Capitolo 78
Gli prendo il volto tre le mani e faccio scontrare le nostre labbra, voglio imprimermi ogni ricordo di lui.
Le sue mani si aggrappano di nuovo al mio collo infilandosi tra i miei capelli mentre le mie scendono lentamente sui suoi fianchi.
Ci stacchiamo da quel bacio e di nuovo nel suo sguardo c'è una luce diversa, le labbra gonfie e rosse e il petto che si alza e riabbassa velocemente per i nostri respiri affannati.
Erano settimane che non facevamo l'amore, settimane che non sentivo più il suo respiro mischiato al mio, settimane in cui non eravamo più entrambi, non eravamo più noi perché per esserlo dobbiamo viverci e noi avevamo smesso di farlo, ci eravamo annullati, avevamo smesso di respirare perché l'aria non ricordava più niente di ciò che eravamo.
"Ti voglio così tanto Le".
Lo spingo delicatamente sul letto e continuo a baciarlo, le sue mani scivolano lungo la mia schiena le mie gli tolgono gli ultimi indumenti rimasti.
É di nuovo la prima volta, la prima e ultima volta, quella che mi ricorderò sempre ogni volta che mi faranno il suo nome, ogni volta che per sbaglio i miei occhi incontreranno i suoi nelle notti insonni o nelle giornate grigie, ogni volta ad che conviveremo nella stessa casa e dovrò scappare perché la sensazione delle sue mani su di me brucerà e la sua vicinanza anche a metri mi farà tremare la terra sotto i piedi.
Adesso siamo famelici di averci nuovamente nel disperato tentativo di ricostruirci, rimettere insieme i pezzi per tornare un corpo e un anima, almeno un'ultima volta per ricordarci cosa vuol dire amare, amare davvero.
Scendo a baciargli il collo e sento il suo corpo irrigidirsi e le sue mani stringere sempre più la presa sulle mie spalle.
Assaporo di nuovo la sua pelle catturandola tra le labbra per lasciarne un nuovo segno che farà ricordare a entrambi di cosa siamo stati e cosa potremo essere se lui vorrà ancora fidarsi di me, se ancora ci sarà un noi dopo oggi.
Scendo sempre di più sul suo petto nudo osservandone e tracciandone ogni centimetro con le dita per imprimermi ogni dettaglio della sua pelle chiara e morbida che rabbrividisce ad ogni mio tocco.
Se solo sapesse che non c'è nessun altra persona al mondo che io abbia desiderato così tanto in tutta la mia vita, se solo fossi stato in grado di dargli le sicurezze che si meritava, di amarlo senza insicurezza e senza paura, forse adesso saremo lo stesso a fare l'amore ma sul letto di casa nostra a Milano, in uno dei tanti pomeriggi monotoni in cui la sua sola presenza era l'unica che riusciva a colmare i miei vuoti.
Sapere che questa potrebbe essere davvero l'ultima volta che faremo l'amore mi fa desiderare ancora di più di averlo, sentirlo a tal punto da fonderci e donarci un pezzo ognuno dell'altro così che quando ci separeremo, ognuno di noi avrà lasciato un segno indelebile e visibile ogni volta che ci scaveremo nel profondo.
Quando arrivo all'elastico dei suoi pantaloni alzo velocemente lo sguardo verso di lui e poi glie li tolgo lasciandolo nudo.
È sempre lo stesso gioco, ci attiriamo, ci amiamo, ci doniamo e ci lasciamo, ma sempre come calamite di poli opposti anche se ci respingiamo finiamo sempre per tornare, è un legame troppo potente.
"Tanche ti prego".
E serve solo quello a far si che di nuovo possa assaporarlo, le mani a stringere i miei capelli per dettarne il ritmo, il respiro che si spezza riempiendo la stanza e il corpo che si abbandona completamente.
Lo bacio di nuovo, i nostri sapori si mischiano, ho bisogno di sentire le sue labbra premere sulle mie per memorizzare ogni sensazione che ho provato solo con lui fin dal primo giorno che ci siamo incontrati e i nostri sguardi che si sono scelti insieme ai nostri corpi.
Poco dopo mi ritrovo sotto di lui con le sue labbra che scivolano sul mio corpo e le nostre mani intrecciate.
Ricordo ancora la prima volta che le ho sentite su di me, il suo tocco nuovo e sconosciuto, ma così giusto che mi ha travolto e portato con se come adesso che mi sfiora di nuovo e bacia ogni parte del mio corpo lasciata scoperta.
"Lele ho bisogno di sentirti mio"
I suoi occhi si perdono nei miei illuminati dalla luce flebile della finestra, la bocca è dischiusa e i denti affondano nel labbro inferiore, è un attimo prima che lui sia sotto di me con la schiena contro il materasso, le sue braccia attorno alla mia schiena e le mie mani a toccarlo per prepararlo, le unghie che affondano nella mia pelle ad ogni volta che lo tocco più a fondo.
É dolore, è amore, è passione, è voglia, è paura, è un noi che sarà sempre un noi anche a distanza di tempo, le sue gambe attaccate al mio bacino a regolare il ritmo, pelle contro pelle, brividi ad ogni parola sussurrata all'orecchio.
Da domani non potrò più averlo, lo so, voglio solo che sia la volta più bella della sua vita, della nostra vita, voglio che i nostri profumi si mischino a tal punto da imprimersi così tanto su entrambi che in ogni parte ci volteremo ci sarà sempre un ricordo vivido di quello che siamo stati, per l'ultima volta gli dono me stesso, tutto l'amore che non sono mai riuscito a dargli, tutti i se e i ma che vorrei per lui far diventare certezze, tutti gli sbagli che vorrei aver curato senza arrivare a tanto.
"Sono pronto".
La sua voce bassa e piena di amore da il via a tutto, i suoi occhi puntati nei miei senza staccarsi mentre finalmente i nostri corpi si ricongiungono, le sue mani a stringersi sulle mie spalle ad ogni spinta più profonda e il mio cuore batte forte contro il suo petto.
"Ti amo Lele".
Ci siamo solo io e lui, nella stanza l'aria è satura di noi, io sono in lui, faccio parte di lui, siamo un'unica persona, si aggrappa a me, trema per me, il suo corpo rabbrividisce, geme e infine viene per me.
Rimaniamo così, fronte contro fronte, i respiri che si fondono nel completo silenzio con gli occhi ancora chiusi a godersi gli ultimi istanti di quel momento perfetto che è già un ricordo.
Nessuno dei due ha il coraggio di dire niente, entrambi sappiamo che nel momento in cui o io o lui parleremo vorrà dire che sarà davvero tutti finito.
Apro gli occhi e vedo i suoi intenti a scrutarmi, lucidi e dannatamente belli e una lacrima riga il suo volto solitaria.
Allungo una mano per sfiorargli la guancia e asciugargliela, ma lui prontamente si distoglie da me e si alza in piedi
"Lele"
La mia voce esce quasi un sussurro, lui continua a darmi le spalle, non mi da neanche il tempo di parlare e inizia a rivestirsi
"Vattene"
La sua freddezza mi arriva dritta al petto e si schianta come un treno in corsa, la sua voce trema, ma non mi guarda
"Quindi è stata davvero l'ultima?"
Si volta verso di me, non c'è nessuna luce nei suoi occhi, di nuovo quel marrone spento, scuro e impenetrabile.
Nessuna parola viene detta, solo sguardi che so che mi stanno urlando di non andarmene, ci odiamo a tal punto da amarci altrettanto.
"Rispondimi Lele, è stata davvero l'ultima volta?"
Abbassa lo sguardo e si volta di nuovo verso la finestra
"Si"
Mi alzo e vado verso di lui, lo prendo per il braccio e il suo sguardo si blocca in quel gesto per poi incontrarsi con il mio.
Se vuole che questo finisca devono essere i suoi occhi a dirmelo e lui lo sa.
"Guardami e dimmi che non provi più nulla per me"
Non risponde e neanche mi guarda
"Fallo e giuro che me ne vado e non insisterò più"
Dopo qualche secondo il suo sguardo si scontra con il mio, gli occhi si riempiono di lacrime e si fa serio.
"Non provo più nulla per te"
Il mio corpo si irrigidisce, per un attimo il cuore si ferma e la presa sul suo braccio si rallenta fino lasciarlo completamente.
Fossero state solo le parole gli avrei urlato che io sarei rimasto e non mi sarebbe importato di quello che avrebbe fatto, ma i suoi occhi mi hanno detto più di quanto lui abbia fatto.
Mi infilo velocemente i vestiti, per la prima volta dopo tanto tempo sento gli occhi offuscarsi per le lacrime che tentano di uscire ma che subito asciugo velocemente, non è il momento.
Mi volto un'ultima volta verso di lui, un ultimo sguardo, un ultimo ti amo mai detto e poi esco da casa sua.
È finita.