Capitolo 4
Sono le 13.00 e come da manuale sono andato a letto tardi svegliandomi con un forte mal di testa, forse è ora di alzarsi. Vado di la, i ragazzi sono sul divano, mentre Diego, anche lui che si è alzato adesso come me, è seduto al tavolo che sta al telefono.
Ripenso a Lele, e lo vedo ancora pensieroso.
Voglio parlarne con Diego, lui lo conosce molto meglio di noi, e visto che anche lui ieri era preoccupato ne approfitto per uscire con lui e magari parlargli da solo. "Bro, andiamo a mangiare fuori" Diego mi guarda ed è subito
"Mc?" annuisco con gusto
"ah che bello ne avevo proprio bisogno" dice lui.
"Bene allora dammi dieci minuti per prepararmi e sono tutto tuo".
Vado in camera, mi vesto e lo aspetto in salotto.
"Dove andate?" Chiede Gian
"andiamo al Mc" risponde Diego uscendo dalla camera.
Lele mi guarda, è strano, ha gli occhi spenti, le occhiaie marcate e scorre le dita sul telefono frenetico.
Mi fa male vederlo così, ma lo sto facendo per lui, non torno indietro, chiudo la porta e usciamo.
Durante il viaggio in metro di andata l'unica compagnia sono state le cuffiette, Diego giocava al cellulare.
Mi vibra il cellulare e mi arriva un messaggio da Ginevra, ottimo tempismo direi
<buongiorno>
scrive
<buongiorno, che fai oggi?>
le chiedo
<sono in giro in centro con delle amiche, tu?>
Forse il destino mi sta sorridendo e colgo l'occasione per vederla
<potrei essere sulla metro proprio adesso per andare in centro, ti va se ci vediamo nel pomeriggio?>
Sono un po' agitato e non è da me, di solito l'idea di vedere qualcuna non mi turba così tanto, ma con lei sembra diverso
<certo a dopo>
scrive dopo poco.
Diego mi da una pacca sulla spalla indicandomi la prossima fermata, quella a qui dobbiamo scendere noi.
Camminiamo qualche mentre e poi entriamo, vi avviciniamo alla cassa per ordinare e una volta seduti al tavolo ne approfitto per parlargli di Lele.
"Posso chiederti una cosa?" Dico rompendo il silenzio
"certo bro, quello che vuoi"
"Secondo te che cosa prende a Lele? Ieri ho notato che anche tu non hai creduto alla storia del non dormire la notte e in più prima di entrare in stanza l'ho sentito piangere in bagno".
Diego rimane un attimo in silenzio con lo sguardo basso
"non ne ho idea, sono molto preoccupato per lui, nell'ultimo periodo non parla più, sta molto da solo, lo vedo cambiato" e sento che soffre come me.
"Dobbiamo aiutarlo Diego, sono preoccupato quanto te, non lo riconosco più e voglio arrivare al punto della storia". L'idea di sapere che qualcosa nella sua vita lo faccia soffrire e non me ne parli mi fa sentire escluso, come se per lui la nostra amici's non contasse abbastanza da fidarsi di me, ma anche con Diego fa lo stesso e se neanche con lui parla deve essere una questione molto seria
"conta pure su di me allora, lo scopriremo" mi dice battendo il pugno. Finiamo di mangiare e usciamo "torniamo a casa?" Chiede
"non proprio, andiamo in centro, ti faccio conoscere Ginevra" dico ridendo.
Diego si gira e mi batte il cinque
"grande bro, chi meglio di me può aiutarti con le ragazze, sono un playboy" dice mostrando i muscoli.
Scoppiamo a ridere e per una attimo non penso più a Lele.
Andiamo verso un bar, alcune fan ci riconoscono e ci vengono incontro correndo, facciamo qualche foto e due chiacchiere finché non la vedo arrivare.
È così dannatamente bella.
Ha i capelli castani scuro, quasi neri, due treccine le tolgono i capelli dagli occhi color ghiaccio, un filo di trucco la rende quasi un dipinto.
Indossa un maglione rosa con sopra una giubbotto e un jeans semplice con le converse che la rendono perfetta.
È meravigliosa, ancora meglio di come appariva in foto.
Sta venendo verso di noi, ma non credo mi abbia riconosciuto.
Per la prima volta non so cosa fare, mi sento impacciato e fuori luogo
"Diego è quella" dico indicandogliela.
"Bro è proprio bella, sei sicuro che ti vorrà ancora quando ti vedrà?" Mi dice ridendo. "Vaffanculo, me ne vado" e mentre mi giro Diego mi prende il braccio e mi riporta dove ero spingendomi.
Alzo lo sguardo e lei era lì, proprio davanti a me.
"Sei tu Tancredi?" Dice sorridendo
"si scusami, Diego fa sempre lo scemo" la ragazza che è con lei non crede ai suoi occhi e sembra che abbia visto un fantasma, fissa me e Diego con sguardo stupito.
"Ginevra potevi dirmelo che avremo incontrato due dei Q4 e che uno di quelli è il ragazzo di cui parli sempre".
Sapere che ha parlato di me alla sua amica mi fa sentire più a mio agio, ma vedo lei diventare rossa come un peperone per l'imbarazzo.
È ancora più bella così.
"Scusala, tende sempre a esagerare" dice impacciata.
Cerco di sdrammatizzare
"tranquilla non preoccuparti, è quello che succede a tutte quelle che incontriamo, anzi di solito va anche peggio, comunque vi presento Diego".
Lei gli stringe la mano
"piacere Ginevra, e lei è Maila la mia coinquilina e migliore amica".
Noto subito che Maila è presa da Diego e lo riempie di mille domande, almeno io ho modo di rimanere da solo con Ginevra. Il suo sorriso potrebbe fare invidia a chiunque, gli zigomi si alzano leggermente facendo spazio a due fossette che le risaltano ancora di più la bocca "quindi che vuoi fare? Ti va se andiamo a prendere un gelato?" Mi chiede
"certo, volentieri" e le prendo la mano.
La sento tremare e mi chiedo se sia per l'imbarazzo o altro, perché non è l'unica a sentirsi strana in questo momento, non sono abituato a uscire con qualcuno e avere amici con me, di solito agli appuntamenti vado da solo.
Noto che Diego si intrattiene con l'amica di Ginevra e non so se devo preoccuparmi visto che lui è fidanzato con Elisa, ma adesso non voglio pensarci, lui sa badare a se stesso.
"Quale gusto scegli?" Mi chiede risvegliandomi dai pensieri
"nocciola e pistacchio" rispondo quasi sbavando per la fame che mi è venuta "sono anche i miei preferiti" dice ridendo e di nuovo mi perdo un attimo a guardarla.
Prendiamo i nostri gelati e usciamo, andiamo in un parco vicino e ci sediamo nelle panchine.
"Allora ragazzi, come mai avete voluto fare questo lavoro?" Chiede l'amica di Ginevra.
"Beh, diciamo che è sempre stato un mio sogno diventare qualcuno e ho voluto provare a realizzarlo. Ho fatto video su YouTube e da lì è cambiato tutto, finché non ho incontrato lui e gli altri e siamo finiti qua a Milano" dico abbracciando Diego
"quanto siete carini, vi adoro, specialmente tu e Lele, siete la mia coppia preferita".
A quelle parole sorrido perché è proprio vero, io e Lele siamo proprio una bella coppia anche se non mi andava di pensare a lui adesso
"non a caso siamo la più bella di tiktok" dico con finto sguardo innamorato e vedo Ginevra sorridere.
Quella ragazza ha proprio un bellissimo sorriso e il suono della sua risata è rilassante e riesce a contagiare tutti.
"E tu Ginevra sei di qui giusto?" Chiede Diego.
"In realtà no, sono dell'Emilia Romagna, mi sono trasferita qua per studiare all'università di moda, la mia famiglia vive ancora la e io condivido l'appartamento con Maila".
Il tempo è volato che non mi sono accorto dell'orario finché Diego non me lo fa notare
"Tanc sono le 18.00 e si è fatto un po' tardi, i ragazzi ci aspettano" dice guardando il telefono
"si andiamo" dico mentre mi giro verso Ginevra
"allora alla prossima" dico
"alla prossima" mi risponde quasi dispiaciuta
"magari stavolta da soli, che ne dici?" Dico sorridendogli
"Dico di si" dice ricambiando il sorriso. "Dai Tanc andiamo, è stato un piacere avervi conosciuto, alla prossima" dice Diego e ce ne andiamo.
"Bro ma tu non hai Elisa? Io voglio rivederla da solo" dico quasi arrabbiato. Lui si gira e sgrana gli occhi
"si bro tranquillo, quella mi ha stressato tutto il giorno, volevo essere gentile, non vedevo l'ora di andarmene".
Il suo sguardo è un misto tra terrorizzato e schifato tanto che inizio a ridere come uno scemo seguito da lui.
Prendiamo di nuovo la metro e in un quarto d'ora siamo a casa.
"Siamo tornati" urlo aprendo la porta. Gian sta in videochiamata con Marta mentre Lele sta cucinando.
"Ben tornati ragazzi, salutate Marta?" Dice Gian
"ciao Marta" urliamo insieme io e Diego "quando vieni a trovarci?" Chiedo
"molto presto, mi mancate tutti un sacco" dice facendo poi una faccia triste.
La saluto e vado in cucina da Lele prendendolo per i fianchi
"amore cosa mi prepari?" Dico dandogli un bacio sulla guancia
"omelette al formaggio" risponde lui accennando un sorriso.
Stiamo facendo progressi, finalmente mi parla e mi sorride.
Ci mettiamo a tavola e subito Diego si mette a raccontare il nostro pomeriggio fuori e arriva anche alla parte in cui abbiamo incontrato Ginevra
"rega quella ragazza è davvero bella e dolce, non so come faccia a piacergli uno come questo qui" dice tirandomi una pacca sulla spalla
"guarda che ho il mio fascino" rispondo io facendo uno dei miei sguardi migliori. Gian intanto se la ride e Lele a malapena accenna un sorriso, se prima aveva detto due parole adesso fissa il vuoto.
"Comunque basta raga sono affari miei" dico io per troncare l'argomento.
Finiamo di mangiare, stranamente era calato il silenzio finché i ragazzi non propongono una partita alla play
"io passo, sono stanco, vado a letto" dice Lele.
Eh no, stavolta non lo lascio andare, non me la bevo, lo seguo e appena entrato in camera entro anche io e chiudo la porta a chiave mettendomela in tasca.
"Che cazzo fai" dice arrabbiato
"stavolta ti siedi e parli con me" rispondo a tono freddo.
"Tanche lasciami stare" dice evitandomi "no Lele, non ti lascio stare, sono stufo di vederti stare male".
Lui mi guarda e sta per dire qualcosa, ma non lo fa, abbassa lo sguardo e cerca un cambio per la notte.
"Mi spieghi che cosa ti sta succedendo?" Chiedo preoccupato
"Te lo ripeto, sono stanco, non ho nulla, sono molto stressato in questo periodo, mi manca mia nipote e la mia famiglia, tutto qui" dice sedendosi sul letto.
Non me la bevo, è uno sentimentale si, ma non starebbe mai male per questo, non è un motivo valido per non parlarne neanche con Diego, ma forse è davvero solo questo e sono io che mi faccio problemi dove non ci sono, solo vorrei che me ne parlasse invece di costringermi a farlo in questo modo
"perché non me lo hai detto?" Chiedo mettendomi seduto vicino a lui
"non mi andava di rovinare la tua felicità" dice abbassando lo sguardo.
"Lele non avresti rovinato nulla, tu vieni prima di tutto e tutti. Vederti stare male ha fatto stare male anche gli altri, ma io ero davvero preoccupato, non riuscivo a spiegarmi che cosa avessi e per un attimo ho pensato che fosse colpa mia" mi guarda e gli si gonfiano gli occhi di lacrime
"ei vieni qui non piangere" dico abbracciandolo.
Lui ricambia, sta davvero a pezzi, sento il suo dolore come se fosse il mio, lo cerco di condividere, ma sento anche il suo distacco, quasi rifiutasse il mio aiuto, e mi sento impotente, vorrei saper fare di più per lui, ma non so cosa.
Chissà cosa gli sta passando davvero per la testa.