Solo sesso, nient'altro

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È sempre più difficile convivere in questa situazione in cui ci troviamo, mi sta iniziando a stare stretta, non riesco più a essere me stesso, non poter dire liberamente a tutti che sto con Lele rende tutto più complicato e ogni giorno è sempre peggio. Lui invece non sembra viverla male, passa le giornate come nulla fosse, si alza, mangia, gioca alla play, a volte esce con Diego, la sera facciamo l'amore e nient'altro, non parliamo più, è diventato tutto uno schema che si sussegue mentre io sto sempre attaccato al cellulare o alla play quando non c'è lui per evitare di impazzire o dare di matto. Oggi Gian va da Marta per fare alcune cose e Diego deve andare da Elisa che a quanto ho capito le cose non vanno molto bene tra di loro e devono incontrarsi per stare insieme e decidere cosa fare, quindi rimarremo solo io e Lele a casa. L'idea non mi entusiasma molto, di solito avrei colto l'occasione per organizzare qualcosa di bello e goderci tutto il tempo che avevamo a disposizione, ma adesso ho solo voglia di vederlo il meno possibile per evitare discussioni per cui andremo avanti a litigare sicuro per giorni "quanto stai via?" Chiedo a Gian che si sta preparando la borsa con le sue cose per partire "tre massimo quattro giorni, non di più, perché me lo chiedi?" Dice perplesso "no nulla, ve ne andate sia te che Diego e non me la sento di rimanere da solo con Lele" dico abbastanza provato "bro cerca di sfruttare l'occasione per mettere apposto le cose, non partire con il piede sbagliato, altrimenti non cambierà mai la situazione" dice sedendosi sul letto "hai visto anche te che non sta andando, insomma guardaci, non è più come prima, sembra che abbia perso l'interesse nei miei confronti e tutto quello che succede sia una routine, e stiamo insieme da neanche un mese, figurati se fossero anni" dico mettendomi seduto accanto a lui "e perché non glie ne parli invece di far finta di nulla". Alzo lo sguardo che fino a quel momento era fisso sulle mie scarpe e lo guardo "Gian stai parlando di Lele, prende qualsiasi cosa come un modo per offenderlo e se gli dicessi una cosa così di sicuro andrebbe fuori di testa e penserebbe che voglia lasciarlo o qualche sua strana idea". Lui ride "si, probabilmente andrebbe così, ma neanche puoi stare in questo modo, dovrete pur sempre affrontare il problema, non potete continuare così a lungo e credimi, meglio farlo subito che tirarla per le lunghe" dice cercando di rassicurarmi "te cerca di tornare presto okay?" Dico dandogli un abbraccio prima che esca dalla porta di camera e vada via con Diego. Sono solo le 10.30, Lele sta facendo colazione e io mi sono metto a giocare un po' alla play per non dovergli parlare, non sono ancora pronto a farlo, so che Gian ha ragione e devo provarci il prima possibile, ma voglio aspettare un'altro po' per vedere se può andare meglio. Appena finisce Lele prende il joystick per unirsi alla partita di COD che stavo facendo e si mette seduto accanto a me. Cerco di lasciar perdere i miei tanti pensieri e concentrarmi sulla partita, ma come sempre finisce che non ci riesco e come tutte le volte lui mi batte "anche stavolta ti ho stracciato" dice una volta finita la partita "sai che novità" dico alzandomi per andare in cucina a prendere qualcosa da bere. Sento i suoi passi seguirmi "Tanche che cos'hai?" Chiede squadrandomi un po' "nulla Lele" dico tornando in sala per mettermi seduto sul divano con il cellulare "non prendermi per il culo, lo so che hai qualcosa, ti conosco ormai" dice seguendomi e mettendosi seduto vicino a me "Lele non mi va di parlarne okay? Lasciami stare" dico abbastanza irritato. Lui smette di guardarmi e si mette anche lui al cellulare. Neanche un'ora che gli altri sono andati via e già vorrei che tornassero, la sua presenza mi mette a dura prova, vorrei urlargli che non va bene niente, ma poi finiremo per litigare sicuramente in maniera pesante e non so quanto sia conveniente. Passa un'altra ora in cui non ci parliamo ne ci guardiamo ed è quasi ora di pranzo, mi alzo per vedere se in frigo c'è qualcosa per prepararmi un panino, ma ci siamo dimenticati di fare la spesa e quindi non c'è nulla. Mi volto verso Lele "cosa vuoi per pranzo?" Dico prendendo il telefono per ordinare "non mi va niente" dice senza neanche guardami continuando a fissare il telefono "smettila di fare il coglione e dimmi cosa vuoi, sto facendo l'ordine" dico cercando di farlo smettere di ignorarmi "ti ho detto che non voglio nulla e smettila di offendere" dice guardandomi per un secondo "che c'è adesso te la prendi per così poco?". Non mi risponde e fa finta di non avermi sentito "fa come pare" dico prima di inviare il mio ordine e andarmi a sedere di nuovo sul divano. "Tancredi che cazzo c'hai, mi spieghi che cosa ti prende? In questi giorni sei strano, quasi mi eviti e quando stiamo insieme scopiamo e basta, il resto del tempo neanche mi guardi" dice abbastanza preoccupato "quindi per te scopiamo e basta eh?" Dico alzandomi di scatto abbastanza irritato per quella frase "non volevo intendere quello, insomma capiscimi" dice alzandosi per venire verso di me "no che non ti capisco Lele, non ti capisco più da un po', in realtà tutto quello che sta succedendo non lo capisco, non sei più come prima, passi te tue giornate sul divano o ad allenarti, mangi, fai qualche video, ne facciamo qualcuno insieme e poi nient'altro, come se fossi un semplice inquilino, sembra più il tuo ragazzo Diego che io" dico urlandogli contro "potrei dire lo stesso di te, ti alzi la mattina e neanche mi guardi, giochi alla play quasi tutto il giorno, fai video e poi stai sempre al cellulare, o con la musica o al computer in camera e ti ricordi di me solo la sera quando ti viene voglia di scopare, perché si, a questo punto penso che tu stia con me solo per quello". A quelle parole mi si ferma il cuore e non riesco a rispondergli. Come può pensare questo di me? Come può anche solo passargli per la mente un pensiero così "Lele dimmi che non lo hai detto davvero" dico cercando di rimanere calmo ed essere il più serio possibile. Lui distoglie lo sguardo dal mio e si volta camminando per la stanza "Lele cazzo dimmi che non lo pensi veramente". Si blocca all'improvviso rimanendo sempre a testa bassa "si Tanche, lo penso".
I suoi occhi si puntano per un secondo nei miei e tanto basta a farmi sentire piccolo e disintegrarmi, tutto sembra diventare sempre più opprimente e l'aria si restringe fino a mancare.
Raggiungo il divano e mi siedo con la testa tra le mani e un senso di orrore e malinconia che mi secca la gola "non puoi dirmi questo, non dopo tutto questo tempo" dico a mezza voce voltandomi di nuovo verso di lui che non mi guarda più "ti ho dato il mio cuore, ho lottato per noi ogni singolo giorno, ho cercato di essere quello che volevi, quello che ti faceva stare bene e l'unica cosa che riesci a pensare e che io stia con te per il sesso e nient'altro? Come può anche solo sfiorarti l'idea? Quante volte la sera prima di dormire ti abbracciavo perché sapevo che a te piacesse svegliarti e trovarti protetto? Quante volte ho aspettato che ti addormentassi solo perché ti vedevo triste e avevo paura che ti svegliassi e avessi bisogno di me? Quante volte ho preferito passare la notte a parlare di niente piuttosto che fare altro? Non te lo ricordi più? Se ti dava così fastidio la mia presenza potevi benissimo dirlo senza arrivare a tanto, ma sai cosa? Adesso non mi va più di scopare quindi puoi stare tranquillo, non mi vedrai neanche per sbaglio in questi giorni". Mi alzo dal divano e vado in camera, mi chiudo la porta alle spalle e mi lascio cadere con la schiena appoggiata. Mi ha fatto male, mi ha spezzato in due, ha rotto l'unica sicurezza che credevo di avere, l'unica cosa per cui avevo e avrei lottato sempre, noi. C'è il vuoto adesso, le sue parole che non mi lasciano andare mi tormentano, non riesco ancora a realizzare che sia successo davvero e che lui me lo abbia sputato in faccia senza neanche pensarci un secondo, come se quello che dicesse non mi toccasse ne mi ferisse quando in realtà ha ucciso qualcosa dentro di me. Suona il campanello, sento la voce di Lele e quella del ragazzo delle consegne e poi la porta che si chiude con i passi di Lele verso la camera. Si ferma un secondo fuori "Tanche" dice a bassa voce, ma io non rispondo, non voglio aprire la porta e vederlo, voglio solo che sparisca e stia lontano da me, lo sento sospirare e poi poggiare a terra la busta con il cibo davanti alla porta per poi andarsene. Non mi va neanche più di mangiare, ho lo stomaco sottosopra chiuso in una morsa. Mi sdraio sul letto e mi metto le cuffie, metto la mia playlist e lascio che le canzoni mi liberino la testa. Piango. Ne sentivo il bisogno da giorni ma trovavo sempre un pretesto per non farlo, perché volevo essere più forte di così, più forte per noi, credevo di sbagliarmi e che le cose si sarebbero messe apposto come sempre, ma stavolta è diverso, noi siamo diversi. Forse semplicemente abbiamo fatto tutto in maniera sbagliata, forse io sono quello sbagliato e lui non si merita uno come me. Tutti questi dubbi si prendono a cazzotti nella testa che si fa sempre più pesante, chiudo gli occhi e le lacrime non vogliono smettere di scorrere incessanti senza farmi trovare pace e sento che sto per crollare davvero, voglio provare a dormire, non voglio più pensarlo, voglio scacciarlo via per un po'. Ci devo riuscire.

***SPAZIO ME***

Eccolo qui il tanto atteso capitolo, scusate la mia assenza ma lo studio mi sta portando via un sacco di tempo e scrivo quando riesco a trovare un buco libero che mi permetta di riuscire a esprimere appieno quello che sento.
Fatemi sapere nei commenti.
La vostra Deb sempre con voi☀️

|| Il tuo nome sulla pelle || TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora