Il ritorno

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Capitolo 9

Mi piace che continuano a crescere e ancora aspetto qualcosa che mi faccia capire che quello che ho fatto è servito a farla riavvicinare almeno un minimo e far capire a Lele che stavolta l'aveva fatta grossa.
Apro whatsapp e entro nella sua chat, lei è online, provo nuovamente a scrivergli "ripensaci, non volevo andasse così, dammi la possibilità di farti capire che ti te mi importa sul serio, sono testardo e se mi impunto su qualcosa insisto finché non la ottengo e non ho intenzione di tirarmi indietro". Premo invio e aspetto che quelle due spunte diventino blu. Finalmente visualizza, dopo svariati messaggi forse si è resa conto che ignorami non serve a farmi smettere.
Passano 10 minuti e ancora nessuna risposta, solo quel visualizzato che aveva aperto uno spiraglio verso il chiarimento, ma niente. Blocco il telefono e lo lascio accanto a me nel letto, mi sdraio di nuovo a fissare il soffitto che ormai sembra essere il mio unico vero amico e provo a pensare a qualcosa da fare per lei. Di colpo squilla il telefono e il suo nome è scritto sullo schermo.
È strano e inaspettato, un sorriso mi spunta soddisfatto. Rispondo "ciao Ginevra, sono felice che tu ci abbia ripensato, so di aver fatto un casino, o meglio Lele lo ha fatto, ma sul serio a me non importa di quello che pensa, mi dispiace solo che tu abbia assistito alla scena senza averti potuto dire nulla e che te ne sei andata via in quel modo" lei mi lascia finire e credo di averla convinta. Me la sto immaginando in questo momento mentre magari si gira le dita tra i capelli e alza gli occhi al cielo. "Tanc è tutto okay, ho capito che non era colpa tua, insomma è stato tutto così in fretta, facciamo finta che non sia successo nulla e ripartiamo dall'inizio" appena sento quelle parole sorrido e penso a quanto possa essere davvero innamorata di me in così poco tempo senza che io abbia fatto niente, forse non sono così male come tutti mi descrivono, forse riesco a far stare bene qualcuno e stare bene anche io, forse me lo merito dopo aver passato un periodo in cui non volevo più nessuno attorno. "senti sei libera adesso?" Le chiedo "certo, vediamoci tra mezzora al parco" dice è poi attacco. Mi alzo e vado a mangiare qualcosa veloce, poi torno in stanza e mi preparo per uscire, metto un pantalone della tuta e una felpa, il cappello, gli occhiali e le Jordan. Quando torno di la per uscire i ragazzi sono già svegli e sono seduti a mangiare, Lele mi guarda e poi torna a fissare il piatto, mentre Gian e Diego perplessi mi guardano non capendo il motivo della mia fretta "Tanc dove stai andando?" dice Diego "sto uscendo per andare da Ginevra" dico veloce "ci hai risolto?" Chiede Diego "credo di sì, insomma mi ha chiamato e mi ha detto che ha capito che non era colpa mia" dico voltandomi poi verso Lele che ha ancora lo sguardo fisso sul piatto "menomale bro, era ora" dice Gian "cerca di fare le cose per bene e non combinare altre cazzate" dice Diego. Prendo le chiavi e nel mentre vedo Lele che manda un messaggio, poi alza gli occhi e per un secondo si incontrano con i miei per poi tornare a mangiare. Non gli do peso e esco di casa dritto alla metro per andare da lei. Sono felice di rivederla, alla fine con lei sto bene, mi trovo a mio agio e la sua compagnia mi fa sorridere e se non in compagnia della mia famiglia e dei miei amici poche volte mi capita. Salgo sulla metro, un quarto d'ora e ci sono. La vedo, è già li che mi sta aspettando. Ha i capelli raccolti in una coda, un filo di mascara che con il sole le risalta il mare che ha negli occhi, una salopette di jeans con sotto un maglioncino bianco a maniche lunghe e le sue immancabili converse. È davvero bella, appena incontra il mio sguardo sorride e quando sono vicino a lei semplicemente la bacio, la prendo per i fianchi e la attiro verso di me. Il suo profumo di cocco mi invade le narici e la sua pelle morbida delle mani mi sfiora una guancia. Mi stacco per guardarla e i suoi occhi sono azzurri e luminosi ma allo stesso tempo spenti, non c'è la luce che c'era quando mi guardava le volte prima, e si percepisce anche da come mi toccava, dal suo respiro quando siamo vicini o semplicemente da come mi sta accanto. Le prendo il viso con una mano e la sento irrigidirsi "ei stai bene? Ti sento strana sei sicura che è tutto okay?" lei mi guarda "certo, se mi vedi un po' fredda è perché ancora devo accettare quello che è successo, non posso dimenticare tutto da un momento all'altro, è vero che ti amo, ma devo capire come gestire il rapporto con i tuoi amici, non voglio essere la causa di nessuna litigata tra di voi, ho capito quanto siano importanti per te". Le prendo la mano e la bacio dolcemente "stai tranquilla, capisco il tuo distacco e credimi farei lo stesso, ma prova a fidarti di me, dei miei amici non preoccuparti, a loro piaci, è soltanto Lele che mi ha deluso e con cui non voglio più avere nulla a che fare, ho sbagliato a dargli troppa importanza quando per lui non ero importante quanto lui lo era per me, da adesso non preoccuparti di lui, pensiamo a noi". È la prima volta che parlo di un noi, e l'idea non mi dispiace, provate a costruirvi qualcosa e vedere come va non sembra una cattiva idea, lei mi piace e io gli piaccio, le basi ci sono, sarà il futuro a dire se ci potrà essere qualcosa di più. La abbraccio e lei ricambia, mi stringe le braccia attorno alla schiena e io appoggio la testa sulla sua perdendomi un attimo in quella sensazione. Da adesso voglio impegnarmi e mettercela tutta, voglio che questa cosa tra di noi vada bene e funzioni. Il pomeriggio passa in fretta ed è già ora di tornare a casa "Tanc devo andare" dice lei guardando l'orologio "vabbene, ci vediamo domani?" dico io "certo amore" dice prima di darmi un bacio "a domani" dico "a domani" risponde prima di voltarsi e andarsene. Torno a casa e ad aspettarmi ci sono i ragazzi per una partita alla play, Lele ovviamente appena sono arrivato se ne è andato a mangiare per non vedermi e ringrazio il cielo che lo abbia fatto così posso raccontare ai ragazzi cosa è successo oggi "ragazzi posso chiedervi un consiglio?" si voltano entrambi e contemporaneamente "certamente" dicono. Mi siedo vicino a loro sul divano "oggi mi sono visto con Ginevra al parco, quando l'ho abbracciata o ci siamo baciati l'ho sentita fredda e distaccata, le ho chiesto che cosa stesse succedendo e mi ha detto che è solo perché deve assimilare ciò che è successo ieri, secondo voi è solo per questo o c'è altro?" Gian parla per primo "senti bro, per me una ragazza quando fa così vuol dire che non è del tutto sincera e che ti sta nascondendo qualcosa, di esperienze così ne ho avute parecchie" Diego invece fa segno di no con la testa "senti l'abbiamo conosciuta e Ginevra è la persona più vera che esista, è trasparente come l'acqua, se dice che è per quello di sicuro la spiegazione è quella, dagli tempo e vedrai che tutto si sistemerà".  Decido di dare ascolto a Diego e nel frattempo so dove andremo domani io e lei, la porterò a fare shopping. "grazie bro, vi voglio bene a tutti e due" dico prima di alzarmi e andare in camera, prendo il telefono e gli scrivo
<domani andiamo a fare shopping>.
Dopo poco mi risponde con mille faccine innamorate. Ho fatto colpo, buca al primo tentativo. Come ti fai perdonare da una ragazza arrabbiata con te se non con un po' di shopping e per di più se la ragazza in questione è amante della moda?. In tutto questo ancora il pensiero di Lele non mi si toglie dalla testa, non ha provato neanche ad avvicinarsi a me per chiarire, mi ha completamente ignorato e non credevo facesse così male. Dovrò imparare a convivere senza di lui.

|| Il tuo nome sulla pelle || TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora