Capitolo 20
"E chi si vuole liberare di te" dico sorridendo. Le emozioni che sento in questo momento sono davvero fortissime, vederlo di nuovo è come rivederlo la prima volta e rifare tutto dall'inizio "Tancredi Galli così dolce, credevo fossi io quello a cui hanno sparato ed è rimasto incosciente non tu" dice ridendo. Quella risata è stata la cosa che più mi è mancata, la sua voce che per un attimo ho temuto di non sentire più, il suo sorriso che illuminerebbe qualsiasi cosa. Faccio una faccia buffa e poi alzo gli occhi al cielo "non ti ci abituare" dico per poi iniziare a ridere. Mi siedo accanto a lui "ti ricordi quel video che abbiamo fatto tempo fa che avevamo detto di pubblicare solo in una occasione speciale? Vedi oggi l'ho fatto, avevo paura di non rivederti mai più e quando l'ho rivisto non c'è l'ho fatta, è stato più forte di me" dico incontrando i suoi occhi. Di nuovo quella fitta allo stomaco e i fiumi di parole incomprensibili che ci stiamo dicendo fanno da scena, tutto intorno sembra svanire tranne noi. Lui mi prende la mano "mi prenderesti io mio telefono perfavore?" Mi alzo e tra le sue cose lo prendo per darglielo. Va a vedere il video, poi va nelle sue bozze di tiktok e cerca l'altro video che abbiamo fatto quel giorno e lo pubblica. Adoro i suoi gesti, i suoi modi di dirmi io ci sono.
Sono stato talmente felice che sia di nuovo con me che mi sono dimenticato di chiedergli che cosa sia accaduto. Mi faccio serio "mi racconti che cosa è successo". Lo vedo fissare il soffitto in silenzio "dovevo vedermi al parco con Ginevra, voleva parlarmi per quello che è successo con te, all'inizio neanche volevo andare, ma poi ho cambiato idea perché mi ero stufato di tenermi tutto dentro. Quando sono arrivato lei mi aspettava sulla panchina, mi sono seduto e le ho chiesto che cosa volesse, lei mi ha detto che era tutta colpa mia se tra voi era finita e che non mi dovevo intromettere perché ero solo un ingombro nella vostra relazione. Io le ho detto che era lei quella ad aver sbagliato perché se ti amava davvero non ti avrebbe tradito con uno dei tuoi migliori amici. Lei è schizzata di testa e mi ha detto che mi sarei dovuto guardare le spalle perché non me l'avrebbe fatta passare liscia io mi sono alzato per andarmene e mentre camminavo mi ha sparato". Non posso credere a quello che ho sentito, di nuovo era lei la causa di tutti i miei casini. Non riesco a parlare, un nodo alla gola mi impedisce di dare voce ai miei pensieri. Ancora lei a rovinarmi la mia vita, lei a cercare di portarmi via le persone che amo. Mi alzo e faccio per andarmene "dove stai andando?" Chiede Lele preoccupato "a fare quello che avrei dovuto fare fin dall'inizio" dico per poi uscire dalla stanza. "Gian puoi darmi le chiavi della macchina?" Chiedo "dove devi andare?" Risponde lui dandomele perplesso "devo risolvere una cosa". Esco dall'ospedale, salgo in macchina e vado sotto casa sua. Quando arrivo mi attacco al campanello di casa sua finché non si affaccia urlando "scendi immediatamente" dico con tutta la rabbia del mondo. Poco dopo arriva con il suo solito sorriso "ciao Tanc, che bello vederti". Vorrei tanto prenderla a parolacce, ma stringo i pugni e cerco di controllare la mia voglia di andarle addosso "non è lo stesso per me, che cazzo hai fatto a Lele?". Lei cerca di avvicinarsi "non ho fatto niente di cosa parli?". Io la respingo "con quale cazzo di coraggio mi guardi in faccia, sei una pazza squilibrata, spari a Lele solo perché ti ho lasciato quando è soltanto colpa tua e di Valerio, ma stai pur certa che te la farò pagare, andrai in carcere quanto è vero che mi chiamo Tancredi". Prendo il telefono e chiamo la polizia, lei tenta di scappare ma io la rincorro e la fermo "non andrai da nessuna parte, meriti di marcire in una cella e me ne assicurerò personalmente a costo di morire". Dopo dieci minuti la polizia arriva e Ginevra viene presa "non ho fatto niente, sono innocente, si è inventato tutto lasciatemi andare" dice cercando di liberarsi dalle manette, poi la fanno salire in macchina e la portano via. Rimango lì, riesco solo a vedere l'immagine di lei che punta la pistola contro Lele e poi lui che cade a terra, il sangue che scorre ovunque e le gambe mi cedono facendomi cadere a terra. È questione di attimi e la vita può portarti via tutto, se solo fossi stato con lui non avrei permesso che succedesse, l'avrei fermata o avrei preso io quel colpo. Vado verso la macchina e torno in ospedale, il medico sta visitando Lele, quando esce lo fermiamo "sta bene, passerà un'altra notte qui e domani mattina lo rimanderemo a casa, adesso potete anche andare, non serve che restiate qui" dice per poi andarsene. Non c'è notizia più bella che potessi sentire al momento, domani avremo di nuovo io nostro ragazzo. "Dai rega andiamo, ha ragione il medico, non serve a niente stare qui torniamo a casa, non abbiamo mangiato niente da ieri sera" dice Diego. Effettivamente sono quasi le 20.00 e decisamente abbiamo tutti bisogno di un letto e cambiarci, io ho ancora i vestiti sporchi del sangue di Lele. Usciamo dall'ospedale e torniamo a casa, i ragazzi ordinano cinese e io intanto vado in bagno a farmi una doccia. Apro l'acqua e lavo via tutti i segni di una vita sbagliata, di quello che fino ad ora sono stato per dare vita a un nuovo me, uno che è pronto a viverla nel modo giusto. Esco da lì e mi metto dei vestiti di Lele, amo il suo profumo, sa di fragola e lavanda e mi ricorda tanto la nostra tankele. Vado in cucina e il cibo è già arrivato, ci mettiamo a tavola e mangiamo "come mai i vestiti di Lele?" Chiede Gian. Guardo in basso sul piatto, poi mi faccio coraggio "rega credo di essermi innamorato di Lele" dico tutto d'un fiato. Gian spalanca gli occhi e Diego si volta molto sorpreso, non credo pensassero che a me potesse piacere Lele, non avevo mai dato segni, quindi nessuno dei due si aspettava la mia improvvisa confessione. "Bro sei sicuro? Può essere che ti stai confondendo, è normale dopo tutta la storia che è successa" dice Gian "sono più che sicuro, non ho provato niente del genere neanche quando stavo con Jenni". Gian rimane il silenzio e Diego mi guarda "non pensavo che facendoti capire che Lele provava qualcosa per te ti avrebbe portato a innamorarti di lui, se lo avessi saputo lo avrei fatto molto tempo fa" dice ridendo. Io ricambio e Gian si gira a guardarlo di nuovo con gli occhi sbarrati "vuoi dirmi che anche Lele è innamorato di Tanc?" Chiede come se avesse appena scoperto lo scoop più grande dell'anno "ma come non lo avevi capito?" Dice Diego voltandosi verso di lui "era più che evidente che provasse qualcosa per lui, non hai visto ogni volta che lo guarda come gli brillano gli occhi? O ogni volta che fanno i video tankele come sorride se Tanc si avvicina a lui? Come all'improvviso prende e si sdraia accanto a Tanc appoggiando la testa sulla sua spalla solo per stargli vicino?" Gian rimane in silenzio e mi guarda "bro allora la tankele non era una semplice ship creata per i fan ma entrambi provavate qualcosa e non ve lo siete mai detto?" chiede "in realtà credo sia nato tutto dopo, con il passare del tempo, io non mi sono mai accorto che Lele provasse qualcosa per me finché non me lo ha fatto capire Diego, non volevo neanche ammettere a me stesso che io provassi qualcosa per lui perché era stano, siamo sempre stati così legati che pensare a noi come fidanzati è difficile. A dire la verità non so neanche adesso se dirglielo sia la cosa giusta da fare" dico cercando immaginarmi come potrebbero andare le cose tra di noi. "Io credo che dovresti farlo" dice Gian interrompendo i miei pensieri "magari non subito, ti prendi dei giorni per vedere come va e se senti che può funzionare perché privarti dei tuoi sentimenti per di più ricambiati?". Beh ha ragione, prendersi dei giorni con Lele può solo farmi bene, recuperiamo il tempo perso e in più riesco a capire se dirglielo è l'opzione migliore. "Farò così, grazie Gian" dico con un sorriso "Ci voleva Gian per fartelo fare, io non sono nessuno a quanto pare" dice Diego facendo il finto offeso. Scoppiano tutti a ridere poi guardo Diego "è solo grazie a te se ho capito realmente che cosa stava succedendo, mi hai aperto gli occhi, ti devo tutto" lui mi sorride e io ricambio, è solo grazie a lui se ho capito che Lele è ciò che ho sempre cercato. Ci mettiamo sul divano tutti insieme e mettiamo un film, poco dopo lo schermo del mio telefono si illumina e mi arriva un messaggio da Lele. Mi ha inviato una foto di lui con la faccia triste "mi manca il mio bambino che mi rompe i coglioni". Fisso quella foto per un po' e sorriso come un coglione, è tutta la mia vita, non vorrei nient'altro se non lui. Gli rispondo fancendomi una foto con una delle mie facce idiote "anche a me, ma solo un pochino". Due minuti dopo mi invia un'altra foto e scrive "domani torno a romperti le palle, aspettati il peggio" di nuovo sorrido, gli mando un'altra foto e scrivo "non aspetto altro". A domani piccolo uragano.