Ti amo perché...

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"Ci fermiamo in questa?" Chiedo a Lele indicandogli una pizzeria vicino al duomo "sei sicuro di volerà andare in quella? Ci saranno sicuramente un sacco di persone non preferisci andare nella nostra?" Dice passando si una mano tra i capelli nervoso. Cerco di avvicinarmi a lui il più possibile per non destare troppi sospetti "Lele ti stai fissando su questa cosa più di me, ultimamente ci stiamo invertendo i ruoli, finiscila okay? È solo una pizza, e se le persone ci guarderanno gli sorrideremo, e se qualche fan ci riconoscerà e farà domande noi risponderemo come abbiamo sempre fatto". Mi guarda negli occhi che con le luci dei lampioni sono ancora più luminosi e si morde il labbro nervoso "fidati di me" gli dico sorridendogli e lui ricambia. Ci avviamo lentamente verso l'entrata e cerchiamo un cameriere per chiedere un tavolo possibilmente che non sia troppo in vista almeno Lele starà più tranquillo e anche io potrò essere più libero. Ci accompagna e ci fa sedere al piano di sopra in una sala completamente vuota "scegliete il tavolo che preferite, trovate i menu poggiati sopra, torno tra poco per le ordinazioni". La sala era completamente vetrata, potevi vedere l'esterno, e le luci della città erano meravigliose, se facevi attenzioni potevi quasi vedere la punta del duomo in lontananza. Ci sediamo proprio accanto alla parete e apriamo i menù, so già cosa prendere, non cambio mai, Lele invece come le altre volte ci mette un eternità e ne approfitto per osservare fuori. Ci sono un sacco di persone che camminano, si tengono per mano, si baciano, altre sono famiglie e istintivamente chiudo gli occhi e immagino noi due al posto di una di quelle coppie, che possiamo finalmente essere felici. "Tanche?" Sento Lele richiamarmi e mi volto verso di lui "ti ho chiamato almeno tre volte, vuole sapere cosa prendi" dice indicandomi con la testa il cameriere che aspettava la mia ordinazione "una diavola" dico accennandogli un mezzo sorriso di scuse e poi una volta finito lo vediamo scendere le scale. Sento Lele allungare una mano e poggiarla sopra la mia, istintivamente sobbalzo, poi mi ricordo di essere soli "che succede?" Mi chiede cercando di guardarmi "nulla tranquillo Le" dico stringendo la sua mano e lui non insiste, semplicemente mi sorride, e lo fa sincero come per dirmi 'quando vuoi ci sono' e io lo so che lui c'è, ce lo siamo promessi di esserci. Arrivate le pizze mangiamo, stranamente in rigoroso silenzio, non mi va di parlare e a quanto pare nemmeno a lui, ci scambiamo ogni tanto qualche sguardo. "Lo prendi il dolce" chiede interrompendo il silenzio che si era creato "dipende che cosa c'è" dico prendendo di nuovo il menu da un altro tavolo "lo dividiamo?" Chiede con la faccia da cucciolo "che cosa tremendamente sdolcinata" dico ridendo "dai Tanche accontentami" dice facendo il labbruccio "e va bene" dico alzandomi gli occhi al cielo "ma solo perché questa è la nostra giornata" dico mentre apro il menu per scegliere "e un'altra cosa, scelgo io". Vediamo il cameriere venire verso di noi per toglierci i piatti "desiderate qualcos'altro?" Lele mi guarda e sta per dire qualcosa "un tiramisù" dico prima che parli, il cameriere annuisce e poi se ne va "io volevo il cheesecake" dice dispiaciuto "puoi sempre ordinarlo". Mi fa il dito medio e poi incrocia le braccia. Il cameriere torna e porta l'ordine, prendo il cucchiaino e ne prendo un po'. Guardo Lele le ancora ha le braccia incrociate e mi fissa "che c'è adesso neanche lo mangi?" Dico ridendo "no" risponde saccato. Prendo un altro cucchiaino e lo allungo verso di lui "dai prendi". Lui gira la testa "ti ho detto di no". Mi avvicino ancora un po' di più verso di lui "sei proprio sicuro di non volerlo condividere con me?". Lo guardo dritto negli occhi e gli sorrido, per un po' insiste a non guardarmi poi si volta e lo mangia "ammettilo è più buono mangiato prima da me". Lui sorride "in realtà no" dice alzando gli occhi al cielo e prima che io dica una parola mi frega il cucchiaino e prende il piatto "adesso lo mangio io" dice soddisfatto "dai Le". Lui fa segno di no con la testa "adesso se ne vuoi un pezzo mi devi dire qualcosa di carino". Sbuffo "dimmi che non fai sul serio" lui si avvicina "sono più che serio" e poi si allontana di nuovo, prende un cucchiaino di dolce e lo mangia tutto mentre mi guarda. Non voglio cedere, però voglio il dolce, e Lele lo sta praticamente finendo "sei bellissimo" gli dico mentre sta per mangiare un'altro cucchiaino "devi fare di meglio". Sbuffo di nuovo e poi lo guardo serio "ti amo, come non ho mai amato nessuno, ti amo perché sei semplicemente te, con tutte queste tue insicurezze e costante bisogno di sentirti dire quello che provo, ti amo e ti amerò sempre, anche se mi stancassi di te o te di me io ti amerei comunque, perché sei parte di me e questo non può cambiare, sia che stiamo insieme o no, ti amo e basta Lele". Lui rimane un attimo fermo con il cucchiaino sospeso tra le mani, l'ho colto di sorpresa sicuramente, ne approfitto per toglierglielo dalle mani e mangiarlo "me lo sono meritato eh" dico con ancora il dolce in bocca "era troppo bello per essere vero" dice abbastanza provato "ei, ero serio" dici allungando la mia mano verso la sua "quelli sono solo alcuni degli infiniti motivi per cui ti amo". Mi sorride "il dolce comunque è finito" dice indicando con la testa il piatto "dai andiamo a pagare e andiamo a casa, finiamo la serata con netflix sul divano". Ci alziamo, scendiamo giù per andare a pagare e poi ci avviamo verso la metro. Appena arriviamo a casa mi butto sul divano, sono esausto, questa giornata è stata bellissima ma anche stancante "Tanche puoi venire un attimo di qua?" Urla Lele dalla camera "Lele sono stanco, dai muoviti vieni qui che sto per mettere la serie" dico cercando il telecomando "dai Tanche un secondo" dice ancora urlando quasi implorandomi. Mi alzo svogliatamente dal divano e vado verso la camera "che c'è?" Dico entrando. Giusto il tempo di finire la frase che lui mi bacia, uno di quei baci che ti vogliono davvero, che desiderano ogni centimetro della tua pelle come se ne andasse della loro stessa vita, come se ne dipendessi e ne avessi bisogno per sopravvivere. Mi attira verso di se finché non mi ritrovo con la schiena contro il muro le sue mani mi stringono i capelli, le mie sono sui sui fianchi che stringo leggermente ogni volta che morde le mie labbra. Inizia a scendere con le mani sul viso e poi sempre più in basso fino a sotto la mia maglia per poi toccarmi la schiena iniziandola a togliere. A quel tocco mi irrigidisco, le sue parole tornano di nuovo nella mia testa e sento il mio corpo farsi sempre più piccolo "Tanche che c'è?" Chiede staccandosi leggermente da me per guardarmi "non mi sembra il caso di andare oltre, non dopo tutto quello che è successo, sarebbe come se la giornata di oggi fosse stata inutile" dico abbassando lo sguardo. Lui indietreggia e continua a guardarmi "vuoi dirmi che ancora pensi a quelle parole?" Dice deluso "non sono solo le parole che mi tormentano, non voglio che succeda qualcosa e magari ti penti e pensi che io abbia fatto tutto questo oggi solo per avere qualcosa in cambio perché credimi, non me ne frega assolutamente niente e non voglio che tu ti senta obbligato a fare qualcosa, ho paura Lele". Alzo lo sguardo e lo punto nei suoi occhi nocciola per rifugiarmi in lui. Si avvicina di nuovo verso di me e poggia la sto fronte contro la mia "non lo avrei mai pensato, al contrario dopo oggi ho capito che se c'è una cosa di cui non saresti mai capace è proprio quella, almeno non con me. Non avere paura, Non mi perderai più per una cosa così, ne ora ne in futuro". Sentire quelle parole e come tornare a respirare, avevo bisogno di sentirglielo dire, volevo lo facesse, volevo che scacciasse via tutte le paure e in quel gesto c'è riuscito. I nostri respiri vanno all'unisono, siamo ancora fronte contro fronte e i suoi occhi sono nei miei "adesso ti prego lasciati andare, ho bisogno di te, del vero te". Ci baciamo di nuovo, dolcemente, senza troppe pretese, lui che cerca me e io che cerco lui, come è sempre stato e sempre sarà. Le sue mani lentamente scendono di nuovo sotto la mia maglia, ma stavolta lo lascio fare, lo lascio prendersi cura di me perché non è lui ad averne bisogno, ma io. Faccio lo stesso con lui e accarezzo la sua schiena sentendolo tremare sotto il mio tocco e poco dopo siamo entrambi nudi sul letto con lui sopra di me che continua a baciarmi con delicatezza.
Scende sul collo, mi accarezza le braccia e sussurra parole dolci ogni volta che incontra con le labbra la mia pelle prima di posarci un leggero bacio e stringere lembi di pelle per lasciarne un nuovo segno di lui. Stavolta non è come le altre, lo sento da come il suo corpo trema e si posa sul mio con delicatezza, come le sue mani recuperano in necessario dal comodino e scendono a prepararmi con cura suggellando ogni gemito con dei baci a labbra aperte e promesse silenziose.
"Ti amo".
Le sue parole soffiate tra le nostre labbra, i suoi occhi ora verdi e pieni di luce della luna piena che dalla finestra illumina il suo profilo di quell'azzurro tenue mentre lentamente entra dentro di me dolce e intreccia le sue mani alle mie ai lati del letto poggiando la fronte sulla mia respirando sempre più forte ogni volta che aumenta le spinte.
Non l'ho mai desiderato tanto, non l'ho mai sentito così tanto mio come adesso, non siamo mai stati così tanto un solo corpo e una sola anima, ci siamo completamente persi per ritrovarci nell'unico posto in cui sapevamo che ci saremmo ritrovati. Avevamo bisogno entrambi l'uno del corpo dell'altro, lui di sentirmi suo e io di esserlo completamente con il totale controllo su ogni parte di me.
Neanche quando la sua mano scende fino alla mia intimità e piano la fa sua smette di guardarmi negli occhi e promettermi di restare.
Il corpo mi trema, si stringe sempre di più al suo nel calore dell'amore che sempre di più cresce finché entrambi all'apice dell'amplesso veniamo insieme con un bacio a chiudere il momento.
Si lascia cadere sul mio petto, i capelli a solleticarmi il collo e una mano a stringere i fianchi accarezzandoli con i polpastrelli.
"Scusami" sussurra tornando a guardarmi.
Allungo una mano sulla sua guancia e la accarezzo cancellando l'unica lacrima che è sfuggita sul suo volto ancora arrossato ora voltato di lato con gli occhi chiusi.
"È tutto okay".
Poggi le sue labbra sulla mia mano e si volta accennandomi un sorriso per poi sdraiarsi accanto a me e appoggiare la sua testa sul mio petto.
"Ti amo così tanto Tancredi" dice all'improvviso "ti amo anche quando fai lo stronzo e l'acido, ti amo in ogni tua sfumatura, anche quando la mattina a volte ti alzi e mi mandi a fanculo senza motivo, ti amo perché di te c'è ne è uno solo e ti voglio con tutti i pregi e difetti che ti rendono ancora più unico, ti amo perché in un mondo di forse sei la sola risposta a cui direi sempre e solo si, ti amo perché mi rendi migliore solo standoti accanto e mi permetti di viverti ogni giorno, ti amo e basta e lo farò finché mi permetterai di farlo". Si volta verso di me e i suoi occhi brillano, gli prendo la mano e la intreccio alla mia. Non dico nulla, lui sa già quello che penso, non sono uno a cui piace fare discorsi, preferisco dimostrarlo con i fatti, e questo è un momento in cui il solo guardarsi può dire più di tutto il resto. Prendo il telefono e entro un po' su Instagram, ho un sacco di notifiche, scorro tra i post e inizio a vedere una miriade di post in cui ci siamo io e Lele al ristorante che ci teniamo la mano e ci sorridiamo. Mi sento morire, il corpo si blocca e inizio a sudare freddo "Cazzo" dico facendolo spostare da sopra di me per alzarmi "che succede?" Chiede preoccupato "vai e vede tra i tag". Prende il suo telefono e va su Instagram "merda Tancredi merda, te lo avevo detto io che non dovevamo andare lì e dovevamo andare nella nostra pizzeria, ma hai voluto fare di testa tua come sempre e adesso siamo nella merda cazzo". Non so che fare, le fan sono completamente impazzite, sono felicissime per noi ma non era così che dovevo saperlo e soprattutto non possiamo farlo sapere, dobbiamo trovare una scusa per smentire immediatamente tutta questa situazione prima che arrivi all'agenzia e diventi ancora più seria "e adesso che facciamo?" Mi chiede preoccupato "non ne ho idea".

***SPAZIO ME***

Scusate l'aggiornamento a quest'ora ma ho avuto poco tempo per scrivere e appena ho finito come sempre ho aggiornato senza neanche correggere quindi scusate eventuali errori. Fatemi sapere nei commenti perché come sempre la vostra opinione per me è importante e mi da modo di scrivere nel migliore dei modi.
La vostra Deb sempre con voi☀️

|| Il tuo nome sulla pelle || TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora