Capitolo 16
Ieri è stata una giornata davvero di merda, vorrei soltanto poterla cancellare e fare finta che non sia successo nulla, ignorare tutto quello che ho sentito e continuare solo per la mia strada senza voltarmi indietro, perché deve essere così dannatamente complicato? Subito di prima mattina i pensieri mi attanagliano la mente, oggi voglio stare un po' con Ginevra, ieri l'ho completamente dimenticata e mi sento di aver sbagliato, voglio organizzarle qualcosa di speciale, così mi distraggo da tutto e mi concentro solo su di lei che infondo se lo merita. Voglio portarla a cena fuori, comprarle dei fiori e poi magari un film al cinema, uscire di casa e lasciarmi tutto alle spalle e pensare soltanto a distrarmi.
È ora di pranzo, Diego ha preparato un po' di pasta, la riscaldo e mangio velocemente. Scorro un po' su tiktok e Lele ha messo un nuovo video, ci siamo io lui e Valerio. È un video vecchio, lo abbiamo fatto un po' di tempo fa, ancora prima che iniziasse tutto, non trovo il senso di metterlo proprio adesso, sicuramente c'è una spiegazione, non fa mai le cose a caso, ma al momento non mi viene niente in mente. Mi alzo e vado in camera, mi vesto e poi esco di casa.
Stare da solo mi è sempre piaciuto, mi ha sempre aiutato a rilassarmi e ritrovare un po' me stesso. Cammino intorno ai giardini e mi sdraio sull'erba con il sole che mi scalda la pelle, finalmente trovo un po' di pace dopo giorni di inferno e respiro aria pulita, ci sono un sacco di bambini intorno che giocano. Vorrei tanto essere spensierato come loro in questo momento, sorridere semplicemente perché è una bella giornata o perché sto ascoltando la mia canzone preferita, pensare che va tutto bene e sto solo sognando. Le ore passano così in fretta che sono già le 16.30, torno a casa e i ragazzi mi guardano preoccupati non sapendo dove fossi stato, io come sempre tiro diritto e vado in camera. Devo preparare tutto per stasera, chiamo Antonio e ordino un tavolo al ristorante dove siamo stati la prima volta che ci siamo detti ti amo e poi cerco su internet qualche fioraio nelle vicinanze perché voglio fare le cose fatte bene. Cerco dei vestiti adatti, qualcosa di un po' più elegante. Scelgo una bella camicia blu, un pantalone nero e un paio di scarpe mai messe prima, riservate solo alle occasioni importanti e li appoggio sul letto. Bussa Diego in stanza "bro che fai? Dove vai con vestito così?" Dice guardandomi un po' sorpreso "stasera voglio fare una sorpresa a Ginevra e invitarla fuori a cena, una cosa speciale per distrarmi un po' visto che in questi giorni ho dedicato il tempo ad altro". Diego mi guarda e non sembra molto felice di quello che ho appena detto, lo vedo da come corruccia la fronte "stai attento, potresti aver sbagliato tutto completamente e non aver capito un cazzo, sei ancora in tempo per fare le cose nel modo giusto". Detto questo mi lascia lì come un certino e esce dalla stanza e non capisco se si sta riferendo a come ho trattato Lele o se sa qualcosa che io non so e non vuole dirmelo, cercherò di scoprirlo appena torno, adesso mi vesto e vado di la che é già tardi.
Per fare le cose fatte bene vorrei passarla a prendere in macchina, quindi chiedo a Gian in prestito le chiavi della sua e esco. Mi fermo dal fioraio che avevo trovato su internet e compro un mazzo di rose rosse, poi salgo in macchina e mi dirigo verso casa di Ginevra. Mentre sono in strada mi accompagnano le note di Comatose, una delle mie canzoni preferite e la playlist che abbiamo creato con i ragazzi per le nostre feste a casa e nel giro di un quarto d'ora sono vicino a casa sua. Parcheggio in un vialetto e mi avvio a piedi per evitare che mi veda, giro l'angolo e quello che mi aspetta non avrei mai potuto neanche immaginarlo. Valerio sta uscendo da casa sua e lei lo accompagna alla porta, poi lui si gira e si baciano. Improvvisamente i fiori mi cadono di mano e un fuoco inizia a salire dentro di me, l'inferno che fino ad adesso avevo tenuto lì in un angolo adesso ha preso il controllo e non riesco a fermarlo. Vado verso di loro e senza dire una parola tiro un pugno in faccia a Valerio che cade a terra e inizia a sanguinare dal naso. Lei mi guarda e ha le lacrime agli occhi, le stesse lacrime che ha spacciato per amore, ma che adesso so essere la più ignobile delle falsità. Credo che se potessero ucciderla i miei occhi lo avrebbero già fatto, lo schifo che provo verso di lei è così grande che non riesco neanche a dirgli niente, mi giro e me ne vado, lei mi urla da dietro di fermarmi ma io non la ascolto, è come se tutto quello che ci fosse intorno a me non esistesse più e fossi intrappolato in una bolla. "Ti prego Tanc ascoltami, non è come sembra". Mi blocco di getto e mi giro "Che cazzo vuol dire non è come sembra, cosa era allora? Vi ho visti cazzo, vi ho visti con i miei occhi e ancora vuoi negare l'evidenza? Dio come ho fatto a essere così cieco e stupido, ho preferito credere a te che a Lele". Ed è proprio in quel momento che il cuore ha ripreso a battere come un treno in corsa, Lele era l'unica priorità adesso, dovevo assolutamente andare a casa da lui, dovevo implorare il suo perdono, dovevamo assolutamente rimettere apposto le cose prima che fosse troppo tardi. Corro a lascio tutto alle spalle, Ginevra, Valerio, la cena, il noi che avevo intravisto e una felicità in cui avevo creduto ma che per l'ennesima volta era solo frutto di una immaginazione che era più stronza della mia sfortuna in amore. Salgo in macchina e in neanche cinque minuti sono sotto casa, ho passato al rosso due semafori e stavo per investire qualcuno, ma volevo soltanto arrivare il prima possibile da lui. Suono il campanello insistentemente finché un Gian molto incazzato non viene ad aprire "che cazzo fai cretino". Lo lascio stare e mi guardo in giro nella speranza di vedere Lele, corro per tutta la casa come un pazzo sotto gli occhi di Gian e Diego confusi. Entro nella sua camera e lo trovo sdraiato nel letto con le cuffie che guarda il telefono. Rimango lì, impalato come un coglione e inizio a piangere, senza saper dire una parola. Lui mi guarda e senza dire nulla si alza e mi abbraccia.
Cazzo quanto mi erano mancate quelle braccia che mi fanno sempre sentire a casa, l'unica vera casa di cui io abbia realmente bisogno, e mi lascio completamente andare, i singhiozzi si fanno sempre più forti e le lacrime ormai scendono senza fermarsi. Lui continua ancora a stringermi tra le sue braccia senza chiedermi niente, mi accarezza i capelli e sento i nostri cuori l'uno contro l'altro a suonare l'unica melodia che mi riesca a tranquillizzare. Lentamente alzo lo sguardo verso il suo e nei suoi occhi c'è la luce, la luce in fondo al tunnel che io cercavo dall'inizio ma che non mi ero accorto di avere davanti a me fin dall'inizio, mi sta dicendo che lui rimane e non se ne va, e io lo sento, è una promessa che sa di eterno e al quale stavolta non intendo dubitare neanche per mezzo secondo. Ci sediamo sul letto e non so neanche da dove iniziare per chiedergli scusa, so solo che sono così devastato che mi sento un totale schifo. Cerco di guardarlo ma il senso di colpa mi attanaglia e riabbasso subito lo sguardo "Avevi ragione, Ginevra mi tradiva con Valerio, li ho visti davanti casa sua mentre si baciavano. Mi dispiace Lele, mi spiace per non averti creduto, sono stato un totale idiota, ho creduto a lei invece che credere al mio migliore amico e non sai quanto io mi stia sentendo una merda adesso". Lui abbassa lo sguardo a terra e poi prende la mia mano e la stringe nelle sue "Tanc so quanto per te sia difficile adesso, te lo leggo in faccia, l'ho capito nell'istante in cui sei entrato da quella porta che era successo qualcosa di grave. Non ho mai insistito nel volermi far credere a tutti i costi, ti conosco molto bene, so quanto tu sia testardo e che se ti metti in testa una cosa non te la toglie nessuno, poi dopo quello che ti aveva detto Valerio erano normali i dubbi, credo che anche io me li sarei fatti" alzo lo sguardo e vedo solo un ragazzo così buono con gli occhi così dolci e teneri che mi fanno sentire ancora più una merda, ed è giusto che sia così, devo solo vergognarmi e farmi schifo per tutto quello che ho combinato "ma come fai?" chiedo guardandolo "come faccio a fare cosa?" dice lui "a essere sempre così dolce, e non insultarmi malamente, a non cacciarmi fuori dalla stanza a calci, perché è solo quello che meriterei in questo momento" dico di nuovo tornando a guardare per terra. Lui mi prende il viso con una mano e i nostri occhi si guardano nuovamente. Sto iniziando a credere che i nostri sguardi riescano a comunicare più di quanto sembri perché ogni volta che lo guardo divento come un libro aperto "Tanc smettila e non pensarci più, adesso pensa che io sono qua e che non me ne vado". Di istinto lo abbraccio e di nuovo sento quella sensazione strana invadermi dalla testa ai piedi, non so dare una spiegazione a tutto questo, so solo che non vorrei stare in nessun altro posto se non qui. Adesso che sento di nuovo quella calma che solo lui sa darmi iniziano a salirmi i dubbi sul perché lei abbia voluto continuare a stare con me dopo la prima scenata che era successa qui a casa. Lele capisce subito che c'è di nuovo qualcosa che non va e di nuovo mi guarda "che cosa c'è adesso?" dice con il suo tono calmo e pacato "sto pensando di nuovo a quello che successe qua a casa. Lei mi aveva lasciato dopo la nostra litigata, perché tornare sui suoi passi se mi tradiva con Valerio?". Lele abbassa lo sguardo e per la prima volta lo vedo in difficoltà. Non capisco il perché del suo repentino cambiamento, ma so che ha qualcosa a che fare con quella domanda "Lele sai qualcosa che io non so?" Dico voltandomi verso di lui "ecco vedi, dopo quella litigata io sapevo quanto tu tenessi a lei, lo avevo capito subito dopo che lei se ne era andata e avevi lasciato la stanza senza dire una parola. In quel momento mi ero sentito la causa di tutto il tuo dolore perché ero un egoista del cazzo che pensava solo a se stesso, lo avevi detto anche te, così la contattai su Instagram e gli scrissi di perdonarti perché avevo sbagliato io ed ero stato uno scemo preso da un momentino di rabbia, che non era assolutamente colpa tua e la implorai di tornare con te perché sapere che potevi soffrire mi avrebbe ucciso e la colpa non mi avrebbe lasciato dormire neanche la notte". Adesso capisco il perché della freddezza di Ginevra una volta che ci eravamo rimessi insieme, del volersi prendere il suo tempo per tornare a fidarsi di me. Se prima ero riuscito a tranquillizzarmi adesso ero davvero a pezzi completamente, ero riuscito a far sentire una merda l'unica persona che avesse mai voluto davvero la mia felicità prima della sua, proprio quello per cui lo avevo accusato dandogli dello stronzo e mandandolo a quel paese. "Lele mi sento ancora di più uno schifo, non so come ho fatto davvero a non accorgermi di nulla, credimi non so che cosa fare per chiederti scusa, io veramente non lo so" dico alzandomi e andando verso la finestra. Sento i suoi passi dietro di me e vedo il suo riflesso nel vetro della finestra "adesso smettila di dire così, più lo dici e più mi fai male, non ti sto dicendo tutto questo per farti sentire ancora più in colpa ma solo per farti capire che quello che io ho fatto era solo perché la tua felicità viene prima di tutto il resto". Mi volto e di nuovo sento quella fitta allo stomaco. Credo che i sensi di colpa mi stiano giocando degli scherzi bruttissimi perché ogni volta che incrocio il suo sguardo penso che la terra mi manchi sotto i piedi. In tutto questo ho un'ultima domanda da fargli, riguarda il tiktok di oggi, devo sapere perché abbia scelto quel video in cui c'è proprio Valerio "solo un'altra cosa" dico spezzando quel momento di silenzio "il tiktok di oggi, perché proprio quello?" Lui si siede "si, ce l'aveva, era per farti capire la situazione che stavo vivendo. Lo avevamo fatto molto tempo prima che tu conoscessi Ginevra, ma era esattamente quello che stava succedendo in questo momento. Io in mezzo tra te e Valerio, lui che si finge un angelo, sapendo chiaramente come stavano le cose, e tu il diavolo che mi stava facendo del male con i suoi gesti e io in mezzo che non potevo fare nulla per dimostrarti la verità perché ogni cosa che dicevo o facevo poteva sembrare una montatura per farti allontanare da lei". Cazzo quanto sono stato idiota, ammetto che riuscire a capire questo messaggio era una impresa, ma adesso che ho la verità davanti era così evidente tutto. "Grazie Lele, grazie per tutto" è l'unica cosa che riesco a dire perché non c'è nient'altro da fare se non dire grazie, perché tutte le scuse non servirebbero, adesso posso solo dimostrargli quanto per me lui sia importante e penso proprio di sapere già da dove iniziare.