sbagliato tutto, non avevo capito quanto in realtà fossi io ad aver bisogno di lui e di prendermene cura per sentirmi bene e meno sbagliato, dovevo renderlo io felice e nessun altro perché chiunque avesse vicino che non fosse me mi faceva impazzire e pensare a un altro che lo stringesse tra le sue braccia non mi faceva respirare". Sua madre mi guarda e non distoglie lo sguardo da ogni mio movimento impacciato, sono così nervoso che ho paura di sbagliare qualcosa e rischiare che pensi che io non sia giusto per Lele e che di nuovo lo debba lasciare spezzando il suo cuore e distruggere completamente il mio "Tancredi posso dirti una cosa?" Dice all'improvviso dopo qualche secondo di assoluto silenzio in cui io cercavo di guardare ovunque tranne che lei "certo" dico guardandola agitato "tu ami mio figlio vero?" Chiede dolcemente "si, lo amo da morire" dico con tutta la verità possibile nella mia voce, perché si, io lo amo tanto da morire per lui se necessario "allora non fare mai nulla che non ti venga da dentro, non sforzarti di essere chi non sei, non adeguarti a lui ma sii Tancredi. Se odi qualcosa di lui diglielo, se un giorno non ti va di fare quello che vuole diglielo, se c'è da litigare litigate, ma non essere o non fare mai qualcosa che non ti faccia stare bene, perché sarebbe questo l'errore più grande che avresti fatto, avresti fatto del male a te stesso privandoti di esprimerti liberamente, ma avresti fatto male anche a lui, perché non amerebbe più il Tancredi che sei, ma una copia di te che non sarà mai quella che lui vuole realmente. Saper amare vuol dire sacrificio è vero, ma non vuol dire annullarsi per l'altro, perché altrimenti non avresti altro da offrirgli il giorno dopo e quelli ancora successivi e anche lui non avrà nulla da darti perché si sentirà troppo sicuro, e non te lo dico perché conosco mio figlio, te lo dico perché io l'ho capito tardi quando mi sono separata da mio marito e il dolore che ho provato è ancora lì che mi tormenta nonostante siano passati anni, te lo dico come se fossi tua madre, ama Emanuele, ma fallo senza cambiare te stesso o distruggerai entrambi". Quelle parole così forti mi sono arrivate come un'ondata che ti investe, ogni singola parola che ha detto si è impressa dentro di me e cerco di apprenderne a pieno ogni significato, anche quello più nascosto. Era quello il mio errore, fin dall'inizio, fare esattamente quello che non mi andava di fare solo per non deludere chi mi stava affianco, e Lele era tra questi "grazie Antonella" dico sorridendogli "non devi ringraziarmi, vieni qui" dice facendomi il gesto di andarle incontro per un abbraccio e così faccio, mi avvicino lentamente a lei e mi prendo quei secondi di affetto sincero con la consapevolezza che adesso posso dire di sapere cosa fare al cento percento "e adesso vai da lui" dice una volta staccati "sta al piano di sopra appena salite le scale la porta sulla sinistra". Annuisco e salgo in silenzio le scale, apro la porta e lui è ancora sdraiato sul letto con la coperta che gli copre fino a metà le spalle. Mi avvicino verso di lui e mi stendo accanto cercando di non svegliarlo subito, voglio prima guardarlo un po' e perdermi in lui. È tutto rannicchiato con le braccia al petto e la bocca socchiusa, le guance arrossate e i capelli sempre spettinati. È così puro, gli sfioro la guancia con la mano e il solo contatto con la sua pelle mi fa sentire già bene. Apre gli occhi e mi vede "buongiorno" dico sorridendogli "che ci fai qui" chiede stranito "che bel modo di ringraziarmi per essere venuto a svegliarti, se vuoi ne ne vado" dico mentre mi alzo dal letto, ma lui mi prende per il polso subito "fermati, torna qui". Mi avvicino e mi sdraio di nuovo accanto a lui "è bello averti qui" dice poggiando la fronte contro la mia "volevo farti una sorpresa e farti svegliare con me accanto come a casa nostra" dico stringendolo sempre più a me "sei un pazzo" dice prima di baciarmi e io sorrido contro le sue labbra. Amo i suoi baci improvvisi, così sul momento che mi fanno capire quanta voglia ha di me, come io di lui e ci lasciamo travolgere da quei secondi infiniti "adesso ti alzi e usciamo che andiamo dai ragazzi" lui fa il broncio "dai Tanche non mi va, sono stanco, voglio stare anche a letto con te". Ecco uno dei suoi capricci, mi piace quando mi vuole per se, ma dobbiamo uscire e non può fare così adesso "Lele dai non fare il bambino e alzati" dico aprendo la finestra per da entrare un po' d'aria "Tanche che palle che sei, ma che male c'è se non andiamo e rimaniamo qua" dice mettendosi seduto "c'è che dobbiamo organizzarci per questi giorni su quando fare le foto e programmate le date degli eventi, mi sembra un motivo più che valido per andare non credi?". Lui sbuffa e poi si alza per vestirsi, io intanto scrivo a Diego
"dove ci troviamo?"
Risponde poco dopo
"andiamo da Vale, Gian non può venire, parleremo degli eventi tra qualche giorno quando torna"
Bene, adesso Lele si arrabbierà con me quando gli dirò che l'ho fatto alzare per nulla "Lele andiamo da Vale, Gian non c'è e degli eventi dobbiamo parlarne tutti insieme" lui si volta di scatto "quindi tu mi hai praticamente fatto alzare e vestire per nulla? Dio quanto ti odio" dice uscendo dalla stanza per andare in bagno. Ok, mi farò perdonare, gli farò una specie di sorpresa, mi metto dietro la porta e quando torna gli copro gli occhi da dietro e lo bacio, non può stare arrabbiato con me a lungo, non per una cazzata così. Sento l'acqua del wc scorrere e i passi venire verso la camera, così mi metto dietro la porta e aspetto che entri "Tanche?" Dice guardandosi attorno non vedendomi, io lentamente mi avvicino e gli poso le mani sugli occhi da dietro per poi farlo voltare verso di me e baciarlo e a quel gesto lo sento sorridere e con lui il mio cuore, tolgo le mani dai suoi occhi e lo stringo contro il mio petto passandogli le mani tra i suoi capelli morbidi. È un bacio innocuo dove le nostre lingue si accarezzano lentamente, ma c'è così tanto amore che potrebbe esplodere come una bomba se si accendesse la miccia "e questo cosa sarebbe" dice una volta staccati "un modo per dirti mi dispiace per aver rovinato un pretesto perfetto per stare noi due, ma potremo sempre rimediare" dico avvicinandomi malizioso verso di lui "mi dispiace ma no, adesso che sono vestito e sistemato andiamo" dice sorpassandomi e iniziando a scendere le scale. Me la vuole far pagare in questo modo, bella mossa Lele. Lo seguo per le scale "mamma noi usciamo, andiamo da Vale" dice prendendo il giubbotto "fammi sapere a che ora torni e se torni per cena" dice sua madre dal soggiorno "ciao Antonella" dico prima di uscire "ciao Tancredi, spero di vederti presto". Ci incamminiamo verso la fermata dell'autobus e dopo dieci minuti siamo da Valerio, Diego già era la, suoniamo il campanello e Vale ci apre la porta "rega venite, facciamo una partita tutti insieme alla play" andiamo dentro e ci mettiamo in salone sul divano, prendiamo qualcosa da mangiare visto che Lele non aveva neanche pranzato e poi giochiamo per un paio d'ore. Valerio che batte Lele, evento raro "rega per penitenza per aver perso tutti, adesso andiamo fuori e facciamo un video con la mia canzone" dice tutto gasato "bro ma sta piovendo" dice Diego "appunto, ancora meglio, le parole sono azzeccate almeno". Usciamo di casa e per fortuna non piove forte, viene giù solo qualche goccia "chi lo fa il video?" Chiede Velerio saltellando come un bambino "lo faccio io bro, basta che poi torniamo dentro perché fa freddissimo" dice Lele. Prendiamo il cellulare e facciamo partire la canzone, ogni parola che dicevo la dedicavo a lui, lo guardavo, lo indicavo, lo avrei semplicemente baciato davanti al mondo intero perché si, piove, ma lui mi porta sempre il sole e non so mai dove trovare le parole per fargli capire quanto questo mi faccia sentire bene, quanto questo mi renda felice, vorrei dirgli davvero un milione di cose, ma non ho neanche il coraggio di rispondere alle sue piccole domande per paura di rovinare tutto, perché il nostro rapporto è così instabile, ma tremendamente bello, ti tiene sempre sul filo del rasoio e non sai mai che cosa succede, cosa verrà dopo, devi solo tenere gli occhi aperti e sorreggerti, lui a me e io a lui, e se uno dei due cade e non lo rialzi in tempo tutto si frantuma, i pezzi del nostro noi crollano e rimaniamo soli, e questo è il mio incubo peggiore, lui lontano da me in una intera vita dove non esiste, e non posso permetterlo "dai rega, è venuto benissimo adesso andiamo dentro però" dice Diego. Rimaniamo un'altra ora qui da Vale e poi torniamo verso casa "ci vediamo domani?" Chiedo prima di salutarlo "certo" risponde avvicinandosi per far scontare le nostre labbra e poi andarsene. Prendo il telefono con le cuffie e metto un po' di musica nel tragitto di casa, mi arriva un messaggio, è Giulia
"ei tutto ok? Sei sparito in questi giorni e mi stavo preoccupando, non mi hai più scritto".
Effettivamente non avevo minimamente pensato a lei, ero troppo impegnato a riprendermi Lele e stare con lui. Gli rispondo
"si scusami, sono stato male avevo la febbre e poi ho dovuto fare delle cose con mia madre".
Cerco di sembrare sincero, non mi va di perdere tempo a dare spiegazioni sulla mia vita, non è il momento per farlo.
"tranquillo, domani ci vediamo?".
Non posso vedermi con Giulia, ho promesso a Lele che sarei stato con lui e così sarà
"domani non posso, devo vedermi con i ragazzi per fare alcune cose importanti per gli eventi, ci vediamo in questi giorni".
Sono uno stronzo, lo so benissimo, ma Lele viene prima di tutto il resto
"okay".
Visualizzo e non rispondo, suono alla porta di casa e mia madre mi apre "vieni tesoro, la cena è quasi pronta". Vado in bagno a farmi una doccia e poi scendo di nuovo per mangiare con la mia famiglia. Durante la cena mi arriva una telefonata, è l'agenzia, devo assolutamente rispondere non chiamano mai a quest'ora, mi alzo e vado in salone "che succede?" Dico preoccupato "eravamo stati chiari quando avevamo detto che dovevi continuare a fingere di uscire con Giulia, perché non ci sono più video insieme?". Nel mio corpo inizia a salire la rabbia e stringo i pugni per non urlare e cercare di mantenere la calma "in questi giorni non sono stato bene". Sento dall'altra parte voci confuse "Tancredi non dirci cazzate, abbiamo visto il video con Lele e che sei stato in discoteca con i ragazzi, avevamo detto che dovevi fare video anche con Giulia e vedervi possibilmente postando anche storie Instagram, vuoi che mettiamo fine alla tankele?" di nuovo sento quella rabbia che non riesce a controllarsi, ma se sbotto stavolta mi tolgono l'unica cosa a cui io tenga davvero "no, avrete ciò che volete" dico attaccando la chiamata. Vado di corsa in camera e inizio a buttare per terra tutto quello che mi trovo davanti, ogni oggetto un peso che cerco di togliermi da dentro il petto che si attanaglia senza farmi respirare e poi mi butto sul letto. È solo colpa mia perché se non avessi cercato Giulia tutto questo non sarebbe successo. Prendo di nuovo il telefono e scorro su tiktok, mi esce un video di un ragazzo in cui compare Giulia. Ci penso un po' e visto che volevano un video nostro ci faccio un duetto fingendomi geloso. Non riesco ad esserlo, ma devo farlo per Lele e per noi. Mi butto di nuovo sul letto e neanche cinque minuti dopo mi arriva un messaggio di Lele con allegata una foto.
"vaffanculo Tancredi"
Ho appena fatto di nuovo una cazzata.