Capitolo 84
Un passo, siamo a un passo dal realizzare forse una pazzia o forse la cosa più giusta che entrambi potessimo mai decidere di fare.
Dopo aver spiegato ai ragazzi come era andata in agenzia abbiamo preparato le borse con qualche vestito per una settimana all'incirca e poi ci siamo messi a giocare alla play come sempre, serata tranquilla e poi a dormire presto.
Mi sveglio e do un'occhiata all'ora, sono le sei e alle otto abbiamo il treno.
Mi volto verso Lele che mi da le spalle e ancora dorme, gli lascio un bacio sulla spalla e mi alzo cercando di non fare troppo rumore per andare a farmi una doccia.
Chissà cosa penseranno i miei di tutto questo, credo che le mie sorelle neanche ci crederanno al mio matrimonio e penseranno che sia un altro dei miei stupidi scherzi, mia madre e mio padre non credo ci daranno problemi, credo solo avrebbero voluto che aspettassimo ancora e forse hanno anche ragione.
Mi chiedo ancora il perché io abbia tutta questa fretta di sposarlo, io stesso non so darmi una risposta, so solo che sento che è la cosa giusta da fare e che devo farla subito, quasi come fosse una corsa contro il tempo, quando in realtà di tempo abbiamo tutta una vita intera, io, lui e tutte le cose che mi sono immaginato di fare e che non ho gli ho mai detto perché sarei passato per quello troppo smielato dei due e tutti sanno che quello più coccolone è da sempre Lele.
Esco dalla doccia e mi vesto, vado in cucina e mi preparo una tazza di latte e cereali, vedo Gian entrare in salone
"Buongiorno, mattiniero stamani" dice andando a prepararsi anche lui la colazione
"Qualche pensiero di troppo"
Si siede davanti a me e sento il suo sguardo preoccupato addosso
"Cosa c'è che non va?" chiede interrompendo il silenzio che si è creato
"Sono solo agitato, sto pensando ai documenti, ai preparativi, al viaggio, a come dirlo ai miei"
Di nuovo silenzio seguito dopo qualche minuto di nuovo dalle sue parole
"Pensi che a loro non vada bene?"
Lascio andare il cucchiaio nella tazza e abbasso lo sguardo
"Ho paura che pensino che stiamo correndo troppo"
Smette di mangiare e mi guarda di nuovo
"Hai paura che lo pensino loro o lo stai pensando te?"
Rimango in silenzio, alzo gli occhi e non rispondo
"Tanc è normale avere paura, è un passo importante quello che state per fare te e Lele, se non sei sicuro che sia il momento giusto siete ancora in tempo per aspettare"
Sospiro, mi lascio andare sulla sedia e di nuovo sento i pensieri fare a botte nella testa
"Gian io sono sicuro, sento il bisogno di sposarlo nonostante sappia che il tempo non ci manca, voglio solo renderlo felice"
Lui mi sorride
"Lo stai facendo" dice e sapere che anche lui lo pensa mi fa stare tranquillo
"Dovrei chiederti una cosa" dico un po' in imbarazzo grattandomi la nuca.
Lui mi guarda aspettando che continui a parlare
"Vorrei che fossi tu il mio testimone"
Lui mi sorride, si alza e viene ad abbracciarmi
"Non era scontato? Chi altro ti sopporta da anni?" dice ridendo
"Finiscila coglione, potrei dire lo stesso di te" dico anch'io ridendo
Nel frattempo entrano anche Diego e Lele nella stanza
"A cosa dobbiamo questo buon'umore così presto?" chiede Lele avvicinandosi a noi per lasciarmi un bacio sulla guancia
"Ho appena chiesto a Gian di farmi da testimone al matrimonio"
Lele sorride e si volta verso Diego
"Volevo chiedertelo anche io, avrei voluto farlo a Roma, dove tutto è iniziato, ma visto che Tanc l'ha già chiesto a Gian non mi resta che chiedertelo qui adesso, vuoi essere il mio testimone?"
Diego lo abbraccia, io e Gian ci guardiamo
"Certo bro, assolutamente si"
Finalmente sento che quelle insicurezze che fino a poco prima mi stavano tormentando svaniscono, il sorriso e la felicità di Lele ripagano ogni sacrificio fatto fino ad ora
"Ragazzi dobbiamo muoverci altrimenti perderemo il treno"
La voce di Gian richiama la mia attenzione e quella degli altri, prepariamo le ultime cose rimaste e poi usciamo di casa diretti alla stazione.
Saliamo sul treno e per le tre ore di viaggio mi posiziono affianco al finestrino con le cuffie nelle orecchie e Lele al mio fianco che appoggia la testa sulla mia spalla.
Mi perdo come sempre con lo sguardo fuori, il paesaggio che scorre e i pensieri con lui, la prossima volta che lo vedremo saremo sposati.
Chissà come sarà vedere quell'anello al dito, sapere che quel semplice oggetto ci tiene legati per il resto della vita.
Guardo Lele al mio fianco che dorme e poggio la mia testa sulla sua chiudendo gli occhi e inspirando il profumo dei suoi capelli, mi è sempre piaciuto.
Mi accorgo di essermi addormentato solo perché a svegliarmi è proprio lui che mi dice che siamo arrivati.
Prendiamo le nostre cose e scendiamo dal treno
"Allora ragazzi ci vediamo stasera" dice Diego
"Ci sentiamo sul gruppo" dico e tutti annuiscono
Gli altri se ne vanno e io e Lele chiamiamo un taxi per farci accompagnare a casa mia.
Durante il tragitto Lele chiama sua madre e gli chiede se può raggiungerlo insieme a sua sorella così che potessimo parlare a tutti insieme.
Una volta arrivati paghiamo e ci incamminiamo in silenzio, sembra che la preoccupazione che aveva ieri a casa sia tornata improvvisamente adesso. Lo fermo prendendogli la mano e subito si volta
"Andrà bene, fidati di me"
Lui semplicemente annuisce e mi accenna un sorriso.
Quando arriviamo davanti casa suono alla porta e subito ad aprire è mia sorella Berenice
"Ciao fratellone" dice abbracciandomi
Entriamo dentro e mia madre e mio padre ci raggiungono abbracciando prima me e poi Lele
"Venite sediamoci sul divano, sarete stanchi" dice mia madre facendoci strada nel salone
"Clari?" chiedo abbastanza in ansia
"Eccomi" dice Clarissa venendo venendo verso di me per abbracciarmi
"Dovrebbero arrivare anche la madre e la sorella di Lele, dovremo parlarvi una cosa importante" dico voltandomi poi verso Lele che mi sorride per rassicurarmi
Dopo poco il campanello suona, apro e subito Giorgia vede Lele e gli salta in braccio
"Ciao amore, ti è mancato lo zio?" le dice passandole una mano tra i capelli
"Tantissimo" risponde lei ridendo
Lele la fa scendere e si avvicina a me scrutandomi con i suoi occhioni
"Ciao zio Tanc"
Le accarezzo una guancie e le sorrido
"Ciao piccolina"
Entriamo dentro saluto anche la mamma e la sorella di Lele che abbraccia il figlio e poi fa lo stesso con me
Ci sediamo nuovamente sul divano e c'è uno strano silenzio
"Allora ragazzi, come mai siete qui senza preavviso, è successo qualcosa di grave?" chiede mia madre
Sento la mano di Lele stringere la mia e mi volto velocemente verso di lui sorridendogli incitandolo a parlare
"Lo sapete che io e Lele stiamo insieme ormai da mesi, le cose non sono andate sempre per il verso giusto e ci sono stati alti e bassi tra di noi, ma alla fine c'è sempre qualcosa che ci riporta l'uno dall'altro"
Si ferma un attimo e tutti mi osservano aspettando che continui a parlare, mi volto ancora verso di lui e poi di nuovo verso di loro
"Forse saremo dei pazzi, magari non è il momento e non è neanche la cosa giusta da fare e ce ne pentiremo poco dopo ma io e Lele vogliamo sposarci"
Tutti rimangono stupiti dalle mie parole, Giorgia si alza e viene ad abbracciarci
"Che bello gli zii si sposano"
Io e Lele sorridiamo, lui gli da un bacio sui capelli e le accarezza una guancia
"Adesso che ne dici di andare a giocare un po' in giardino, tra po' arriva anche lo zio mh?"
Lei annuisce felice e si avvia fuori lasciandoci nel salone con gli altri che non avevano ancora detto una parola e io Lele ci stiamo preoccupando
"Non credete che sia un po' presto per fare un passo così importante?" dice mia madre
"Potrà sembrare tutto troppo affrettato ma credetemi io so che è la cosa giusta da fare"
Mi volto verso di lui e stringo ancora di più la sua mano, lui mi sorride ed è come una carezza che mi fa sentire subito più leggero. Si volta poi verso sua madre prendendole le mani
"Mamma io lo so che potrebbe sembrare una follia però è quello che voglio, magari sognavi qualcosa di diverso per me e in questo momento sarò una delusione, ma io amo Tancredi e voglio sposarlo"
Lei si avvicina a lui e una lacrima gli riga il viso
"Non potresti mai essere una delusione per me, sono fiera e orgogliosa di quello che stai costruendo e quello che fai, voglio solo la tua felicità e se credi che questa la troverai sposandoti adesso con Tancredi io non posso che appoggiare la tua scelta e starti accanto"
Lui gli sorride e poi la abbraccia asciugandogli le lacrime
"Te Angy non dici nulla?"
Lei che stava osservando tutta la scena sorride
"Io sono d'accordo con la mamma, qualunque cosa ti renda felice rende felice anche me, chiedo solo a Tancredi di prendersi cura di te"
Entrambi mi guardano e stavolta sono io a prendere la mano di Lele e stringerla alla mia
"Finché morte non ci separi" e di nuovo il suo sorriso che illumina tutta la stanza
"E voi?" chiedo voltandomi verso la mia famiglia che ancora non aveva detto nulla
"Io sono per te fratellone" dice Berenice
"Non posso credere che ti sposerai prima di me, vieni qui" dice Clarissa abbracciandomi
Guardo poi mia madre e mio padre aspettando che anche loro dicano qualcosa
"Vogliamo solo il tuo bene, se credi che sia la scelta giusta noi la appoggeremo" dice mia madre
Adesso ho tutto quello che mi serve, mi volto verso Lele e lo bacio con tutti che sorridono
"C'è solo un problema" dico e subito tutti mi guardano
"Non potremo farvi venire al matrimonio, si rischierebbe che la cosa si venisse a scoprire e finiremo nei guai noi e l'agenzia, soprattutto Corinne che si è presa la responsabilità"
Tutti annuiscono e la madre di Lele allunga una mano verso di me
"Non preoccupatevi, capiamo la situazione"
Lele appoggia la testa sulla mia spalla e mi lascia un bacio sul collo che mi fa sorridere di nuovo
"Rimanete a pranzo?" chiede la mia madre a noi e alla famiglia di Lele
"Noi dovremo andare in comune per informarci sui documenti e la data, credo che mangeremo fuori" dico
"Anche noi andiamo" dice la madre di Lele
Ci salutiamo e usciamo di nuovo di casa per avviarci verso il comune.
Una volta li davanti entriamo subito per evitare sguardi indiscreti e cerchiamo l'ufficio per le unioni civili. Notiamo un uomo che sistema alcuni documenti e ci avviciniamo a lui per chiedere informazioni
"Buongiorno, stiamo cercando l'ufficio unioni civili" dico imbarazzato grattandomi la nuca.
"Salite le scale, la seconda porta sulla sinistra"
La ringraziamo e seguiamo le indicazioni che ci ha dato, arriviamo davanti la porta e bussiamo. Una donna sulla cinquantina vestita elegante ci fa entrare nella stanza e sedere, sistema alcuni fogli e si siede davanti a noi
"Ditemi"
Io e Lele ci guardiamo e stavolta è lui a parlare
"Volevamo fare richiesta per sposarci"
La donna si alza, apre un cassetto per cercare alcuni documenti e ci porge alcuni fogli
"Dovete compilare questi moduli per fare la richiesta, potete scegliere anche la data che preferite, la domanda verrà inoltrata e presa in carico, verrà redatto un processo verbale con tutte le informazioni, tra cui la data prescelta, e se tutto va come deve, il processo verbale si conclude con la sottoscrizione da parte dell'ufficiale di stato civile e la vostra firma, vi è tutto chiaro?"
Io e Lele annuiamo
"Un'altra cosa, potete scegliere anche un luogo diverso dalla sala comunale classica, vi daremo un elenco nel caso in cui voleste pensarci"
Iniziamo a compilare i moduli e alla fine mi volto verso Lele
"Che data mettiamo?"
Prende la penna e scrive sul foglio 12 ottobre 2020 e poi mi sorride
"Esattamente dopo otto mesi" dico e lui annuisce
"Bene, vedo che avete finito, la data è prossima, vi faremo sapere il prima possibile se tutto è andato a buon fine, ma da quello che posso vedere non dovrebbero esserci problemi, vi lascio l'elenco con i luoghi tra cui scegliere per la cerimonia"
Ci alziamo, la salutiamo e usciamo da li, ci guardiamo intorno e cerchiamo un posto dove poter stare da soli.
Attraversiamo qualche strada e arriviamo in un parchetto che sembra abbastanza isolato, lo prendo per mano e lo attiro verso di me per baciarlo.
"Tre giorni" gli sussurro sulle labbra
"Tre giorni e sarai mio marito" dice sorridendo attirandomi sempre di più a se
"Ti amo signor Galli" dico tra un bacio e l'altro facendolo ridere
"Ti amo signor Giaccari".