Diego alla fine non è tornato a casa e nemmeno Valerio, solo Gian è tornato verso le 20.00 portando qualcosa da mangiare dicendo che gli altri sarebbero rimasti fuori. Era più che normale che non volesse vedermi, era stato fin troppo semplice essermela cavata con un solo pugno grazie a Valerio che lo aveva fermato in tempo. Avevo passato tutta la sera sul divano con Lele a guardare la nostra serie, come ai vecchi tempi e siamo finiti addormentati qui. Mi giro un po' e allungo una mano ma Lele non c'è, apro gli occhi e ancora mezzo addormentato mi alzo e vado verso la cucina trovandolo intento a preparare qualcosa per pranzo, come al solito mi sono svegliato troppo tardi e sono già le 14.00. Mi avvicino verso di lui e lo stringo per i fianchi poggiando la mia testa sulla sua spalla lasciandogli un bacio sulla guancia "buongiorno amore". Lo sento sorridere e poi si volta per darmi un bacio "buongiorno a te, pasta al pomodoro o fai colazione?". Mi sposto da lui e vado verso il frigo "colazione, mi va il latte". Lui si volta di nuovo e continua a preparare "come stai?" Mi chiede sempre preoccupato "Le tranquillo sto bene, ho solo il naso un po' gonfio come vedi, ma passerà". Rimane in silenzio e non dice altro, io mi siedo al tavolo e mi metto a fare colazione. Poco dopo entra Gian e si siede anche lui al tavolo con me "bro come ti senti?". D'istinto sbuffo "come ho già detto a Lele sto bene, non preoccupatevi piuttosto pensiamo a cosa fare oggi, non mi va di passare un'altra giornata in casa senza fare niente". Lele viene a sedersi con la pasta per lui e per Gian "potremo andare a Citylife in skate, stiamo un po' la, mi accompagnate a compare qualcosa e poi torniamo, ci state?" Dice Lele guardando sia me che Gian e noi annuiamo. Appena finiamo ci andiamo a preparare e usciamo, prima di partire mi infilo le cuffie con la musica. Mi è sempre piaciuto uscire in skate anche se facciamo sempre lo stesso tratto, è un momento in cui mi rilasso e non penso a niente, ci sono solo io, lo skate e la musica da sottofondo e il mondo che scorre attorno. È una delle sensazioni più belle, mi sento libero, niente pressioni e solo il vento che ti accarezza la pelle. Mentre andiamo sento il suono di una notifica e mi fermò un secondo per vedere chi sia. Lei.
"ei".
Due lettere, niente emoji. Strano che abbia risposto adesso dopo aver lasciato il visualizzato. Faccio il suo gioco, le risponderò più tardi. Arrivati a Citylife subito qualche fan si avvicina a noi "possiamo fare una foto?". Ci avviciniamo a lei e le sue amiche e facciamo foto con tutte sia singole che insieme "Tanc posso farti una domanda?" Chiede una di loro dopo aver parlato per un po' "certo dimmi" rispondo sorridendogli "ma tu e quella ragazza vi state scrivendo?". Non so che cosa rispondere, nessuno di loro sa che ho scritto a Martina, soprattutto Lele, ancora non glie ne avevo parlato perché non avevo avuto occasione, lo avrei fatto stasera a casa prima di andare a dormire non so come potrebbe prenderla scoprirlo adesso qui su due piedi e poi non so neanche se io e lei in realtà ci stiamo scrivendo, mi ha solo risposto ad un messaggio facendomi aspettare ore, non lo definirei proprio sentirsi in più se lo dicessi si creerebbe il panico e non credo che sia la miglior cosa adesso "no non ci stiamo sentendo, se succederà lo saprete in qualche modo" dico rispondendole il più gentile possibile. Mi volto velocemente verso Lele che ha lo sguardo basso e poi mi volto di nuovo verso di lei che mi sorride "menomale, io spero sempre un giorno che voi due vi mettiate insieme, siete bellissimi" dice guardando sia me che Lele. Mi giro di nuovo verso di lui che a quell'affermazione sorride e si morde leggermente il labbro passandosi una mano tra i capelli per l'imbarazzo e anche io gli sorrido "che ne dici Lele ci stai?" dico voltandomi verso di lui che rimane sorpreso dalla mia domanda e sgrana gli occhi "ovvio lo sai che ti amo" dice avvicinandosi e dandomi poi un bacio sulla guancia. La ragazze sono felicissime della scena, sorridono e parlano tra di loro però prima che si mettano in giro di nuovo voci su di noi lancio un occhiata veloce a Lele e poi attiro di nuovo la loro attenzione "ovviamente stiamo scherzando, ci vogliamo un bene assurdo ma niente di più". Le ragazze ci rimangono un po' male, poi però capiscono, ci salutiamo e se ne vanno. Mi volto subito verso Lele che sta parlando con Gian "Le scusami se sono stato così diretto, avrebbero insistito altrimenti". Lui mi sorride "Tanche lo so, non preoccuparti va tutto bene". Entriamo dentro il centro commerciale e ci immergiamo tra le corsie per scegliere i vestiti, credo che comprerò qualcosa anche io, quando entro in un negozio è difficile che esca fuori e non abbia comprato nulla, non è da me. Mi volto verso Gian e Lele che stanno guardando alcune maglie, Lele è indeciso su quale scegliere "Tanche quale ti piace di più?" Dice mostrandomi entrambe le proposte "prendi quella nera, ti sta meglio" dico facendo finta di pensarci perché in realtà ho intenzione di comprargli io l'altra. Prende la maglia che gli ho detto e poi continua il giro insieme a Gian, io rimango leggermente indietro per prendere l'altra maglia e nasconderla per non fargliela vedere. Una volta finito il giro andiamo alla cassa, lui paga e io metto la sua maglia tra le cose che ho preso per me così che non se ne accorga e poi usciamo. Si sono fatte quasi le 18.00 è ora di andare a casa, prendiamo gli skate e durante il tragitto ripenso a quella ragazza. Quando mi ha chiesto se io mi stesi scrivendo con quella ragazza era davvero preoccupata, questa cosa tra me e Lele è così evidente che non riusciamo più a nasconderla e finiremo presto nei guai, ma quando si tratta di lui è come se il mio cervello andasse in stand by e parlasse solo il cuore, lo guardo e non voglio nient'altro e si, ho la mia risposta adesso, non ci potrà mai essere nessuno se non noi due, quella ragazza è stata quello che mi ci voleva per vedere chiaramente le cose come stanno, Martina potrà essere bella e inarrivabile, ma Lele è intoccabile perché è dannatamente mio. Arriviamo a casa e gli altri si mettono a giocare alla play, io vado in camera e nascondo il regalo per Lele, glie lo darò stasera quando ci parlerò e gli dirò come stanno le cose. Torno di là e mi metto sul divano, li guardo giocare e intanto rispondo a Martina
"piacere Tancredi"
A differenza dell'altra volta mi risponde dopo poco
"so chi sei, dopo la diretta mi sono trovata i tag intasati"
Stronza e diretta, non mi ero sbagliato su di lei quando dicevo che era il mio tipo
"scusami, basta che dica qualcosa e subito succede un casino"
Continuiamo a parlare, è stronza all'inizio ma in realtà c'è anche altro, sarà un'ottima copertura per me e Lele. Verso le 20.00 iniziamo ad avere fame e decidiamo di ordinare qualcosa perché nessuno ha voglia di preparare, scegliamo la pizza e chiamiamo la pizzeria vivono casa nostra. Una volta finito, mettiamo un film alla tv e ci sediamo tutti sul divano, sentiamo poco dopo la porta aprirsi e la figura di Diego entrare. Subito cala il silenzio, sento gli occhi di Gian e Lele su di me mentre io continuo a guardare la tv e Diego senza dire nulla va dritto in camera. "Si sistemerà tutto" dice Gian interrompendo quel momento di silenzio imbarazzante "lo so, non dovete preoccuparvi per me, sto bene" dico regalando un finto sorriso a entrambi. Continuiamo a guardare il film e intanto io continuo a messaggiare con Martina. Lele mi guarda ogni tanto con sguardo interrogativo ma senza fare domande. Quando finisce il film andiamo a dormire e mentre siamo in stanza Lele non parla "Lele tutto bene?" Chiedo preoccupato "si Tanche" dice secco. Conosco quel tono e so che è preoccupato, così lo prendo per un braccio e lo faccio sedere vicino a me sul letto "dimmi che ti prende" dico guardandolo dritto negli occhi "nulla, solo che ti ho visto parlare tutta la sera al telefono e di solito mentre guardiamo un film non lo fai mai" dice abbassando lo sguardo. Avevo intuito che il suo stare male avesse a che fare con quello e spero che una volta chiarita tutta la distinzione una volta per tutte non ci siano più dubbi "ti volevo parlare proprio di questo". Il suo sguardo si incastra di nuovo nel mio con più preoccupazione di prima "stavo parlando con Martina" dico tutto d'un fiato. Lo sento irrigidirsi e spostarsi da me ma lo afferro per il polso e lo fermo "gli ho scritto la sera che mi hai lasciato perché dovevo farlo, per mettermi in chiaro le idee come ti avevo già detto e abbiamo parlato". Il suo sguardo torna basso e il suo corpo inizia a tremare "oggi quando siamo usciti per andare a Citylife ho avuto tutte le risposte che cercavo, quando quella ragazza mi ha fatto quella domanda nella mia testa ho iniziato a farmi un sacco di risposte diverse, poi ti ho guardato e ho capito che anche se lei è perfetta per me la perfezione resti sempre te, con tutti i tuoi infiniti difetti e insicurezze, che quando mi guardi con quegli occhi e mi sorridi io perdo la testa sempre di più e il solo averti vicino mi rende migliore, ho capito che una vita senza i tuoi casini io non la voglio vivere e che sarò uno stronzo di merda, ma l'unica persona che voglio chiamare amore e a cui voglio darlo sei te e soltanto te, voglio svegliarmi la mattina e poterti guardare sapendoti solo mio perché l'idea di qualcuno che ti sfiora mi fa impazzire, vederti girare per casa con tutti i tuoi modi di fare strani e dirti di smettere di accollarti quando in realtà voglio che tu continui, voglio che questo sia la nostra vita tutti i giorni finché mi sopporterai perché io di certo di te non posso stancarmi". Il suo sguardo torna a puntarsi nel mio e un sorriso spunta sulle sue labbra, si avvicina a me e mi bacia, prima dolcemente, poi con sempre più foga e desiderio finché non mi ritrovo con le spalle al materasso e lui sopra di me "mi farai uscire fuori di testa" dice guardandomi con gli occhi che brillano "io già lo sono".