Nemici amici

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Mi faccio coraggio e mi volto per guardarlo di nuovo negli occhi "Lele c'è una cosa che non ti ho detto" dico quasi sussurrando nella speranza di non doverglielo dire davvero. Il suo sguardo si fa serio, quasi avesse intuito cosa sarebbe successo poco dopo e il suo corpo inizia a irrigidirsi "non vorrai dirmi che hai fatto qualche altra cazzata e devo perdonarti ancora, perché sul serio Tancredi esco da quella porta e vado a scoparmi il primo che trovo". I suoi occhi sono velati, di nuovo una nuvola di paura e di tristezza si interpone tra di noi "non è questo" dico cercando di calmarlo, lo sento tremare e agitarsi "e allora cos'è" dice quasi urlando "sai vero che quello che ho fatto è stato solo per riprenderti e che non c'è mai stato nulla di reale?" Dico guardandolo dritto negli occhi per imprimergli la verità di quello che sto dicendo "si" dice rimando immobile. Prendo un respiro e continuo "vedi questa cosa è sfuggita di mano, come avrai visto i social sono impazziti alla notizia di un possibile ritorno tra me e Giulia e l'agenzia mi ha contattato dicendo che devo continuare a fingere di uscire con lei, altrimenti non ci permetteranno più di fare la tankele". Il suo sguardo si fa serio, sento il suo corpo piano piano allontanarsi dal mio per poi alzarsi e camminare per la stanza con le mani tra i capelli "Lele so che adesso ti sembrerà tutto assurdo o una scusa, ma ti assicuro che non è così". Lo vedo continuare a guardare fuori dalla finestra, zitto senza muoversi, il corpo ancora completamente nudo con i muscoli tesi per la rabbia e completamente assente "mi stai prendendo per il culo" dice all'improvviso voltandosi. Mi alzo e vado verso di lui "Lele vorrei fosse tutto uno scherzo ma purtroppo non lo è" dico cercando di toccarlo ma lui si toglie subito sfuggendo alla mia presa e sento come se mi stesse mancando la terra da sotto i piedi "e me lo dici adesso dopo avermi scopato facendomi credere che fosse tutto finito e che potevamo ricominciare?". L'urlo con cui pronuncia quelle parole mi si schianta addosso lasciandomi inerme, i suoi occhi adesso sono colmi di lacrime e la distanza che c'è tra di noi mi obbliga a stargli lontano "Lele io voglio ricominciare, voglio passare ogni secondo della mia vita accanto a te, te l'ho giurato mentre facevano l'amore, perché per me non era scopare, dobbiamo solo essere ancora più forti, insieme". Mi guarda di nuovo e quello sguardo mi trafigge ogni singolo muscolo, lo sento irradiarsi fin dentro le ossa "spiegami come fare perché credimi Tancredi, adesso non ci riesco" si sposta e va verso il letto per rivestirsi e io mi sento completamente perso "Lele affrontiamo tutto questo insieme, non voglio perderti ancora" dico con tutto me stesso, ho le lacrime agli occhi, gli sto urlando di restare con me perché lui è la mia essenza e senza di lui io non esisto, gli urlo di continuare a camminare mano nella mano con me perché da solo non ci riesco, non sono in grado. Mi guarda e io non ci penso un secondo prima di andargli incontro e baciarlo, lo prendo per i fianchi ancora scoperti e lo faccio scontrare contro il mio petto che batte così forte per la paura di non averlo più accanto e lascio che lui senta tutto il mio dolore in un bacio straziante, che si mischia con le lacrime di entrambi "non te ne andare" dico in un sussurro fronte contro fronte con il respiro ancora affannato e mi aggrappo a lui di nuovo con tutto me stesso. Lui mi abbraccia e rimaniamo così, in silenzio, di nuovo, a completare quel vuoto che vuoto non è perché c'è tutto quello che dobbiamo dirci "giurami solo che non sarà per molto" dice stringendomi ancora più a lui "un paio di settimane al massimo e poi saremo solo noi". Nel dirlo per la prima volta prendo coscienza di quanto in realtà due settimane siamo tante e di quanto per me sarà difficile fare finta, lo è stato farlo per far tornare Lele da me adesso lo è ancora di più sapendo che soffriremo entrambi, l'unica certezza è che la sera potrò addormentarmi e avere lui tra le mie braccia "un paio di settimane e saremo solo noi" dice prendendomi il volto e facendo di nuovo scontrare le nostre fronti "Lele io voglio solo amarti". Lui si stacca e mi sorride "fallo e basta". E a quelle parole mi viene in mente mio padre e quando mi aveva chiesto di fargli conoscere Lele, credo sia arrivato il momento "potrei già sapere come fare" dico mentre mi rivesto "vediamo, sorprendimi" dice sorridendo "rimani qua a cena stasera, ti faccio conoscere i miei, per davvero" sorride ancora di più e so di aver fatto centro, gli prendo la mano e lo bacio di nuovo "sei pronto?" Dico mentre sto per aprire la porta di camera "pronto" dice e lo sento tremare. Scendiamo le scale e subito mia madre e mio padre che ci guardano sorridendo "che bello rivedervi insieme" dice mia madre "che vuol dire rivedervi?" Chiede mio padre confuso "nulla tranquillo" dico sentendo la mano di Lele stringere forte la mia "comunque questo è Lele, Lele lui è mio padre" Lele timidamente allunga la sua mano verso quella di mio padre "piacere Emanuele" lui la stringe "piacere Dimitri" dice sorridendogli "ti fermi con noi a cena vero?" Chiede mia madre "se per voi non è un problema" dice timidamente. È in imbarazzo e mi fa sorridere il suo modo di volersi mostrare perfetto quando già lo è senza bisogno di fingere. Ci avviamo verso il tavolo e ci mettiamo seduti, siamo solo noi perché le mie sorelle sono uscite fuori con delle amiche e mia madre poco dopo arriva con la cena "allora Lele raccontaci qualcosa di te" chiede mio padre "sono un appassionato di skate, fin da piccolo andavo allo skate park e ci passavo giornate intere con i miei amici, poi come Tancredi qualche anno fa anche io ho aperto un mio canale YouTube con Diego, il mio migliore amico e così ho conosciuto Tancredi e gli altri". Fa un certo effetto sentirgli raccontare come ci siamo incontrati, è passato così tanto tempo ma è come fosse ieri, mi volto e lo guardo, il suo sorriso non è mai cambiato, è sempre lo stesso di quel giorno. Mia madre e mio padre lo ascoltano e sono felice di vedere che lo apprezzano e che gli piace, da quando ho capito di amarlo è stato tutto un susseguirsi di eventi e avere la certezza che loro sono dalla nostra parte mi da ancora più coraggio per affrontare tutta questa situazione difficile che mi si sta presentando "e quando hai capito che eri innamorato di Tancredi?" Chiede mia madre all'improvviso. Lele si volta verso di me e nei suoi occhi vedo ogni ricordo di noi come se stessi guardando un film, il nostro, tutte le immagini di noi che scorrono una ad una fino ad adesso finché non sento la sua mano stringere la mia e poi guardare i miei genitori "l'ho capito subito in realtà, mi è bastato guardarlo per capire che mi avrebbe incasinato la vita" e a quelle parole il vuoto nello stomaco si fa sempre più forte e sento tremare il mio cuore "fino a quel momento non avevo mai pensato a nessun ragazzo nella mia vita, sono uscito con diverse ragazze, ma nessuna mi ha mai colpito così tanto, lui era speciale, aveva il suo modo di fare da stronzo che in realtà è solo quello che mostra agli altri per paura di essere ferito, perché ha tanto da dare, i suoi occhi che riuscivano a parlare anche se stava in silenzio ed è sempre stato il primo che quando vede che qualcuno di noi è in difficoltà cerca di trovare una soluzione per mettere apposto le cose. Nel tempo ci siamo legati tanto, è stato un continuo cercarsi ogni giorno, ci siamo sempre capiti da uno sguardo, abbiamo sempre fatto tutto insieme nonostante non fosse uno a cui piacciono le smancerie ed è proprio questo che lo rende più speciale, perché mi fa sentire speciale e io non mi sono mai sentito così per nessuno". Era la prima volta che lo sentivo parlare di noi a qualcuno che non fossero i nostri amici, riuscivo solo a sentire la voglia di baciarlo. I miei genitori lo guardano sorridendo e mio padre per la prima volta lo vedo davvero felice per me, e io sono completamente innamorato di lui che vorrei urlarlo a tutti "allora benvenuto in famiglia" dice mio padre "è un onore" risponde Lele voltandosi poi verso di me per mostrarmi uno dei suoi soliti sorrisi. Durante tutta la cena abbiamo riso e scherzato, era come se fosse la cosa più normale del mondo, tutto andava bene e io stavo bene, noi stavamo bene. Ci alziamo e torniamo su in camera, ci sdraiamo sul letto e accendiamo un po' di tv. Verso le 22.00 sento il telefono vibrare e vedo che Gian ha scritto sul nostro gruppo
"stasera andiamo in discoteca e non sento no da parte di nessuno, ho sentito anche Zoe e Cecilia e vengono pure loro"
Diego è il primo a rispondere
"ci sto, sento anche Valerio"
Guardo Lele "noi che facciamo?" Lui ci pensa un po' "andiamo dai, un po' di svago ci farà bene" quindi rispondo
"io e Lele ci siamo"
Risponde Diego
"che vuol dire tu e Lele?"
Mi volto di nuovo verso Lele "mi sa che Diego non la prenderà bene questa cosa tra di noi" dico triste. Lui mi stringe a se "è solo iper protettivo, lo conosci gli passerà, adesso rispondo io" dice prendendo il telefono
"si Die ti spiegherò dopo"
Diego
"ti conviene"
Gian
"Diego finiscila e pensa a prepararti, alle 23.00 all'Atlantico"
Ci iniziamo a preparare, giusto il tempo di trovare qualcosa di decente e ci siamo, usciamo di casa e andiamo verso la discoteca, i ragazzi ci aspettano la fuori "bella bro" dice Gian quando ci vede "adesso tu mi spieghi che cazzo ci fai con questo" dice Diego andando verso Lele "Diego calmati, abbiamo chiarito, lui ha capito di aver fatto una cazzata e io l'ho perdonato". Diego ride "Lele sei proprio un coglione, non capirai che lui ti farà del male finché non te lo vedrai scoparsi un'altra davanti ai tuoi occhi come ha fatto con Giulia? Ah giusto non c'eri in quel momento". Sento il mio cuore stringersi sempre di più in una morsa, il ricordo di quello che ho fatto con Giulia mi perseguita nella testa come un martello, vorrei soltanto non averlo fatto e aver avuto le palle di urlargli quello che provavo invece di fare la merda. Lele abbassa lo sguardo e capisco che Diego ha centrato il colpo così mi faccio coraggio e cerco di dire qualcosa "senti Diego hai ragione ok? Sono una cazzo di merda, mi faccio schifo da solo, il rimorso di aver scopato Giulia non mi lascia stare, e credimi vorrei davvero non averlo fatto, ma non posso tornare indietro, devo conviverci, quello che so bene è che io amo Lele, lo amo da morire, ho fatto un errore immenso perché le parole di sua madre mi avevano confuso e non ero pronto, non lo sono stato finché non ho capito che lo stavo per perdere davvero e me lo sono ripreso, ho fatto di tutto per fargli capire che lui per me è tutto e che senza la mia vita non avrebbe senso ed è davvero così. Adesso non mi crederai, è normale, avrò modo di dimostrarti che quello che dico è vero, ma ti prego non prendertela con Lele, prenditela solo con me, lui non ha colpe". Lele ha ancora lo sguardo basso, Diego alterna lo sguardo tra me e Lele "Tancredi questa è l'ultima, giuro che se fai un'altra cazzata ti faccio vedere io che cosa vuol dire soffrire davvero". Non rispondo e mi limito ad annuire, mi volto verso Lele e gli sorriso, lui ricambia. Entriamo dentro e la musica alta subito mi riempie la testa, ci sono un sacco di persone che non vedevamo da tempo, amici con cui uscivamo prima di conoscerci, sembra di tornare ai vecchi tempi quando a sedici anni venivo qui con i miei compagni di scuola a rimorchiare qualche ragazza. Andiamo al bancone a prendere qualcosa da bene e all'improvviso vedo un ragazzo che sembra essere Nicolò che si avvicina anche lui nella nostra direzione. Mi volto verso Lele che non si accorge di nulla perché sta parlando con gli altri e lo chiamo "Lele è quel coglione di Nicolò?" Chiedo sperando in un no. Lui si volta per guardarlo e si fa serio, quindi capisco di averci preso. Una volta che si avvicina di più lo riconosco e subito sento di nuovo salire la rabbia dentro di me, il solo pensiero di lui che stava vicino a Lele mi fa pulsare le vene e mi verrebbe solo voglia di picchiarlo. Lele si avvicina e mi stringe da dietro "Tanche lascialo stare, ho scelto te e sceglierei sempre te" quelle parole mi calmano, ma averlo lì davanti mi fa sentire sempre in continua competizione. Lo vedo girarsi e incontrare il mio sguardo, poi voltarsi verso Lele e sorridergli. Lele ricambia timidamente per poi guardare me che in un secondo sono già addosso a Nicolò "forse non ti era chiaro che dovevi sparire e non intrometterti più" dico a due passi da lui pronto a tirargli quel pugno che tanto aspettavo di dargli "abbassa la cresta amico, non mi interessa di cosa fate tu e Lele, aveva ragione lui, merito qualcuno che mi ami come io saprei amarlo e lui certamente non era la persona giusta". Mi allontano da lui e vado accanto a Lele stringendo il mio braccio attorno alla sua vita "e allora perché lo hai guardato e gli hai sorriso" chiedo ancora infastidito da quel gesto "perché comunque lo considero un bella persona, è un buon amico e vorrei che così continuasse ad esserlo". Non so se prenderla come una cosa positiva o se prenderlo davvero a pugni, non ho il tempo per decidere che Lele subito prende la parola per me "certo, mi piacerebbe" lo prendo per un braccio e lo guardo "che stai dicendo". Lui si toglie dalla mia presa "si Tanche, voglio essergli amico, come tu puoi esserlo di Giulia io voglio esserlo di Nicolò, c'è forse qualche problema? Direi di no e anche se ce ne fossero lo farei lo stesso così perché non decidi tu". Mi volto e me ne vado, vado verso il bancone e chiedo uno shot che mando giù in un secondo. Il bruciore che sento in gola non è niente in confronto a quello che in realtà sento dentro di me per quelle parole, mi si sono schiantate addosso senza preavviso e io non ero pronto. Prendo un altro shot e mando giù anche quello lasciando che la testa di alleggerisca e il cuore smetta di battere così forte. Vedo Lele avvicinarsi e venire a sedersi vicino a me "scusami, non avrei dovuto dire quelle cose, ho esagerato" mi volto verso di lui "non me ne sono andato per lui ma per quello che hai detto su Giulia. Sai che se fosse per me adesso neanche la vedrei più, ma non posso". Lui mi prende il viso tra le mani "Tanche lo so, ti credo, ho sbagliato a dire quello che ho detto, ho fatto parlare la rabbia senza pensare, lo so che per te è difficile vedermi vicino a lui, ma fidati di me come io mi fido di te, insieme ce la faremo". Io a quelle parole mi ci aggrappo, lo faccio con tutto me stesso, voglio che sappiano di verità perché non ne posso più di vivere con la paura di perderci ancora "solo amici" dico incastrando i miei occhi nei suoi "solo amici" dice lui stringendomi le mani. Non posso baciarlo, ma sarebbe un momento perfetto per farlo, semplicemente gli sorrido e lui fa lo stesso. Ci alziamo e torno verso Nicolò "senti, direi che per il bene di Lele potremo provare a diventare amici o almeno a convivere nello stesso luogo senza cercare di ucciderci". Lui ride "potremo provarci" dice tendendomi la mano che io stringo subito "dai adesso andiamo dagli altri e cerchiamo di divertirci" dice Lele andando verso i ragazzi che stavano poco più in là a parlare con Zoe, Cecilia e un'altra ragazza "rega facciamo una foto tutti insieme" Dice Zoe e tutti annuiamo, è Gian a scattarla "ne possiamo fare una noi tre?" Chiede Lele indicando me e Nicolò che ci guardiamo e ci avviciniamo a lui per farci di nuovo scattare la foto da Gian e lo stesso faccio anche con Diego e Valerio insieme a Nicolò "adesso le pubblico tutte" dice Nicolò una volta che le abbiamo viste.
Forse una possibilità di diventare amici ci potrà essere in futuro, intanto passiamo la serata tutti insieme a ridere e scherzare e se non fosse per la storia di Giulia, potrei dire che finalmente va tutto bene, ma sono sicuro che ce la faremo, perché io e Lele troveremo sempre un modo, siamo destinati, e il destino non lo può cambiare nessuno.

|| Il tuo nome sulla pelle || TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora