Parole a caso

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"Tancredi" e poi buio. Di nuovo quel sogno. La sua voce che mi tormenta nella testa, perché?. Sono le 11.00, mi alzo dal letto e esco dalla stanza. Lele non c'è, forse sarà in stanza, meglio così, almeno non devo vederlo. Mi avvio verso la cucina per mangiare qualcosa, apro il frigo e prendo un po' di latte e il pacco di biscotti nella credenza. Penso di nuovo al sogno che continuo a fare ogni notte, finisce sempre con Lele che mi chiama e quando mi giro vengo investito da un'auto. Non so ancora il motivo, ma deve per forza significare qualcosa, altrimenti non lo sognerei ogni notte. Mi alzo e vado in salotto a giocare alla play, ne approfitto che non c'è Lele, quando torna me ne tornerò in stanza. Metto COD e inizio a giocare finché non mi arriva una chiamata di Gian "bro" rispondo "come stai?" Mi chiede subito "bene" dico per non farlo preoccupare "perché sento che mi stai dicendo una grande cazzata?" Dice quasi in tono di rimprovero "in realtà non sto bene, per niente" dico quasi in un sussurro. Lo sento sospirare "ancora non hai parlato con Lele?" Chiede subito "si ci ho parlato ma non nel modo in cui avrei voluto" dico con le parole che a fatica escono dalla bocca "immagino non sia andata bene" dice come se già vede capito tutto "peggio del previsto". Nel dirlo sento gli occhi che si stanno iniziando a riempire di lacrime che subito asciugo "raccontami" dice dopo avermi lasciato il tempo di riprendermi "ha detto che io sono stato con lui perché volevo solo scopare, ma lo sai benissimo anche te che così non è, ho fatto di tutto per vederlo felice dal primo giorno, come può averlo anche solo pensato cazzo" dico di nuovo in preda a una crisi di nervi "Tanc io non credo che Lele lo pensi sul serio" dice cercando di calmarmi "Gian ti dico che era diverso, non era il Lele di sempre, stava provando disgusto per me". Nel dirlo stavolta non c'è la faccio a trattenere le lacrime che escono senza fermarsi "adesso calmati okay? Risolverete tutto, avete ancora tre giorni per stare insieme e mettere apposto le cose" dice dopo un attimo di silenzio "non so se voglio farlo, mi ha fatto male". Lo sento ridere "credimi lo vuoi, sei soltanto arrabbiato adesso ed è comprensibile, ma capirai presto che dovete chiarire perché lo sai meglio di me che non riuscite a starvi lontano neanche due secondi". So che ha ragione, ha sempre ragione quando si tratta di me, tra tutti i nostri amici apparte Lele è quello che mi conosce meglio. So bene che devo parlarci, ma non riesco a farlo, ogni volta che lo guardo mi sento mancare l'aria, ci vedo solo tanta delusione e disgusto che prima non c'erano, prima c'era amore, voglia di sentirmi parte di lui, si parlargli attraverso quel semplice gesto che era tutto. Ci siamo sempre detto che i nostri occhi non avrebbero mai mentito e che attraverso quelli avremo sempre capito cosa provava l'altro, adesso io non ci vedo quello che c'era prima, lo spazio è occupato da altri sentimenti e in più il sogno che ho fatto non mi lascia stare e mi tormenta continuamente. Sento la porta di casa che si apre e vedo Lele entrare con le buste della spesa "grazie adesso devo andare, ci sentiamo" dico a Gian prima di attaccargli. Non so se alzarmi e andarlo ad aiutarla o rimanere lì ad osservarlo e aspettare che faccia qualcosa, sento solo che il mio corpo non vuole muoversi da terra e sembra essersi completamente paralizzato. Rimango in silenzio e lo osservo, mi era mancato farlo, è così dannatamente perfetto, sii io sta allenando così tanto che sta dimagrendo a vista d'occhio e questi giorni credo non abbia nemmeno mangiato. Lo guardo mettere apposto tutte le cose che ha comprato e per un secondo mi sembra quasi di aver intravisto i suoi occhi, gonfi e stanchi, simili ai miei. Una volta che ha finito si siede sul divano e si mette al cellulare quasi come se io non ci fossi, distinto mi alzo e mi metto anche io seduto lì, mantenendo le distanze e prendo il telefono fingendo di scorrere la home di Instagram, ma con la coda dell'occhio guardo solo lui e il suo sguardo fisso sullo schermo. Ad un tratto si blocca, guarda per un attimo davanti a se e poi si volta verso di me e riesco a evitare il suo sguardo per miracolo tornando a fingere di interessarmi al mio telefono "Tanche possiamo parlare?". Il suo tono è calmo, la sua voce così dolce che mi si schianta addosso e mi fa venire i brividi. Mi volto verso di lui e non so se guardalo o meno, non so se sono pronto a vedere di nuovo le sue pozze marroni "dimmi" dico con le parole che mi muoiono in gola "prima però guardami" dice prendendomi con una mano il visto per far incastrare i nostri occhi. Non so se sia stato il suo tocco o quella sensazione strana che ho provato nello specchiarmi nelle sue iridi, ma ho sentito qualcosa che mi ha fatto venire la pelle d'oca come la prima volta che mi ha confessato di amarmi "senti so di aver sbagliato, ho fatto un casino e bello grosso, ma ti giuro che non volevo dire quello che ho detto, non so cosa mi sia preso" dice con voce tremante. Rimango in silenzio, non riesco a dire una parola. Lui continua a guardarmi, posso sentire il suo dolore scontrarsi con il mio, lo vedo da come si tortura le mani "Tanche di qualcosa, piuttosto urlami addosso ma non stare in silenzio, mi sento morire". Aspetto ancora un attimo e continuo a osservare i suoi piccoli movimenti "mi hai fatto male Lele, potevo aspettarmi di tutto, ma credimi questo mai, non dopo tutto quello che ho fatto per noi e per essere finalmente quello che volevamo senza nessuno che si mettesse in mezzo" dico abbassando poi di nuovo lo sguardo "hai ragione, ti ho fatto male e non sai quanto mi dispiaccia, ero così arrabbiato che per un attimo l'ho pensato davvero, stava andando tutto in modo strano, non c'era più quello che c'era prima, gli unici momenti che stavano insieme li passavamo a fare l'amore, non che non mi piacesse, perché Dio solo sa quanto ami sentirti mio, ma sentivo che mancava la nostra complicità, quegli sguardi rubati durante il pranzo, i tuoi sorrisi quando mi vedi cucinare, il tuo morderti il labbro ogni volta che esco dalla doccia con l'asciugamano in vita, quegli abbracci improvvisi mentre gioco alla play o il guadarmi mentre mi alleno come se fossi la cosa più bella del mondo, non avere più questo mi ha fatto sentire insignificante, come se io per te non fossi più niente". La sua voce trema, i suoi occhi iniziano a diventare lucidi, lo guardo e inizio a capire il perché di tutto questo, ci siamo dati troppo subito lasciando perdere le piccole cose che ci facevano capire realmente quanto fossimo importanti l'uno per l'altro, non ha tutti i torti, ho davvero trascurato tutto questo, pensavo fosse scontato, quando in realtà stavo cercando esattamente le stesse cose da lui "volevo esattamente le stesse cose da te" dico spezzando quel silenzio che si era creato "era da un po' che avevo notato questo tuo cambiamento nei miei confronti, non mi svegliavo più la mattina sfiorandomi la guancia o cercando attenzioni, non mi guardavi più giocare alla play chiedendomi di smettere perché volevi guardarti un film con me o semplicemente venendoti a sedere vicino, non ti mettevi più sdraiato sul divano accanto a me poggiando la testa sul mio petto quando stavo al cellulare per chiedermi di smettere solo per guardarci senza dire niente, insomma non c'era più quello che c'era prima e io volevo parlartene, volevo farlo appena avrei trovato le parole giuste ma ogni volta che stavo per farlo pensavo che fosse solo una mia fantasia e che mi stavo facendo troppi problemi e se dicendotelo avrei solo rovinato le cose perché ti saresti spaventato e avresti pensato che ti volessi lasciare perciò rimandavo sempre, finché non sei stato tu a farlo, solo che mi hai preso in un momento in cui ero spaventato nel rimanere solo con te questi giorni perché sapevi che sarebbe successo tutto questo e volevo evitarlo, ma come tutti i problemi non puoi evitarli perché prima o poi ritornano ed ecco che siamo finiti ad ammazzarci, solo per paura di dirci le cose". Alza di nuovo il suo sguardo verso il mio "mi dispiace Tanche, mi dispiace davvero, non avrei voluto farti soffrire così tanto". Allungo una mano verso la sua e lo sento tremare a quel tocco, tornando poi a guardare i suoi occhi che finalmente riconosco essere quelli di cui mi sono perdutamente innamorato e in cui mi voglio ritrovare quando tutti sta per crollare "abbiamo sbagliato entrambi, te per le parole e io per non avertene parlato prima, avrei dovuto ascoltare Gian e ditelo subito". Esita un attimo e poi appoggia anche l'altra sua mano sulla mia "io non le penso quelle cose, voglio che tu lo sappia" dice con tutta la sincerità che prova e io lo sento, lo conosco il suo sguardo che mi provoca sempre lo stesso effetto, un colpo dritto al cuore e mille emozioni che si scontrano nello stomaco "e io ti giuro che per me sei sempre stato il primo pensiero anche se non te l'ho dimostrato, quando la sera andavamo a dormire e non facevamo l'amore il solo stringerti tra le mie braccia rendeva tutto meno sbagliato". Mi sorride e finalmente è il sorriso che tanto mi mancava vedere, uno di quelli che bacerei senza pensarci due volte, ma non mi lascia il tempo di farlo che già le sue labbra solo sulle mie, dolci, umide e un po' salate per le lacrime che scorrono sul suo viso. Lo attiro un po' più perso di me e lo assaporo completamente, mi era mancato quel sapore che mi ricordava tanto casa, perché infondo lui è la mia casa è tutto questo è il mio rifugio senza il quale non posso vivere. E uno dei baci più lunghi che ci siamo mai dati, il tempo sembra non voler passare e non c'è nessuna voglia da parte di entrambi di staccarci per la paura di perderci ancora. Veniamo interrotti da un messaggio sul telefono di Lele, è Diego
"come stai oggi? Hai risolto con Tancredi o devo tornare e spaccargli la faccia?"
Ridiamo per quel messaggio, ricordo benissimo la minaccia che mi fece quando eravamo in discoteca e sinceramente non ho nessuna intenzione di vederlo di nuovo in quel modo "vieni mandiamogli una foto" dice avvicinandosi di nuovo a me. Niente baci o smancerie di nessun tipo, solo noi due che ci guardiamo e ci sorridiamo "devo ammettere che è proprio bella" dice riguardandola "c'è semplicemente racchiuso tutto il nostro amore, non serve raccontarlo, basta solo guardarci per capirlo" dico guardandolo di nuovo perché si, se c'è una cosa che ho capito grazie alle nostre fan è che potremo fingere quanto vogliamo di respingerci, ignorarci o non volerci, ma quello che c'è tra di noi si vedrà sempre perché i nostri sorrisi e nostri sguardi parleranno sempre.

***SPAZIO ME***

Eccolo qui, finalmente hanno fatto la pace, come possono stare litigato quando quello che provano lo capiscono e lo sentono anche i muri? Spero riescano a capirlo anche loro nella realtà perché davvero il mio cuoricino non regge tutte queste novità di ogni giorno. Spero che il capitolo vi piaccia, fatemi sapere sotto cosa ne pensate perché la vostra opinione e estremamente importante visti che la mia scrittura è interamente dedicata a voi. Vi voglio bene e grazie di leggermi
La vostra Deb sempre con voi☀️

|| Il tuo nome sulla pelle || TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora