Capitolo 7
Guardo l'ora e sono le 14.30, ci alziamo e andiamo alla cassa per pagare.
Usciamo dal ristorante e torniamo verso la metro, saliamo e in 15 minuti siamo sotto casa. Mano a mano che ci avviciniamo sento Ginevra stringermi sempre più forte la mano, percepisco quanto sia nervosa "ei tutto ok?" le dico fermandoci quasi davanti al portone di casa "si tutto bene, sono solo un po' agitata, ho davvero paura che ai tuoi amici non piaccia" dice con sguardo basso. Le prendo il viso tra le mani e la bacio, poi la guardo di nuovo negli occhi "non ci pensare, li conosco e credimi ci andrai d'accordo come hai fatto con me, e poi Diego già lo conosci e hai visto come ti ha subito voluto bene". L'abbraccio e poi le riprendo di nuovo la mano e ci avviciniamo al portone. Suono e la porta si apre con Diego che sorride "ciao Gine, come stai? Entra pure" lei un po' impacciata varca la soglia della porta e io dietro di lei. In salotto ci stanno aspettando Gian e Lele che giocano alla play mentre Valerio non so se sia già arrivato o meno "ragazzi ma Vale?" Chiedo. Lele si volta e si blocca senza dire una parola, Gian ci guarda "Vale ancora deve arrivare, comunque piacere io sono Gianmarco" dice tendendo la mano a Ginevra che ricambia sorridendo. Io guardo Lele che si volta verso di me, mi guarda perso per poi voltarsi verso Ginevra "sono Lele" dice dandole la mano. Si volta di nuovo verso di me, c'è qualcosa che non va in lui, è distrutto, lo leggo nel suo volto, abbassa lo sguardo e torna a giocare alla play. Io rimango un attimo a guardarlo e ancora non capisco perché si comporti così con me, riesco solo a vedere un Lele che non ho mai visto prima, adesso fissa lo schermo della tv e sembra stia per piangere da un momento all'altro. Mi avvicino a lui "Lele va tutto bene?" lui non mi risponde "Lele cazzo rispondimi". Lui si volta e mi fissa "Tancredi lasciami in pace, vai dalla tua ragazza del cazzo e non rompermi i coglioni". Il suo sguardo non l'ho mai visto prima, è cattivo, è pieno di dolore e soprattutto carico di rabbia. Io non gli rispondo, mi volto semplicemente e torno dai ragazzi che fortunatamente sono in cucina con Ginevra e non hanno sentito niente. "ei dove eri?" mi chiede lei "ero andato in bagno" dico cercando di sorridere. "Quindi stavi dicendo che ti sei trasferita qui dall'Emilia Romagna per studiare moda" dice Gian "si sono già due anni che sono qui a Milano, vivo con una mia amica che si chiama Maila". Vedo Diego che mi guarda e ride e capisco a cosa si riferisce, mi ricordo ancora l'episodio dell'altro giorno e le risate che ci siamo fatti. Mi giro verso Ginevra e vedo che si sta trovando a suo agio, è felice "beh, seguire i sogni è sempre una grande aspirazione, anche noi lo abbiamo fatto e guarda dove siamo, credici fino alla fine e lotta con tutta te stessa per ottenere ciò che ti fa stare bene" dice Gian. Suonano alla porta e credo sia Valerio, mi alzo e vado ad aprire "bro finalmente" dico abbracciandolo "non potevo non venire" dice sorridendo. Entriamo e andiamo in cucina "Valerio, ti presento Ginevra, la mia ragazza". Lei si volta e rimane in silenzio per un attimo, sorride e gli tende la mano "piacere" dice. Lui la guarda a lungo e poi le porge la sua mano "piacere mio". Ci mettiamo di nuovo seduti e noto che anche con lui va d'accordo, ridono e scherzano e sembra che ci sia intesa, a questo punto mi chiedo solo perché l'unico a non volerla conoscere sia Lele. Mi alzo e vado da lui in sala, mi sono stancato del suo atteggiamento da bambino immaturo, sono il suo migliore amico e lui il mio, e voglio che anche lui sia partecipe della mia felicità e la conosca come stanno facendo gli altri. "Adesso tu ti alzi, spegni quella cazzo di play e vieni di là con noi" dico cercando di controllarmi "ti ho detto di lasciarmi in pace, forse non ti é chiaro?" risponde fissando ancora lo schermo. Prendo il telecomando della tv e la spengo "che cazzo fai" dice alzandosi "Lele che cazzo ti prende, siamo tutti di la e te stai qui a giocare come un bambino, che cazzo hai nella testa eh?" Dico alzando i toni "Tancredi lasciami stare e ridammi il telecomando" dice venendo verso di me "Ma ti ascolti? Cazzo Lele ho portato la mia ragazza qui per farvela conoscere e l'unica cosa a cui pensi é la play? Ma che persona sei? Non ti riconosco più, dove é il mio migliore amico? Dove è la persona che ha sempre detto di volermi vedere felice?" Lui si avvicina ancora di più e mi guarda fisso negli occhi "ti ho detto di ridarmi il telecomando" dice quasi a due centimetri dalla mia faccia "Cazzo per la prima volta dopo anni sono felice davvero, ho trovato qualcuno che mi fa stare bene senza guardarmi per il ragazzo bello e famoso, e quando voglio condividere la mia gioia con le persone che amo tu pensi solo a te stesso e mi ignori completamente. Credevo fossi diverso, credevo mi volessi bene e volessi la mia felicità ma non è così, quindi sai che ti dico? Vaffanculo". Prendo il telecomando e lo sbatto sul muro, lui mi fissa senza fiatare, sta immobile davanti a me. I ragazzi corrono qui per vedere che cosa è successo e Ginevra credo abbia sentito tutto, ha gli occhi gonfi di lacrime "io devo andare" dice con voce tremante, corro verso di lei "ti prego aspetta" dico prendendole la mano che però lei ritira "Tanc perfavore lasciami andare". Ed è li che la vedo davanti a me, le lacrime rigano il suo viso e sento che la sto per perdere. L'unica cosa che riesco a fare è lasciarle la mano, lei si volta e senza dire una parola esce e se ne va, lasciandomi qui, immobile a chiedermi se quello che avevo c'è ancora o se quello che sembrava essere l'inizio di qualcosa sia solo un vano ricordo.