Ancora in due

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Capitolo 66

Risvegliarsi finalmente nel proprio letto e con la persona che ami accanto è quello che mi serviva. Mi mancava, dannatamente tanto, dormire stretto a lui e sentire il suo corpo accanto al mio per tutta la notte senza mai lasciarmi un attimo, le sue braccia che mi cingevano la vita e i suoi capelli che mi solleticavano dietro al collo. Quando apro gli occhi è ancora tutto esattamente uguale, lui ancora lì, il viso rilassato, la bocca socchiusa e un piccolo sorriso. Lo osservo per qualche minuto e gli accarezzo i capelli con la mano, profumano di muschio, quel profumo che mi è sempre piaciuto dalla prima volta. Finalmente si sveglia e mi guarda, gli zigomi si gonfiano fancendo si che i suoi occhi si riducano quasi a due fessure e un sorriso si faccia strada sul suo viso, allunga una sua mano e la porta sopra la mia tra i suoi capelli per prenderla e avvicinarla a se stringendola "buongiorno" mi dice con ancora la voce assonnata "buongiorno" gli rispondo sorridendogli "oggi dovrebbero arrivare anche Cecia e Zoe, erano molto preoccupate quando hanno saputo che eri in ospedale" dice prendendo il suo telefono. Una sensazione strana mi invade dalla testa ai piedi, l'ultima volta che sono state qui Lele è stato tutto il giorno con Cecilia e io rischiavo di andare fuori di testa solo a vederli vicini. Con loro ha sempre avuto un bel rapporto, sono sempre le sue migliori amiche, lo hanno sempre aiutato anche quando io non c'ero per lui, le considera parte di lui, la sua vita, ma tra le due con Cecilia sicuramente c'è più attrazione, di Zoe invece non mi sono mai preoccupato. Si volta verso di me e nota subito la mia preoccupazione "c'è qualcosa che non va?" Dice scrutando ogni mio movimento "sono solo preoccupato" dico cercando di sembrare il più tranquillo possibile. Lui posa il telefono "per cosa?" Chiede "non voglio che succeda come l'ultima volta che abbiamo litigato per Cecilia" dico quasi a mezza voce. Lui si avvicina a me e poggia una mano sulla mia guancia continuando a fissarmi "non succederà niente perché tra me e lei non c'è niente Tanche, io amo te". Tolgo la sua mano e mi siedo sul bordo del letto dandogli le spalle "lo so che mi ami Le, è solo che quando state così vicini mi sembra di impazzire". Lui si avvicina e avvolge le sue braccia attorno al mio petto "Tanche guardami" dice vicino al mio orecchio e con una mano mi fa voltare verso di lui "è la mia migliore amica e non c'è assolutamente nulla, voglio te okay? Solo te". Gli do un bacio, senza dire niente, ho solo bisogno che quelle labbra si posino sulle mie senza troppi giri di parole, lui per me e io per lui. Aprirmi è stato difficile, lasciare che quello che sentivo venisse fuori è stato come mettermi a nudo davanti a lui e se l'ho fatto è perché ne sentivo io per primo il bisogno, ma anche perché sapevo che lui non mi avrebbe mai fatto male, non quanto glie ne ho fatto io. "Mi aiuti ad alzarmi?" Chiedo una volta che i nostri occhi tornano a guardarsi "certo" dice prendendomi il braccio attorno al suo "Quando hai la visita di controllo in ospedale?" Chiede mentre andiamo fuori dalla camera "tra una paio di giorni" dico "ti accompagno e andiamo insieme" dice regalandomi in sorriso "quando la smetterai di essere così iperprotettivo?" Dico con tono di rimprovero "non mi sento obbligato se è quello che pensi" dice serio "non parlo di questo, non voglio che continui a sentirti in colpa". Lui si blocca "mi preoccupo per te okay? Smettila di dirmi cosa devo fare". Il suo sguardo si è incupito e il suo corpo si è irrigidito, mi guarda un'ultima volta e poi si volta lasciandomi lì in piedi da solo sullo stipite della porta del bagno. La apro e entro guardando il mio riflesso allo specchio dopo un sacco di tempo. Il viso è leggermente scavato sulle guance, le clavicole sono più sporgenti per i chili che ho perso nell'ultimo periodo, ci sono i segni dell'incidente ancora visibili su tutto il petto e sul bacino le cicatrici dell'operazione ancora da risarcire completamente. Cerco di togliere da solo i vestiti ma sento il solito dolore forte. Cerco di sedermi sul water e provo a sfilare di nuovo i pantaloni ma di nuovo il dolore si espande per tutto il corpo. Ci penso un attimo se richiamarlo o no, ma ho bisogno del suo aiuto "Lele perfavore puoi venire?". Non sento nessuna risposta quindi mi alzo e vado verso la porta per richiamarlo ma in quel momento la sua figura mi si palesa davanti "cosa c'è?" Chiede osservandosi intorno e poi posando lo sguardo su di me "mi potresti aiutare a fare la doccia? Non riesco da solo" dico un po' imbarazzato. Senza rispondere mi sorpassa e apre l'acqua della doccia per farla venire calda e mi guarda, io faccio lo stesso con lui finché non ci troviamo con l'acqua che scorre e gli sguardi incatenati "cosa stai aspettando?" Dice interrompendo il silenzio che si era creato. Mi avvicino verso di lui e mi faccio aiutare a svestirmi per poi entrare dentro il box dandogli le spalle. Prendo la spugna e passo del bagnoschiuma su di essa per strofinarla sulla pelle mentre sento il suo sguardo puntato addosso che mi perfora. Quando mi volto e lo guardo distoglie velocemente lo sguardo voltandosi verso il lavandino "scusami per prima, non avrei dovuto trattarti male, ti prendi cura di me e io sono solo il solito stronzo. Mi dispiace Le". Il suo sguardo torna a fissarsi nel mio per qualche secondo, poi lo sguardo mi cade sul sulle sue labbra e lui se ne accorge mordendosele. Il suo sguardo mi scruta da capo a piedi e poi di nuovo di avvicina, gli passo la spugna e lui inizia a passarla sulla mia pancia, scendendo lentamente sulle gambe. A quella vicinanza senso il mio corpo irrigidirsi e lui lo nota, infatti alza lo sguardo verso di me. Gli sorrido e lui continua a lavarmi, poi quando ha finito mi risciacquo sotto il getto dell'acqua. Lui non smette di fissarmi per un attimo e lo stesso faccio con lui. Senza pensare lo attiro per la maglia e faccio scontrare le nostre labbra sotto l'acqua che adesso bagna entrambi. Ci baciamo con passione, con amore, con trasporto e sentimento, lasciamo che quella rabbia che entrambi sentiamo si sprigioni e venga fuori, è il nostro modo di urlarcela, di dirci che ci odiamo tanto quanto ci amiamo. Mi aggrappo sempre di più a lui portando le mie braccia dietro al suo collo mentre le sue mani scivolano lungo la mia schiena. Quando non riusciamo più a respirare ci stacchiamo e poggio la mia fronte contro la sua. Lo sento sorridere "questo che cosa era?" Chiede con ancora il respiro affannato "ho bisogno di te Lele, ho bisogno che curi ogni mia ferita".
Mi sorride ancora, lo sguardo adesso più languido, senza dire nient'altro riprende a baciarmi, gli sfilo la maglia e la lascio cadere per terra di fianco a noi affondando le dita nella sua pelle morbida, scendo a baciargli il collo tirando un lembo di pelle tra le labbra per assaporarne di nuovo il sapore che tanto mi mancava mentre le sua mano mi accarezzano fino a stringere i fianchi. Si stacca da me e si toglie anche i pantaloni e boxer rimanendo completamente nudo sotto il mio sguardo. Lo attiro di nuovo a me per baciarlo e i nostri corpi si scontrano provocando brivido soffocato nelle labbra di entrambi. Con la mano scende dal mio fianco fino alla mia intimità prendendola e iniziando a fare movimenti lenti mentre le sue labbra percorrono tutto il mio collo e le spalle. Mi era mancato tutto questo, appartenergli fino a consumarci, sentire come le sue mani sappiano dove posarsi su di me ogni volta. È tutto esattamente come lo ricordavo se non migliore, ogni movimento che fa una nuova connessione tra di noi che mi porta a stringere ancora la presa sulle sue spalle soffocando gemiti contro la sua pelle. Quando sto per venire affondo ancora di più le dita sulla sua pelle finché non sento i movimenti decelerare e il suo sguardo incatenarsi al mio. Rimaniamo così, semplicemente fronte contro fronte in silenzio con solo l'acqua che scorre a lavare entrambi, le sue mani sui miei fianchi e le mie sulle sue spalle. È l'unica persona che io vorrò sempre anche quando non voglio nessuno, l'unico per cui sarei disposto a tutto senza pensarci due volte. "Mi sei mancato" dico spezzando il silenzio a due centimetri dalle sue labbra "mi sei mancato anche te" dice alzando lo sguardo verso il mio perdendomi in quegli occhi con cui farò sempre l'amore ogni volta che li guardo e che mi fottono senza chiedere il permesso. Chiudo il getto d'acqua e entrambi usciamo, mi passa un accappatoio per mettermelo e lui fa lo stesso "torno subito, vado a vestirmi" dice prima di uscire dal bagno e lasciarmi da solo. Mi guardo di nuovo allo specchio e stavolta sorrido, un sorriso che é solo merito suo perché il solo averlo affianco mi fa sentire bene e meno sbagliato. Lo vedo tornare di nuovo, i capelli ancora bagnati che lo rendono ancora più bello e un semplice pantalone di tuta e una maglia a maniche corte. Mi siedo sul water e lui mi aiuta a mettere i boxer e i pantaloni, mi infilo la felpa e poi mi aiuta con le scarpe, mi alzo e insieme usciamo dal bagno per andare in salone dagli altri. Sono le 13.00, i ragazzi hanno già preparato il pranzo, ci sediamo e mangiamo tutti insieme "a che ora arrivano le ragazze?" Chiede Diego "alle 14.15 dovrebbero stare qui" dice Lele e di nuovo quella sensazione si insinua in me, però cerco di frenarla perché mi fido di lui e soprattutto, dopo quello che é successo, sono ancora più sicuro che lui mi ami "tra poco arriva anche Valerio" dice Diego e non so perché, ma a quelle parole mi sento ancora più sollevato. Lui e Cecilia sono ottimi amici, quasi quanto Lele, e lui sa quanto io sono geloso di lui, glie l'ho detto più volte e ne abbiamo discusso insieme e ovviamente anche lui dice di non preoccuparsi. Lui e Lele si conoscono da sempre, già da quando Diego e Lele avevano il loro canale YouTube. Valerio è parte della vita di Lele, è un legame così profondo che a parole non lo spieghi, si tratta di legarsi nell'anima, un legame che ti porti dietro per tutta la vita, senti quando l'altro ha bisogno di te e corri da lui. Se non fosse perché conosco così bene Valerio ne sarei tanto geloso quanto Cecilia, alle volte li vedo abbracciati che dormono insieme e che sorridono per delle cazzate come Lele fa con me e sento la voglia di urlargli in faccia, ma poi mi ricordo che Valerio è così. Valerio è quella persona che appena la vedi ti regala i migliori sorrisi e fa di tutto per mostrarti sempre la sua parte migliore, ma quando lo conosci affondo scopri che quella è solo una maschera perché in realtà è così fragile che a toccarlo con troppa forza quasi si spezza. Mi ha sempre fatto da spalla, è parte di me, ci somigliamo così tanto che a volte mi spaventa proprio questo, magari Lele rivede in lui quello che vede in me con la differenza che Valerio non gli farebbe mai del male proprio perché quel legame che hanno è troppo profondo. Quando sentiamo il campanello suonare un brivido mi percorre tutta la schiena e capisco che è arrivato il momento di affrontare l'ultimo vero grande problema, spero soltanto di non sbagliarmi e che per una volta tutto vada come deve.

***SPAZIO ME***

Ciao a tutti come state? Ecco il nuovo capitolo, come sempre avevo ispirazione a quest'ora tarda. Ci tenevo a ringraziare Marta che oltre a leggermi la mia storia e mandarmi scleri per ogni capitolo che aggiorno, mi ha anche aiutato a scegliere delle frasi da pubblicare sulla mia pagina Instagram @familyq4addicted per chi non lo sapesse. Fatemi sapere cosa pensate del capitolo come sempre nei commenti che io leggo e che mi fanno sorridere perché siete tantissimi e mi fate sentire importante.
La vostra Deb sempre con voi☀️

|| Il tuo nome sulla pelle || TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora