Capitolo 85
Domani è il grande giorno, domani ci sposeremo. In questi giorni abbiamo organizzato le ultime cose dopo aver ricevuto la conferma che la nostra richiesta era stata presa in carico, Diego e Gian ci hanno aiutato molto insieme alle nostre famiglie, abbiamo deciso che ci sposeremo in comune, è la soluzione più semplice e meno a rischio di essere scoperti, alla fine a noi non interessa tanto il luogo della celebrazione quanto il gesto, e che sia in comune, una spiaggia, una villa o un altro posto non fa differenza.
"Siete sicuri che non volete fare nessun viaggio di nozze?" Chiede Diego mentre siamo tutti insieme in Chillplace
"Si Die, non sapremo neanche come giustificare un viaggio solo io e Tancredi, ci siamo presi una casetta per noi due leggermente fuori Roma e noleggeremo una moto per fare gli sposini dopo il matrimonio" dice Lele ridendo
"Quindi oggi addio al celibato per entrambi e non sento scuse" dice Gian
"Cosa vorresti fare?" Chiedo abbastanza curioso
"Un bel festino qui in Chillplace, tanto alcool e chiamerò qualcuna di quelle ragazze che vengono chiamate per queste occasioni"
Vedo Diego ridere sotto i baffi guardando lo sguardo di Lele che sta incenerendo Gian
"Dai Le è solo una piccola festa per dire addio al grande playboy che finalmente ha trovato il vero amore" dice Gian in sua difesa
"Tranquillo anche a te organizzerò qualcosa e andremo a divertirci" dice Diego poggiando un braccio sulla spalla di Lele
Sono già le 18.00 ed è arrivato il momento di salutarci, vogliamo rispettare la tradizione e per scaramanzia non ci vedremo fino a domani mattina. Diego e Gian ci lasciano da soli
"Ci siamo" dico prendendogli la mano. Lui si avvicina e poggia la fronte contro la mia
"Cerca di non fare cazzate"
Sorrido
"Smettila di preoccuparti"
Lo abbraccio e sento il suo cuore battere contro il mio quasi a voler ribadire l'effetto che ho su di lui. Torniamo fronte contro fronte, i suoi occhi che brillano a specchiarsi nei miei
"Ti amo Tanche" sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra
"Ti amo anch'io Le"
Lo bacio, l'ultimo prima del matrimonio, voglio ricordarmi il suo sapore e imprimermi ogni ricordo di quello che siamo stati fino ad ora. Ci guardiamo un ultima volta e poi mi sorride
"A domani" dice e poi esce.
Gian rientra e insieme ci sediamo nuovamente sul divano
"Tutto okay?" chiede e io annuisco
"Che ne dici se guardiamo un film?" chiede poi
"Scegli te, va bene tutto"
Inizia a guardare qualcosa tra i titoli proposti su Netlix e alla fine ne fa partire uno a caso, finchè quasi alla fine anche i protagonisti si sposano
"E se mi dicesse di no?" dico improvvisamente e lui subito ferma il film e si volta verso di me preoccupato
"Perché pensi questo?"
Abbasso lo sguardo
"Abbiamo avuto troppi problemi, se volesse rinunciare all'ultimo lo capirei, insomma ho sempre fatto schifo con le relazioni, questo è un impegno per tutta la vita, potrebbe pensare che io gli faccia nuovamente del male"
Sento la sua mano poggiarsi sulla mia spalla
"Lui ti ama Tancredi, lo ha sempre fatto anche quando non ne aveva più nessun motivo, vi siete sempre cercati nonostante entrambi vi foste fatti male, se questo non è amore, non saprei come altro definirlo, penso che sia te a non sentirti alla sua altezza in questo momento perché pensi che lui meriti di più, e lo capisco, a volte è capitato di pensarlo anche a me con Marta quando abbiamo litigato, credere che lei potesse stare meglio senza di me, ma alla fine siamo sempre tornati insieme e ci siamo sempre amati più di prima. Credo sia normale avere dei dubbi, domani quando lo vedrai arrivare sarà tutto passato e non vorrai altro che dire il fatidico si"
Alzo lo sguardo su di lui e di istinto sorrido immaginando Lele che si presenta davanti alla sala con lo smoking
"Lo spero" dico sospirando
"Senti, adesso te pensi qualcosa per cena e io chiamo qualche amico per fare la festa okay?"
Mente si sta per alzare lo fermo
"Senti, che ne dici se invece di fare la festa stessimo solo noi due, magari usciamo e andiamo a bere fuori"
Lui annuisce
"Se è un trucco per vedere Lele sappi che scriverò a Diego e gli chiederò in quale locale andranno così evitiamo di finirci per caso" dice mimando le virgolette sulle ultime due parole
"no non preoccuparti, niente trucchetti, solo non mi va di fare festa, preferisco passare la serata con te e in questo modo anche Lele sarà più tranquillo sapendo che non ci saranno ragazze"
Lui sorride e inizia a fare facce strane
"Che c'è?" dico guardandolo storto
"Vedi di cosa parlavo prima? Questo è amore Tancredi"
E si, ha ragione, questo è dannatamente amore, quello che io non avevo mai provato realmente prima di lui
"Stasera Mc" dico cambiando discorso
"Si vede che non c'è Lele che ha voglia di cucinare o non mangiamo a casa tua" dice ironizzando
"Preferisce andare a mangiare al ristorante?" dico prendendolo in giro
"Tranquillo, va benissimo così, sia mai che me lo rinfacci quando mi sposerò io" dice iniziando a ridere
"Che coglione" dico ridendo anch'io, prendo il telefono e ordino per entrambi, per le 20,30 riusciamo a mangiare, poi vado a prepararmi e usciamo.
Gian ha davvero chiamato Diego per chiedergli dove fossero così da non incontrarci, gli ha spiegato che non facevamo più la festa e che saremo usciti per qualche locale insieme
"Dove sono loro?" chiedo curioso
"Diego ha detto che sono in pub con Thomas e Lorenzo"
Subito il mio pensiero va a lui
"Comunque Lele era felice che avessi cambiato idea" dice come se avesse percepito i miei pensieri e sorrido
Saliamo in auto e ci avviamo verso un piccolo locale dove andavamo sempre insieme quando ancora non conoscevamo i ragazzi
"Mi porti li perché hai paura che scappi?" dico voltandomi verso di lui
"In realtà non stavo pensando quello ma ammetto che è una buona tattica" dice ridendo
"Allora perché andiamo lì?"
Lui si volta veloce verso di me e poi torna a guardare la strada
"Ci tenevo a passare lì questa serata speciale, ci abbiamo passato davvero tanti momenti, mi sembrava una bella idea tornarci"
Gli appoggio una mano dietro al collo
"Ma che carino" dico dondolandogli leggermente la testa
"Dai Tancredi smettila, sto guidando" dice lamentandosi
Poco dopo arriviamo, entriamo e ci sediamo nei divanetti, quasi come se fossimo tornati davvero ai vecchi tempi troviamo di nuovo qualche vecchio amico, prendiamo qualcosa da bere e passiamo il resto della serata così.
Verso le 2 torniamo di nuovo a casa
"Grazie per la serata" dico abbracciandolo
"Non ringraziarmi, sono qui, quando vuoi, ci vediamo domani"
Rientro a casa, i miei già stanno dormendo, apro la porta di camera e mi butto sul letto.
Chissà Lele che cosa starà facendo.
Prendo il cellulare in tasca e gli scrivo un messaggio
"sei a casa?>"
Neanche un minuto dopo mi risponde
"si, sono rientrato da poco"
Sta ancora scrivendo
"è stano essere senza di te adesso"
Sorrido
"9 ore e saremo di nuovo insieme"
Visualizza e non risponde
"stai bene?"
Di nuovo visualizza e non risponde
"Lele è successo qualcosa?"
Ancora niente e io inizio a preoccuparmi, compongo il numero e lo chiamo, squilla a vuoto fino a scattare la segreteria, provo con Antonella che dopo qualche squillo risponde
"Pronto Tancredi, è successo qualcosa'" chiede preoccupata
"Antonella scusami per l'ora, non volevo farti preoccupare, solo stavo parlando con Lele e all'improvviso ha smesso di rispondermi, magari è solo agitato e non gli va di parlarmi, mi ha detto che era già tornato a casa e ho pensato a te" dico tra il dispiaciuto e l'imbarazzato
"Si è tornato a casa un quarto d'ora fa, l'ho sentito rientrare, adesso vado a controllare aspetta"
La sento alzarsi, aprire una porta e poi sorridere sospirando
"Si è addormentato con il telefono aperto sulla vostra chat" dice all'improvviso e sembra di tornare a respirare dopo aver trattenuto l'aria per ore
"Oh, scusami per averti svegliato" dico ancora più dispiaciuto di prima
"Non preoccuparti, buonanotte Tancredi"
Quando stacco la chiamata mi butto nuovamente sul letto fissando il soffitto, 8 ore e 43 minuti e tutto si realizzerà finalmente.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
Mi sveglio con la voce di mia madre che mi richiama, guardo l'ora e sono le 9, c'è anche un messaggio di Lele
"scusami mi sono addormentato".
Gli rispondo
"lo so ahaha, buongiorno".
"Dai Tancredi alzati, devi prepararti" urla mia madre da fuori
Mi alzo, prendo un paio di boxer e vado a farmi una doccia.
2 ore.
Scendo di sotto per fare colazione, mia madre ha già preparato tutto
"Dai sbrigati, devi ancora dirmi quale camicia metti così la stiro velocemente" dice mentre è intenta a preparare altre cose
"Mamma calmati, mi stai agitando" dico con una leggera risata
"Hai ragione scusami, è che sono così felice" dice sedendo psi vicino a me
"Lo sono anche io" dico poggiando la mia mano sulla sua
Nel frattempo entrano anche le mie sorelle nella stanza cominciando anche loro a mettermi ancora più agitazione, magari a Lele starà andando meglio
"Ei fratellone, manca pochissimo come ti senti?" chiede Berenice
"Se la smetteste di fare domande meglio" dico sbuffando
"Dai lasciatelo finire di fare colazione in pace" dice mia madre
Appena finisco torno in camera e prendo il completo che avevo preparato per andare a vedere la prima del film che si terrà a breve e poi inizio a scegliere tra le tante camicie una bianca e il papillon.
Porto la camicia a mia madre e do un altro sguardo all'ora, le 10.00, il tempo di vestirmi e poi ci siamo.
1 ora.
"Tieni amore la camicia" dice mia madre tornando dopo poco.
La indosso e la infilo dentro i pantaloni osservandomi allo specchio con mia madre che sorride
"Sei bellissimo"
Mi volto verso di lei e le sorrido
"Grazie mamma"
Lei si avvicina e mi accarezza una guancia
"Lele sarà un bravo compagno, ne sono certa" dice orgogliosa
"Ne sono sicuro anche io" dico per poi voltarmi e infilarmi anche la giacca
Mi suona il telefono ed è Gian
"Bro come sei messo? Io dieci minuti e sono da te" dice velocemente
"Sono pronto, ti aspetto"
Stacco la chiamata, controllo di aver messo nei pantaloni il foglio con le promesse e torno giù insieme a mia madre.
Le mie sorelle e mio padre mi guardano e sorridono
"Sono fiero di te" dice mio padre venendo verso di me per abbracciarmi così come le mie sorelle
"Vedi di far dire in fretta di si a Lele che vogliamo festeggiare tutti insieme" dice Clarissa
Poco dopo suona il campanello, mia madre apre e Gian si presenta anche lui vestito in giacca e cravatta
"Ho fatto il prima possibile" dice ancora con l'affanno
"Tranquillo siamo in orario"
Mi volto verso la mia famiglia, saluto tutti e poi usciamo per raggiungere il comune.
Il viaggio in macchina sembra durare un eternità, non faccio altro che controllare l'ora sul telefono sotto lo sguardo divertito di Gian.
18 minuti.
Parcheggiamo l'auto e entriamo subito in comune cercando la stanza in cui si terrà la cerimonia.
Saliamo le scale e ci incamminiamo per il lungo corridoio che termina con la sala in cui l'ufficiale già sta sistemando le ultime cose.
Inizio a fare avanti e indietro per scaricare la tensione, la gambe sembrano non voler smettere di muoversi insieme ai miei pensieri che mi tornano nella testa. Gian all'improvviso mi blocca, mi prende per le spalle e mi fa voltare verso di lui
"Adesso ti calmi okay? Vieni sediamoci"
I minuti passano e manca veramente poco all'inizio
"Gian si sta facendo tardi" dico iniziando nuovamente ad agitarmi
"Mancano ancora cinque minuti, starà arrivando" dice guardando l'orologio
"Non è da Lele metterci così tanto, di solito è sempre in anticipo, e se"
Neanche il tempo di finire la frase che lo vedo arrivare insieme a Diego esattamente come me lo ero immaginato, smoking bianco e camicia nera che viene verso di me e mi sorride.
L'ufficiante vede che ci siamo tutti e ci invita da entrare nella sala e posizionarci.
Io e Lele siamo uno davanti all'altro e Gian e Diego ai nostri lati.
"Benvenuti e tutti, oggi siamo qui per celebrare il matrimonio tra Tancredi ed Emanuele che hanno deciso di intraprendere questa strada insieme e condividere con noi questa gioia"
Io e Lele ci guardiamo e ci sorridiamo, sento una miriade di emozioni iniziare a farsi spazio dentro di me
"Adesso se i vostri amici hanno qualcosa da dire possono farlo" dice l'officiante e sia io che Lele ci voltiamo verso di loro che ci sorridono
"Non abbiamo nulla da dire, ci bastano i loro sguardi per capire che stanno facendo la cosa giusta e augurargli il meglio" dice Diego e anche Gian annuisce
"Bene allora procediamo, sei tu Tancredi Galli nato a Roma il 5 agosto 1999?" chiede voltandosi verso di me
"Sì" rispondo
"Sei tu Emanuele Giaccari nato a Roma il 24 giugno 2000?" dice voltandosi verso Lele
"Sì" risponde
"Adesso leggerò gli articoli del codice civile riguardanti i diritti e i doveri che siete tenuti a rispettare" dice iniziando a elencarli tutti e nel frattempo mi perdo ad osservare Lele che continua a sorridermi sistemandosi i capelli
"Siete venuti a contrarre matrimonio in piena libertà senza alcuna costrizione e consapevoli del significato della vostra unione?" chiede a entrambi
"Sì" rispondiamo insieme
"Siete disposti nella via del matrimonio ad amarvi e onorarvi l'un l'altro per tutta la vita?"
"Sì" diciamo entrambi
"Se quindi la vostra intenzione è unirvi in matrimonio datevi la mano destra"
Allungo la mia mano e lui fa lo stesso con la sua, poi lo guardo dritto negli occhi
"Io Tancredi prendo te Emanuele come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia nel dolore, nella salute e nella malattia, di amarti e onorarti sempre tutti i giorni della mia vita" poi prendo il foglio che avevo in tasca, lo tiro fuori e lo inizio a leggere
"Forse di sbagli nella mia vita ne ho fatti abbastanza, forse per una volta è arrivato davvero il momento di mettere un punto. Non c'è mai stato un solo giorno in cui io non abbia pensato che tu fossi qualcosa di estremamente grande e forte per me, ho sempre cercato di frenare e respingere quello che sentivo perché non volevo che diventasse necessario tanto da doverne dipendere.
Ho sempre pensato che nella vita le cose vanno e vengono, che non ci sono punti fermi, al massimo dei punti di sospensione e poi si riprende e correre, finché con te non ho scoperto che esistevano anche le virgole, qualche punto e virgola e tanti punti interrogativi, ho sempre pensato che i sentimenti fossero qualcosa di troppo complicato, grovigli di pensieri che non hanno mai una spiegazione logica, ho sempre pensato che vivere la vita fosse godersela senza legami troppo stretti, impicci che si intromettono e rendono tutto troppo complicato e ho sempre pensato che non serve etichettarsi per capire cosa siamo, sei semplicemente quello che vuoi senza dare troppe spiegazioni. Nel nostro libro ho scritto
'Non so bene che cosa significa essere innamorati, non ho mai capito che effetto fa. Penso che l'amore ti spinga a fare delle cose che altrimenti non faresti mai, e questo mi spaventa moltissimo. Penso che ti può sconvolgere la vita, per cui preferisco aspettare. Io non devo cercarlo, è lui che troverà me'. Adesso, qui davanti a te, sono pronto a dirti che io ho capito che cosa vuol dire essere innamorati, che tutte le cose che ho fatto che sono disposto a fare dipendono dall'amore, che sono ancora tremendamente spaventato da tutto questo, ma sapere che lo affrontiamo insieme lo rende più semplice, che la vita a me l'amore me l'ha totalmente cambiata e che ho aspetto e mi hai trovato, te, che hai il nome dell'amore, te con cui da adesso voglio condividere ogni istante della mia vita"
Lele mi guarda, una lacrima gli riga il volto mentre continua a sorridere
"Adesso tocca a te" dice l'officiante voltandosi verso di lui
"Io Emanuele prendo te Tancredi come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita" prende poi un respiro e continua a parlare
"Mi avessero detto che a vent'anni mi sarei sposato non ci avrei mai creduto, un ragazzino che nella vita ha passato la maggior parte del tempo a rialzarsi dalla cadute, finalmente ha trovato l'amore. In questi anni non ho mai pensato di innamorarmi così tanto di qualcuno, non almeno da sentirmelo così fin dentro le ossa, da sentire che dal suo umore ne dipende il mio o da credere che senza l'uno non può esistere l'altro.
Mi sono sempre chiesto se per me l'amore fosse una delle tante delusioni o se per una volta potesse essere quella via di fuga dal resto del mondo, un piccolo angolo dove potermi sentire bene e con qualcuno che per una volta si prendesse per davvero cura di me, quello che in tutti questi anni aveva sempre fatto Diego senza che io potessi mai ricambiare del tutto quel legame fraterno che da sempre ci aveva legato senza che ce ne accorgessimo. Sei arrivato, fulmine a ciel sereno, hai spalancato la porta e hai portato con te un universo, voglia di vivere la vita esattamente come è, senza cambiarne niente, di sbattere la testa contro un muro piuttosto che rinunciare a qualcosa, di sentire il brivido lungo la schiena ancora e ancora, quello che io negli anni avevo completamente dimenticato, con te ho capito che l'amore non è solo quello che si vede nei film o si legge nei romanzi, che amare è anche stare in silenzio e capirsi da uno sguardo, che non servono dimostrazioni continue, gesti importanti o parole di troppo, basta un divano, un bacio e due mani che si sfiorano, che anche se non mi ripeti che mi ami o se non ci teniamo la mano per strada, io sceglierei ancora te, il tuo ciuffo spettinato, il septum storto e le felpe che ogni tanto ti rubo dall'armadio. Basta poco per essere felici, e quel poco sei te"
Non ho smesso per un attimo di guardare il suo imbarazzo nell'aprirsi e mostrarsi davanti a tutti, le mani che stringe alle mie e i suoi occhi che brillano
"I testimoni hanno sentito?" dice l'officiante richiamando l'attenzione di tutti
"Sì" rispondono Gian e Diego
"È giunto il momento dello scambio degli anelli, simbolo di amore e fedeltà, indossati all'anulare sinistro dove passa secondo una leggenda la "Vena Amoris" collegata direttamente al cuore. Questi anelli che vi donerete scambievolmente siano un segno del vostro amore e della vostra fedeltà"
Diego ci porge la scatola con dentro gli anelli
"Emanuele ricevi questo anello come simbolo del mio amore e della mia fedeltà" prendo il mio anello e lo metto al suo dito
"Tancredi ricevi questo anello come simbolo del mio amore e della mia fedeltà" prende il suo anello e lo mette al mio dito
"In nome della legge, vi dichiaro ufficialmente uniti in matrimonio, potete baciarvi"
Io e Lele ci guardiamo, ci sorridiamo e poi ci baciamo, il bacio che da inizio finalmente a una nuova vita
"Congratulazioni" dice Diego abbracciando prima Lele e poi me
"Sono felice per voi ragazzi" dice Gian
"Dovete leggere e firmare l'atto di matrimonio" dice l'officiante rivolgendosi a tutti
Compiliamo tutti i documenti e poi ci avviamo fuori dove ci aspetta la nostra moto e poi la nostra casa fuori Roma
"Noi andiamo" dico prendendo Lele per mano
"Ci vediamo in questi giorni" dice Gian
Usciamo e saliamo in moto, ci allacciamo entrambi il casco e partiamo.
Dopo neanche dieci minuti mi accorgo che la moto ha dei problemi e non riesco a frenare bene, stiamo toccando i 130 km/h
"Tanche perché stai andando così veloce? Rallenta" dice avvicinandosi
"Dai smettila Le, non fare il fifone" dico cercando di sembrare scherzoso
"Tanche non sto scherzando, vai piano" dice iniziando a stringere la presa sui miei fianchi
"Le dimmi una cosa"
Lui si avvicina a me
"Hai mai amato nessuno tanto quanto me?" chiedo
"No Tanche, sei l'unico che io ho amato così tanto"
Sorrido anche se lui non mi vede
"Perché mi fai questa domanda?" chiede avvicinandosi nuovamente
"Così, volevo solo che me lo dicessi"
E solo qualche metro dopo avviene lo schianto.