Distanze ristrette

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Oggi abbiamo lo shooting e come immaginavo ancora non riusciamo a stare vicini e sopportare la nostra reciproca presenza. ogni volta che ci troviamo nella stessa stanza uno dei due trova una scusa per andarsene e lasciare l'altro da solo. Sto portando avanti il mio piano, da ieri continuo a scrivermi con Giulia, ci stiamo raccontando un po' di cose che sono successe in questo periodo e stiamo riprendendo a sentirci regolarmente. Ancora non sono sicuro che sia la cosa giusta da fare, ne voglio parlare prima con Gian, voglio sapere cosa ne pensa lui di tutta questa storia visto che è sempre stato quello che mi ha supportato più di tutti, e poi ovviamente se deciderò di farlo, farò uscire fuori la cosa durante il pranzo, proprio quando saremo tutti seduti e non potrà scappare da nessuna parte. Sveglio Gian che ancora sta dormendo "dai bro lasciami dormire" dice farfugliando le parole "Gian è importante" dico scrollandolo insistentemente. Lui si siede sul letto controvoglia e mi lancia un'occhiata fulminea "che c'è di così importante da svegliarmi in questo modo". Mi volto e lo guardo "mi sto sentendo di nuovo con Giulia" dico senza girarci intorno. Lui mi guarda e subito si fa serio "ma ieri mi avevi detto che era solo una tua amica, cosa è cambiato?" Chiede confuso "semplicemente voglio riprovarci e voglio che Lele capisca che anche io so andare avanti benissimo come sta facendo lui". Vedo un sorriso nascere sul suo viso "lo sapevo che c'era sotto qualcosa, non potevi davvero farlo senza un motivo, vuoi farlo ingelosire vero?". Io cerco di guardare altrove per non rispondere a quella domanda ma lui ha già capito "Tanc si capisce da chilometri che stai impazzendo in questi giorni, la sua indifferenza ti sta portando al limite, ti stai torturando e neanche te ne accorgi, poi con Giulia avevi chiuso in estate perché la vedevi solo come una amica, non vedo perché piacerti adesso, è scontato che sia un modo per far ingelosire Lele è farlo tornare da te, vuoi cogliere le sue debolezze e sai bene che Giulia è una di quelle". L'ho sempre pensato che Gian fosse una persona estremamente intelligente, ma non pensavo riuscisse a leggermi così affondo, a saputo cogliere tutti i dettagli e solamente guardandomi "bene adesso che sai, il piano è questo, a pranzo ti farò un segnale e tu dovrai chiedermi chi è che mi scrive al telefono, io penserò al resto" dico tutto di un fiato. Lui mi guarda e scuote leggermente la testa in segno di dissenso "pensi che stia sbagliando?" Chiedo guardandolo "non è il piano ad essere sbagliato, ma usare Giulia per i tuoi scopi" dice sincero "lo so Gian, ma infondo credo che un po' mi piaccia, insomma lei mi capisce, non mi giudica, mi è stata vicina in questi giorni senza fare domande" dico abbassando lo sguardo "lo so Tanc, ma credimi se ti dico che stai facendo tutto questo solo per Lele e non perché lei ti interessa davvero, i tuoi occhi dicono più delle tue parole" dice appoggiando una mano sulla mia spalla. Sto facendo tutto questo per Lele, è vero, la sola idea che possa avermi dimenticato in un solo giorno mi manda fuori di testa, pensare che possa trovare un'altra persona mi fa venire un buco allo stomaco, devo fare qualcosa e questa è l'unica soluzione che ho "devo farlo lo stesso, la sua indifferenza mi uccide". Mi alzo in fretta dal letto e vado in cucina, voglio solo che questa situazione cambi e lui torni a guardarmi come prima, non riesco a sopportare l'idea che per lui io sia una persona qualsiasi di cui può fare a meno. Diego e Lele sono lì che stanno preparando il pranzo e stanno parlando e io mi fermo per ascoltare "Lele sei sicuro di stare bene? Stai affrontando la situazione in maniera troppo fredda, non è da te" dice Diego "Sto bene, semplicemente sto andando avanti con la mia vita" dice in tono freddo "Lele ti conosco, non stai bene, parlane con me ti prego" dice Diego "non c'è molto da dire, mi ha fatto male Die, io ci ho creduto davvero a quello che mi ha detto, che si sarebbe preso cura di me come nessuno prima d'ora apparte te lo aveva fatto, ma ha mentito, mi ha solo usato e buttato via quando non gli servivo più, adesso voglio che capisca che io sono più forte e non ho bisogno di lui, voglio riprendere in mano la mia vita". Ogni singola parola che ho sentito è stata come un pugno dritto al cuore, un pugno talmente assestato che mi fa vacillare e cadere a terra. Sento i passi dei ragazzi venire verso di me "Tanc che è successo?" Chiede Diego "nulla tranquillo, sono solo scivolato mentre stavo venendo in cucina, il solito sbadato" dico fingendo una risata. Entrambi si guardano e io ne approfitto per sfuggire a quella situazione e vado sul divano a sedermi fingendo di parlare al telefono. Finalmente arriva anche Gian, almeno smetto di sentirmi l'intruso in quella situazione, ci mettiamo a tavola e subito prendo il telefono per rispondere a Giulia, cerco di farlo appena brilla il telefono in modo che sembri una cosa insistente e aspetto il momento giusto per tirare fuori la bomba. In un momento di silenzio dove tutti sembrano tranquilli, do un leggero calcio a Gian sotto al tavolo e gli indico il telefono per fargli capire che il piano ha inizio "Tanc ma chi è che ti scrive così tanto da non poter staccarti due secondi da quel telefono" dice Gian "è Giulia" dico secco. Solo un nome, basta solo quel nome che Lele alza subito la testa e fa scontrare i suoi occhi con i miei. Era molto che non succedeva, che non ci parlavamo attraverso quelle milioni di righe confuse che tanto ci caratterizzavano e come se nulla fosse successo io sentivo io suo dolore, riuscivo a percepirlo sulla mia stessa pelle come un riflesso. Ancora un attimo prima che tutto si realizzi davvero "quindi sei tornato da lei?" Chiede enfatizzando ancora di più la situazione "era sempre stata la cosa giusta ma non volevo ammetterlo". La goccia che fa traboccare il vaso, Lele stringe i pugni sul tavolo e vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime "io l'ho sempre detto che sei un fottuto pezzo di merda e che meriti solo piccole persone come te nella tua vita" sputa Diego. Lele è immobile, fissa il piatto davanti a se e non parla, tutti mi stanno guardando come se fossi la persona più schifosa che esista sulla faccia della terra, e lo sono davvero "dobbiamo essere felici per lui" dice Lele all'improvviso e io rimango di sasso. Come può averlo detto sul serio? Mi ero immaginato tutto o davvero a lui non importava che io mi frequentassi con lei? Infilo ancora di più il dito nella piaga "grazie Lele, apprezzo la tua vicinanza, è proprio in queste situazioni che vedi chi sono davvero i tuoi amici". Non so dove mi sia uscita quella frase, ma so che ha fatto centro perché una lacrima riga il suo viso nonostante lui la asciughi subito "allora auguri" dice con la voce spezzata e facendo uno dei suoi migliori sorrisi, spezzando il mio cuore nel sentirgli pronunciare quelle parole così distaccate e fredde "grazie" dico senza aggiungere altro sotto lo sguardo di Gian e Diego che non riescono a capire come due persone che fino a due giorni prima si urlavano di amarsi adesso si riescano a complimentare per la felicità dell'altro con un'altra persona. Ci alziamo ed è il momento di prepararsi per andare allo shooting, vado in bagno e mi prendo del tempo per assimilare il colpo che mi ha appena dato dritto in faccia, quello che tanto temevo, ma non credevo facesse così male. Ci stiamo uccidendo con tutti noi stessi, stiamo tirando fuori il peggio di noi per fare impazzire l'altro senza realmente affrontarci e urlarci quanto in realtà ci amiamo. Non posso stare con lui, non lo renderei abbastanza felice, lui ha bisogno di qualcuno che non abbia paura del futuro e che realmente lo protegga dal resto del mondo facendolo sentire l'unica cosa importante e io adesso non sono in grado di farlo, ero talmente accecato dall'amore che provavo e che tuttora provo da non capire che se voglio che lui sia felice davvero devo farmi da parte e lasciarlo correre via da me senza fare l'egoista che pensa solo a se stesso. Ringrazio sua madre per avermi aperto gli occhi. Esco da lì e vado a vestirmi, tra meno di mezz'ora dobbiamo essere pronti che l'auto dell'agenzia verrà a prenderci per portarci la, aspettiamo anche Marta e Elisa e poi partiamo. Una volta la andiamo subito a cambiarci, lo guardo mentre è seduto davanti allo specchio e una ragazza lo trucca. È così bello, Dio se lo è, lo sguardo è assente, ma resta sempre la cosa più bella che i miei occhi abbiano mai visto. Quando si alza mi perdo a guardarlo, indossa un paio di jeans e una felpa rossa e si è messo gli occhiali da sole per coprire quelle occhiaie che nemmeno il trucco è riuscito a nascondere. Iniziamo a fare i video ed è strano come averlo così vicino mi terrorizzi, non c'è nessun contatto, neanche un abbraccio, solo balletti ingenui senza nessun sorriso o se ci sono forzati da parte di entrambi. Mi ignora completamente, come se non esistessi, mi rende solo un'ombra che fluttua nel vuoto che ha attorno senza dargli nessuna importanza, niente di niente. Ma se credevo che questo fosse il peggio mi stavo sbagliando, la parte difficile sta per arrivare adesso per un video in cui tutti stanno a coppie, Marta con Gian, Diego con Elisa e io e Lele che rimaniamo fuori. In un'altra circostanza ne avremmo approfittato, ci saremo abbracciati anche noi e ci saremo baciati come gli altri, stavolta manteniamo le distanze, fingiamo che vada bene ma sabbiamo entrambi che nessuno dei due in realtà ci crede. Una volta che abbiamo terminato, ci cambiamo di nuovo e torniamo a casa. Durante il viaggio mi arriva un nuovo messaggio di Giulia
"è andato tutto bene?".
Rispondo di sì, e ovviamente mento, mento a lei e a me stesso, non è andato niente bene, ho avuto ogni secondo la pelle d'oca se Lele di avvicinava troppo e sentivo il vuoto quando si allontanava. Appena arriviamo a casa me ne vado in camera, ho lo stomaco chiuso, ho solo bisogno di stare da solo, per oggi ho già sofferto abbastanza. Mi tolgo i vestiti e mi metto più comodo, poi mi butto sul letto, metto le cuffie e faccio partire le canzoni. Si susseguono una dietro l'altra e fanno da sottofondo ai miei mille pensieri che si rincorrono e si prendono a botte l'uno con l'altro fottendomi il cervello. In che guaio mi sono cacciato?.

|| Il tuo nome sulla pelle || TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora