Quella è la nostra stella

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Capitolo 25

Camminiamo mano nella mano tra le strade di Milano, non siamo ancora abituati a sentirci liberi di esprimere il nostro amore e dobbiamo stare sempre attenti agli sguardi indiscreti delle persone e guardarci intorno per non dover subire un attacco improvviso di fan a cui dover dare delle spiegazioni che non abbiamo.
Ho scelto una piccola pizzeria in un
quartiere vicino casa nostra, ordiniamo sempre li la pizza, quindi ci conosce benissimo.
Entriamo e ci mettiamo seduti, non ho neanche prenotato perché sapevo che ci sarebbe stato posto, è talmente isolata che sembra quasi nascosta e fa proprio al caso nostro.
Al pensiero di non poter essere come tutti gli altri innamorati sento un dolore al cuore, non vorrei dovermi comportare così, avrei voluto andare con lui nel centro città e baciarlo davanti al duomo alle luci dei lampioni della notte con tutte le persone che sarebbero passate e noi che neanche ci avremo fatto caso perché troppo presi a innamorarci ogni secondo di più, e poi mano nella mano in giro per tutti i negozi, senza timore di niente e nessuno, solo e soltanto noi, il resto non conta.
Torno a guardarlo mentre apre il menù per dare uno sguardo alle pizze e si passa una mano tra i capelli storcendo la bocca perché come al solito è sempre indeciso.
È così tenero che lo prenderei e lo bacerei in questo istante
"amore te come la prendi la pizza?" Chiede ancora confuso
"come sempre" dico io incantandomi di nuovo a guardarlo nella sua totale indecisione con gli occhi fissi sulla carta di fronte a se che scorrono frettolosamente avanti e indietro e le mani che scorrono tra i capelli
"però così non mi aiuti eh" dice facendo il broncio.
È troppo divertente
"ti dico solo di prendila senza le cipolle, non voglio baciarti e avere quello schifo in bocca" dico facendo la linguaccia.
Arriva il cameriere e ordiniamo, io prendo una Diavola e lui una pizza quattro stagioni
"Così almeno c'è un po' di tutto e non devo stare a scegliere che è troppo difficile" mi ha detto prima che arrivasse il ragazzo al tavolo.
Non finirà mai di stupirmi.
Passano all'incirca quindici minuti da quando abbiamo ordinato, entrambi in questo tempo stiamo al telefono e facciamo qualche una storia su insta. Inquadro Lele "allora rega ci hanno cacciato da casa e a me e Lele ci tocca fare San Valentino insieme fuori".
Lui mi sorride "amore dove ti ho portato?" dico guardandolo "a cena nella mia pizzeria preferita" risponde, poi gli prendo la mano e la intreccio alla sua e finisco il video per scrivere ti amo.
Dopo è lui a farne una "allora come vedete io e Tanche stiamo a cena fuori perché Diego ci ha letteralmente cacciato di casa" dice inquadrandomi.
Io lo guardo "Diglielo dove ti ho portato" dico sorridendo "rega non ci crederete ma ha organizzato una cosa troppo bella, mi ama proprio" dice ridendo "dillo però che mi ami anche te" dico facendo la voce tenera "non lo so" dice lui facendo finta di pensarci e poi staccare il video.
Lo so che sono un idiota e che neanche dovrei pensarlo perché sicuramente era fatto apposta, ma quel non lo so è stato un colpo basso
"Mi ami vero?" dico all'improvviso.
Lui mi guarda e incatena lo sguardo al mio, unisce i suoi occhi ai miei in una presa forte e rigida.
È serio e deciso
"si che ti amo, ti amo più della mia vita". Sentirlo pronunciare dalla sua bocca è stato come riprendere a respirare e inconsciamente già sorrido.
Arrivano le pizze e mangiamo ridendo e scherzando come sempre, ci scambiamo dei pezzi, lo prendo il giro per le facce buffe che fa, lui per come muove il naso e dopo mezz'ora non siamo pronti.
"Dimmi quando spendiamo che ti rido i soldi?" Dice Lele
"ma smettila, non ci pensare neanche, è la mia sorpresa perciò pago io" dico voltandomi verso di lui che mi guarda e sorride.
Ci alziamo, paghiamo e usciamo da lì per poi prenderci di nuovo la mano e camminare per le strade di una Milano silenziosa e innamorata.
Chiunque passi attorno a noi sembra essere felice e innamorato ma chissà se lo sono realmente tutti giorni come lo siamo noi.
Ci andiamo a sedere su alcune panchine in una via alberata e ci mettiamo a guardare le stelle, lui si sdraia con la sua testa sulle mie gambe e io gioco con i suoi capelli.
"Quella è la nostra stella" dice indicando un piccolo puntino luminoso proprio accanto alla punta del tetto della chiesa davanti a noi
"ma è piccola Le" dico io cercando di vederla meglio
"sembra piccola solo perché la guardi da lontano, ma in realtà è immensa, proprio come noi che sembriamo così piccoli ma poi siamo due casini belli grossi e insieme sai bene che facciamo il caos più grande mai visto" dice per poi voltarsi verso di me
"prima di conoscere te io odiavo il casino" dico guardandolo dritto nei suoi occhi illuminati dalla luce della luna.
Neanche due secondi dopo ci siamo già scontrati di nuovo assaporandoci come se non lo avessimo mai fatto prima d'ora e ogni volta riesco sempre a scoprire una nuova nota da aggiungere alle altre per non finire mai di innamorarmi di lui ogni giorno che passa sempre di più.
Mi stacco soltanto quando sento arrivare un messaggio che so essere di Diego che mi avverte che lui ed Elisa sono usciti di casa e ha fatto quello che gli avevo chiesto.
Lasciamo che il silenzio faccia ancora da padrone per un'altro po'
"adesso torniamo a casa, fa un po' freddo" dico iniziando davvero a rabbrividire.
Ho aspettato un po' a chiederglielo perché sarebbe stato troppo evidente scappare subito dopo un messaggio, avrebbe iniziato a fare le sue solite domande mettendomi ancora più ansia di quanta già non ne abbia perché si, sto letteralmente morendo dentro perchè quella sorpresa a casa è l'apice della nostra serata perfetta
"si andiamo, stai congelando" dice lui alzandosi e prendendomi di nuovo la mano.
Quando arriviamo davanti casa faccio un sospiro a mezza voce per non farmi sentire e apro la porta e lui mi segue "amore vado in bagno" dice e io rispondo di sì annuendo con la testa.
Okay, adesso come lo faccio andare di là? Avevo omesso questo dettaglio durante il mio piano e adesso si stava per rovinare tutto. Inizio a girare avanti e indietro per la stanza con le mani nei capelli cercando di farmi venire una idea che possa salvare tutto quando mi ricordo che erano avanzate delle candele.
Corro a prenderle e le accendo lasciandogli un sentiero da seguire fino alla nostra camera, poi mi siedo sul letto e aspetto.
Inizio a tremare per il nervoso, lo sento uscire dal bagno e i suoi passi venire lenti verso di me e poi la porta che si apre e lui davanti a me che a stento trattiene le lacrime
"Tanche sei veramente fuori di testa, io non so davvero cosa dire" dice mordendosi le labbra per il nervoso e passandosi la mano dietro la testa freneticamente.
Era proprio la reazione che volevo, l'ho immaginata per tutto il giorno ieri, e adesso è così strano e meraviglioso allo stesso tempo
"non devi dire niente, devi solo sederti qui vicino a me" dico indicandogli il letto.
Lui viene verso di me e si siede
"che cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?" Dice guardando i cioccolatini e tutto quello che c'è nella stanza "semplicemente sei entrato nella mia vita e mi stai accanto, e date le circostanze e come sono fatto so quanto sia difficile e non te ne sarò mai abbastanza grato" dico cercando di incrociare il suo sguardo con il mio
"Quando mi sono innamorato di te l'ho fatto senza conoscerti, semplicemente basandomi su quello che ho sentito quando ci siamo incontrati la prima volta. Avevo il cuore che non voleva fermarsi ed ero perso del tuo sorriso spontaneo che nasceva per ogni minima cosa. Adesso sono passati mesi, ma dentro di me non è cambiato assolutamente niente e quando ti guardo è come se ogni volta rincontrassi quel ragazzo e mi perdessi ancora in quel sorriso, nei suoi occhi verdi e i capelli corti, nei suoi movimenti goffi e stupidi, nei suoi sbalzi di umore o nelle vocine strane che solo lui sa fare, nei modi in cui ci guardiamo e nelle sensazioni che provo ogni volta che la mia pelle sfiora la sua causando un incendio dentro di me" dice facendomi restare senza parole. Rimaniamo semplicemente in silenzio, quel silenzio che tanto fa parte di noi dove ci guardiamo soltanto e lasciamo che siano i nostri sguardi a parlare per noi dicendosi ancora una volta tutti quei fiumi di parole incomprensibili.
Credo che i nostri sguardi abbiano fatto l'amore fin dal primo giorno, ancora prima che noi ce ne rendessimo conto, hanno litigato e fatto pace, hanno riso, scherzato e hanno pianto, si sono ascoltati e si sono capiti, sempre e solo stando in silenzio, e questa è la caratteristica che da sempre ci ha legato e che sempre ci terrà uniti, l'unica che sempre ci fregherà se tenteremo di scappare e l'unica che ci riporterà sempre l'uno dall'altro.
Lo sento avvicinarsi e istintivamente mi mordo il labbro, è così bello e perfetto e la sua sola presenza mi rende instabile.
Si ferma a due centimetri da me senza staccare lo sguardo dai miei occhi, poi si avvicina ancora di più e le nostre bocche si toccano lentamente dando vita a un danza piena di tutte le cose mai dette, ma sempre tenute nascoste per paura di perderci.
Lentamente si sposta sul mio collo salendo fino all'orecchio.
Sento il piacere impossessarsi di me, ha il pieno controllo sul mio corpo, sono completamente ai suoi ordini. Dall'orecchio torna a baciarmi con più foga per poi lasciarmi all'improvviso senza fiato e far scontrare le nostre fronti
"ti voglio"
Le sue parole sussurrate a mezza voce sono come benzina sul fuoco.
Lo butto sul letto e in una mossa veloce sono sopra di lui, occhi contro occhi.
Il desiderio è così forte che lo percepiamo entrambi l'uno contro l'altro.
Mi butto di nuovo sulla sue labbra come se fossero l'unica ancora di salvezza nella mia vita mentre lui mi sfila la maglia in fretta e le sue mani stringono con forza la mia schiena graffiandomi la pelle e facendomi sussultare.
Poco dopo è lui ad essere sopra di me, ci stacchiamo per prendere fiato e al contrario gli tolgo la maglia lentamente ammirando ogni centimetro della sua pelle.
Con la mano gli sfioro la guancia, poi le labbra e lentamente traccio delle linee sul suo petto nudo fino ai bottoni dei suoi pantaloni sentendolo rabbrividire mordendosi con violenza il labbro. Torniamo a baciarci con ancora più passione mentre lui cerca di sfilarmi via i pantaloni e io faccio lo stesso con i suoi rimanendo entrambi con solo i boxer.
Lui si ferma e partendo dal collo inizia a lasciare piccoli segni violacei su tutto il mio petto ogni volta che si sposta per segnare il percorso che traccia, quasi a non voler dimenticare che tutto questo è suo e di nessun altro fino a scendere all'elastico dei miei boxer e toglierli lasciandomi completamente nudo al suo volere.
Pochi secondi e sono dentro di lui e il mio corpo si contrae ad ogni sua mossa spezzandomi il fiato e lasciandomi tremare stringendo tra le mani i suoi capelli per guidare i suoi movimenti. Quando risale verso la mia bocca ribalto la situazione e faccio la stessa cosa.
Lo guardo per un attimo e poi inizio a lasciare una scia di baci partendo dal suo collo fino all'elastico dei suoi boxer per farlo entrare in me e assaporare ogni centimetro.
Si contorce sotto di me aggrappandosi al lenzuolo trattenendo dei gemiti e ci perdiamo entrambi in quel momento. Risalgo lentamente su di lui facendo incontrare di nuovo le nostre labbra che si cercano e i nostri corpi si scontrano premendo l'uno contro l'altro, ma non ci basta, il desiderio cresce e la voglia di possederci sul serio si legge nello sguardo di entrambi
"sei sicuro di volerlo fare?" Chiedo a Lele "se non è con te non è con nessun altro"
Dopo un secondo già è davanti a me con la sua schiena che preme sul mio petto e le mie mani che stringono il suo lasciandogli il segno con le unghie mentre entro dentro di lui.
È la prima volta con un ragazzo per entrambi, è tutto così nuovo e strano, lo sento stringere le sue mani sui miei fianchi ansimando ogni volta che spingo dolcemente per farlo sempre più mio finché non vengo dentro di lui.
Si volta e riprende e baciarmi lentamente per congedare quel momento perfetto fondendo i nostri respiri ancora affannosi
"anche io voglio essere tuo" dico mordendogli il labbro.
Lui mi volta e mi prende per il fianchi, poi mi bacia lentamente il collo ed entra dentro di me.
Gemo a quel tocco così nuovo quanto meraviglioso che mi invade tutto il corpo.
È dolce, sa di tutto l'amore che noi riusciamo a darci, ogni spinta è una promessa che ci facciamo e un ti amo che non riusciamo a dirci.
Le mie mani si stringono attorno al suo collo, i movimenti si intensificando e la stanza si riempie dei nostri gemiti che si fondono all'unisono e per la prima volta posso dire di stare facendo davvero l'amore, il più bello che io abbia mai fatto in tutta la mia vita fino a che non viene dentro di me e sfiniti non crolliamo entrambi sul letto.
Ci guardiamo e non c'è bisogno di dirci assolutamente niente perché quello che dovevamo dirci è stato già detto, adesso possiamo solo rimanere in silenzio e guardarci di nuovo per congedare quelle promesse così belle che ci siamo fatti, perché non so come andrà, non so dove saremo domani, tra un mese o tra dieci anni, ma prometto che qualunque cosa accada io sarò sempre al suo fianco.

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