Il vestito

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Capitolo 10

Il suono della sveglia mi ricorda che devo alzarmi e prepararmi per uscire con Ginevra. Prendo il telefono e le scrivo <buongiorno, alle 12 ti aspetto alla metro>.
Premo invio, preparo i vestiti e vado in bagno per fare una doccia. Stranamente stanotte ho dormito meglio, le occhiaie sono meno marcate e sono di buon umore. Sono le 11.20 quando esco dalla doccia, ho giusto il tempo di mangiare qualcosa veloce e uscire per incontrarla. La aspetto davanti ai binari, come da abitudine e quando arriva le sorriso da lontano. Lei mi vede e ricambia venendomi incontro e quando è davanti a me mi abbraccia. La prendo e la bacio, è gesto più spontaneo che mi venga in mente e lei ricambia appoggiando le sue mani sulle mie spalle "andiamo?" Dico una volta che ci stacchiamo "si certo" dice e io le prendo la mano. Lei mi guarda e ci incamminiamo verso il centro. È strano farmi vedere con qualcuno in pubblico, sono costantemente sotto gli occhi di tutti, non perdono occasione per scrivere su di me e ogni cosa che faccio i che posto il più delle volte travisando gli avvenimenti e mettendo in giro voci insensate e non voglio che lei ne faccia parte, non finché non sono sicura di quello che provo. "Dove andiamo a mangiare?" Mi chiede rompendo il silenzio e quel momento di riflessione "che ne dici se andiamo al sushi?" Le dico voltandomi per guardarla "direi proprio di sì" dice contenta. Sapevo che le piaceva perché una volta me lo disse quando eravamo al parco, quindi se devo fare le cose per bene devo giocare tutte le carte, in più anche io adoro il cibo giapponese "però prima vieni qui" le dico cercando di attirarla verso di me. Lei mi accarezza il viso con un mano e poi si avvina per baciarmi. Quel tocco è delicato ma distaccato, quasi come se quel contatto gli avesse causato una scottatura, ma dopo l'ultima volta evito le domande. "Direi che adesso possiamo andare a pranzo" dico prendendole di nuovo la mano e lei mi sorride. Entriamo nel ristorante e ci mettiamo seduti, una cameriera ci porta subito i menù per scegliere e non perdo tempo ad ordinare quasi tutto quello che c'è scritto sotto il suo sguardo che mi scruta ridendo per ogni volta che dico qualcosa sui piatti che scelgo. "Finalmente ti vedo di nuovo sorridere alle mie battute" dico guardandola "come potrei non farlo, hai trovato io mio punto debole" dice sorridendo. Avvicino la mia mano e la poggio sopra la sua "Ieri sono stato serio quando ho detto che volevo pensare solo a noi, almeno questa volta vorrei fare le cose nel modo giusto e te lo dimostrerò ogni giorno". La vedo, inizio a vedere di nuovo lo sguardo con cui mi guardava quando ci siamo conosciuti e sono sempre più convinto di aver intrapreso la strada giusta. Arrivano i nostri piatti e in pochissimo mi divoro tutto, ho davvero fame e anche lei a quanto pare, infatti nel giro di mezz'ora abbiamo ripreso più volte le portate e stiamo letteralmente per morire. Ci alziamo e dopo aver pagato usciamo per andare verso il centro commerciale. Per strada incontriamo alcune fan e subito ci fermano "Tanc o mio Dio non ci credo che sei davvero tu, possiamo fare una foto?" Dice una ragazza quasi il lacrime "ma certo vieni qui" dico abbracciandola, ci mettiamo in posa e scattiamo la foto. Faccio la stessa cosa anche con le altre ragazze che sono con lei e con la coda dell'occhio guardo Ginevra che a sua volta mi guarda e sorride. Le mie fan per me sono estremamente importanti, devo a loro tutto quello che ho e se posso farle felici con qualche piccolo gesto lo faccio senza pensarci. "Grazie Tanc, ti vogliamo bene" dicono tutte "vi voglio bene anche io, grazie a voi" e le saluto. Mi volto verso Ginevra che ancora mi sta guardando "non guardarmi così, quando vedo le mie fan perdo la testa" e lei ride e mi piace quando ride, gli si forma quella fossetta non troppo pronunciata e gli si arriccia il naso. La attiro verso di me e la abbraccio stringendola leggermente per i fianchi sentendo le sue piccole braccia cingermi il corpo e la sua testa appoggiarsi al petto. Rimaniamo così qualche secondo, mi piace averla vicino. Riprendiamo a camminare e arriviamo al centro commerciale, entriamo e facciamo un giro all'interno. Guardiamo tutti i negozi finché non arriviamo davanti a quello di Calvin Klain e sulla vetrina vede un vestito nero a fascia stretto sui fianchi che si allarga da lì fin quasi al ginocchio. Si avvicina e lo fissa incessante "Tanc o mio Dio guarda quanto è bello" dice indicandomelo. Entriamo e chiede alla commessa se può provarlo, io la aspetto fuori dal camerino osservandomi un po' attorno. Quando esce rimango un attimo stupito per quanto le stia bene, sembra come se le sia stato cucito addosso, si guarda allo specchio e se lo aggiusta osservandosi "come sto?" Dice guardandomi attraverso il riflesso "ti sta benissimo" dico sorridendole. Abbasso lo sguardo sul mio telefono per rispondere a un messaggio dei ragazzi e quando mi volto lei ha cambiato espressione e sembra delusa "ei che cosa succede?" Chiedo andandogli incontro "non posso comprarlo, costa troppo e non posso permettermelo" dice con tono rassegnato mentre va di nuovo dentro al camerino per togliersi il vestito. Quando esce e va verso la commessa per ridarglielo la fermo "te lo compro io" dico senza pensarci due volte. Lei si volta e mi guarda "Tanc non pensarci neanche, sono un sacco di soldi" le prendo il vestito di mano e osservo il prezzo sul cartellino, 150€ non sono una cifra enorme per me, e comunque glie lo devo "i regali non si rifiutano mai" dico prima di voltarmi e andare alla cassa. Una volta fuori dal negozio lei mi prende e mi bacia, ma non un bacio normale, un bacio diverso, c'è passione, c'è sentimento, c'è qualcosa che non c'era mai stata prima di adesso "Tanc grazie, non dovevi" dice una volta staccata da me "dovevo per farti sorridere" dico accarezzandole il viso. Lei mi abbraccia e poi torna a guardarmi negli occhi "adesso non ho più dubbi, so che mi ami davvero. So di averti fatto soffrire con i miei modi un po' freddi, ma avevo bisogno di conferme, e tu me le hai date senza che io ti chiedessi nulla. Adesso pensiamo a noi". Mi fa sorridere che abbia usato le mie stesse parole, infondo Diego aveva ragione, il tempo avrebbe risolto tutto perché entrambi ci vogliamo provare davvero e dove c'è impegno c'è anche amore "ti amo Ginevra" dico prendendola in braccio e stavolta in quel ti amo c'è qualcosa di vero "anch'io Tanc".

|| Il tuo nome sulla pelle || TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora