Posso spiegarti

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Capitolo 76

Mentre cammino per Milano sento che tutto si sta lentamente sgretolando sotto i miei piedi, passo dopo passo un pezzo che viene mancare.
Come ci sono arrivato a questo punto ancora non lo so, sembrava che andasse tutto per il verso giusto e improvvisamente è come se fosse tutto un enorme punto interrogativo e anche le cose che pensavo andassero bene si sono rivelate un fallimento.
Forse è vero, ogni cosa che tocco si rovina e dovrei stare da solo perché non sono fatto per qualcuno, sono tossico per chi mi sta vicino.
Continuo a camminare e i piedi mi si piantano al suolo, si fermano, si incollano e mi trattengono.
Mi chiedo se tutto questo lo stia facendo più per lui o per me, se per una volta nella vita posso mettere qualcun altro prima di me e il mio narcisismo, per lui ne vale la pena.
Arrivo alla stazione e vado verso un parco nelle vicinanze, non voglio che mi vedano di nuovo con lei, la sola idea di foto e pagine che continuano a sparlare della mia vita mi fa salire i nervi, ho già fatto abbastanza danni.
Le scrivo un messaggio e la avverto che sono qui mentre mi siedo sul prato e la aspetto.
Milano è proprio un via vai continuo di persone che non si fermano mai, a volte penso di aver sbagliato anche a trasferirmi se la confronto a Roma, lo stesso caotica, ma immersa di una luce completamente diversa che ti fa sentire quell'aria di magia e arte che purtroppo Milano non avrà mai.
Roma è casa e lo sarà sempre, per questo ogni volta ognuno di noi quando vuole tornare a casa va li, abbiamo tutto, da lì è iniziato tutto.
Forse dovrei allontanarmi anche io e andarmene per un po', mi manca la mia famiglia, mi manca respirare quell'aria diversa che mi ha sempre fatto da sfondo nei momenti in cui prendevo e me ne andavo di casa perché avevo litigato con mio padre, quando prendevo il blocco e le matite e me ne andavo in giro a disegnare tutto quello che riusciva a passarmi per la testa o quelle volte che la sera mi affacciavo alla finestra e pensavo al mio futuro e a quello che ne avrei fatto.
Il pensiero indubbiamente anche adesso va sempre e comunque a lui.
Chissà cosa starà facendo adesso, se sarà fuori con Diego o a casa con sua madre e Giorgia, se starà sorridendo o semplicemente se ne starà sdraiato sul letto a fissare il vuoto.
Chissà.
Mentre la testa continua a vagare la vedo che arriva e cerco di ricompormi velocemente
"Ei" dice sedendosi al mio fianco "di cosa volevi parlarmi"
Me lo sto chiedendo anch'io il perché gli abbia chiesto di venire, continuava a tornarmi in mentre quel immagine di lei, i suoi occhi da cerbiatto e le sua labbra premute sulle mie quei pochi secondi. Continua a sorridermi anche adesso e mi maledico per averla fatta tornare nuovamente, troppo perfetta che sembra stampata a regola d'arte per mandare in fumo le poche certezze che ancora mi rimangono.
"Non riesco a togliermi dalla testa quello che è successo oggi".
Subito distolgo lo sguardo dal suo troppo attento ai dettagli e mando giù il groppo che mi si è formato in gola nel sentirmi così vulnerabile alla sua vicinanza
"Non sentirti in colpa, tutti sbagliamo, mi hai baciata ma è stata anche colpa mia che ho ricambiato. Abbiamo fatto entrambi un errore"
Si, un errore, uno di quelli che però rifarei nuovamente anche adesso solo guardandola mentre si sistema una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio e accenna nuovamente un sorriso
"Se ti dicessi che io quell'errore lo commetterei di nuovo?"
Il solito coglione che spara quello che ha nella testa, non è la prima volta dopotutto, cosa mi aspetto con questa domanda, che mi dica che anche lei mi bacerebbe di nuovo e mi chieda di farlo? Si, è esattamente quello che voglio, ma é solo stupido anche il fatto che lo abbia potuto pensare.

"Se lo amassi non lo tradiresti, non ti sarebbe neanche passato in testa di farlo"

Ebbene io lo stavo tradendo ancora, anche solo con la testa perché si, la testa è il più potente dei legami, se ti leghi con la testa a qualcuno puoi dire addio al resto, è un legame che va ben oltre un corpo perfetto e occhi incantatori, se ti prende con la testa è amore vero, è follia, è ansia, è paura, é voglia costante di scoprire cosa pensa e perché, conoscere tutto e sapere che cosa si nasconde dentro e non vedere solo quello che ti riempie gli occhi, e Lele per me era la testa, era la mia testa, me l'ha presa, l'ha completamente fatta diventare sua, ci ha messo dentro ogni immagine di lui, di noi, della felicità e del domani, perché io con lui ho sempre pensato al domani, veniva così naturale che sembrava tutto esattamente perfetto, sembrava, perché noi siamo sempre stati tutto tranne che perfetti, due conoscenti, due amici, due amanti, due anime in un corpo, ma mai perfetti, è qualcosa di troppo grande e puro e noi siamo troppo incasinati.
Era la testa perché non credo lo sia ancora, non come prima, non se adesso che guardo lei non sento più la sua voce che mi dice che potrei perderlo.
"Sono sicura che te ne pentiresti".
Forse ha ragione, sarei tormentato dai rimorsi, ma se una cosa la voglio me la prendo, è sempre stato così, mi sono sempre buttato anche senza che ci fosse acqua sotto di me.
"E se volessi lo stesso?"
Le sue guance si colorano di un leggero rosa e abbassa subito lo sguardo sulle sue scarpe. Sento come se fossi attratto da una forza che mi attira a lei, il mio corpo si muove senza che possa controllarlo e con una mano le sollevo il viso per far incrociare il suo sguardo con il mio.
Ha gli occhi che brillano, con l'altra mano le accarezzo il viso e la vedo morderai il labbro per il nervoso.
So già che me ne pentirò, ma l'istinto prevale alla ragione, mi avvicino verso di lei soffermandomi a guardarla nei suoi occhi qualche secondo e poi faccio toccare le mie labbra alle sue.
Credo sia uno dei baci più bisognosi che io abbia mai dato a qualcuno, non è attrazione, non è sicuramente amore, solo il bisogno di sentirmi legato a qualcuno e provare qualcosa.
Lei non è lui, non potrebbe mai esserlo e nessuno può farlo, ma le emozioni che sento sono contrastanti, mi offuscano la mente.
Sono così immerso nei miei pensieri che tutto quello che c'è attorno è come se si fosse bloccato e stessimo scorrendo solo io e lei in una corsa contro il tempo, quello che mi separa da lui e mi fa correre ancora più veloce nella speranza che non finisca tutto, non adesso è non così.
Se solo mi fossi fermato al pensiero, se solo non avessi ceduto alla sua mancanza, forse adesso non mi troverei a corrergli dietro, perché si, lui c'era e ha visto ogni cosa.
"Lele ti prego ti posso spiegare".
Le mie urla sono l'unico grido che riesco a percepire, il resto é ancora fermo ai suoi occhi incastrati nei miei nel momento in cui mi ha visto con lei, è bastato un attimo per capire che avevo appena rovinato tutto sul serio cercando di riparare al danno precedente.
"Vattene Tancredi e non seguirmi, è finita".
Ed è finita così, esattamente nell'istante in cui i suoi occhi si sono spenti e hanno smesso di brillare per me, se ne sta semplicemente andando e io non riesco più a seguirlo, lo vedo soltanto sparire e so che non tornerà.
Adesso lo so perché non la sentivo più la sua voce nella testa mentre guardavo lei, sapevo infondo di averlo perso nel momento in cui mi aveva chiesto di non fargli più del male, perché io non sono mai stato in grando di mantenere le promesse e per questo non le ho mai fatte, se non a lui per cui avrei giocato e giocherei anche l'ultimo dei miei respiri per vederlo vivere.
Io sono sbagliato e tossico, quello che tocco si infetta, marcisce e lentamente si distrugge fino a morire e lui ne è rimasto colpito, più di chiunque altro nonostante io volessi l'esatto opposto.
Se è amore ci ritroveremo continuo a ripetermi anche se non ci credo del tutto, quando due occhi che brillavano solo per te si spengono, riaccenderli è complicato, non riusciranno più a guardarti nello stesso modo ma vedranno sempre le ombre del passato che è stato e brillanno meno, io di ombre ne ho troppe anche se so che io e lui siamo destinati.
L'amore è strano, fa giri immensi e ti ferisce, ma torna, torna perché se quella è la tua persona non puoi scappare e noi anche se scappiamo finiamo sempre per rincontrarci, come se fossimo nell'inferno di Dante e il nostro girone fosse quello di due anime destinate a cercarsi continuamente senza mai poter stare insieme, due metà che continuano a vagare per l'eternità cercando la sua. Credo che in fondo lo siamo sempre stati, te cercavi me e io cercavo te.
Io continuerò a cercarti Le, te?.

|| Il tuo nome sulla pelle || TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora