41. E la fidanzatina?

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Si avvicina a me e a qualche centimetro dal mio viso attorciglia una ciocca colorata dei miei capelli. "Facciamo qualche tiro".

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41. E la fidanzatina?

"Non male" continua con sufficienza.

Inarco un sopracciglio. "Scommetto che non hai mai fatto un canestro in vita tua" incrocio le braccia al petto.

Sposta il peso da una parte all'altra irrigidendosi. 

C'ho preso in pieno.

Tralascia ciò che gli ho appena detto e mi supera con una leggera spallata. Mi volto con un cipiglio e lo noto, che raccoglie il pallone da sotto la scrivania, lì dove è caduto dopo averlo lanciato.

Mi raggiunge con la palla in una mano come se stesse sfoggiando un trofeo.

"Insegnami" alza spallucce. "Insegnami dato che faccio pena a giocare".

Non posso tirarmi indietro e poi, detto sinceramente sono una brava giocatrice di basket. 

Quindi chi meglio di me potrebbe insegnare qualche tecnica del gioco del basket ad un caso disperato come lui?

Sospiro sottraendogli la palla. "Ti farò prima vedere un lancio e poi ti spiegherò tutto nel dettaglio". gli dico fiera.

"Sono onorato, maestra" fa un mezzo inchino.

Avanzo verso il canestro e in un secondo... canestro!

"Hai visto?" mi volto verso di lui.

Lui annuisce e quindi raccolgo la palla e mi rimetto in posizione con le gambe leggermente divaricate.

"Sotto al letto ce n'è dovrebbe stare un'altra" scuoto la mia palla.

Si avvicina al letto, si abbassa e la prende. Gli faccio segno di affiancarmi, così si avvicina a me a passa felpato.

"Regola numero uno: la presa" lo fisso dritta negli occhi. "La presa della palla deve essere leggera così ci sarà spazio nell'incavo della mano".

"Così?".

"Esatto. Poi, ci deve essere spazio tra le dita e poi l'altra mano deve avere funzione di appoggio quindi la metti al lato della palla".

Gli faccio vedere la mia presa sicura e lui cerca di imitarla al meglio che può.

"Bene, ora?" domanda fissando il canestro.

Tossicchio "Ti faccio vedere come devi posizionarti".

Annuisce in silenzio stando attento ai miei movimenti.

"Divarica le gambe finchè non non sono parallele alle spalle e il piede destro un po'più avanti di quello sinistro" mi posiziono per bene e lui segue il mio esempio. "Abbassati poco poco con le ginocchia, bravo così. Poi, alza l'avambraccio. Noooo così" mi schiaffeggio la fronte.

"Scusami, maestrina" mi sbeffeggia.

"Allora" mantengo la mia palla tra le cosce per avere le mani libere. "Alza il gomito un po'meno, nooo così" rido. "Allora" respiro profondamente. "Così" gli posiziono il gomito in modo corretto. "Vedi che" lo guardo negli occhi. "Il tuo gomito, il tuo ginocchio e la punta del tuo piede creano una linea immaginaria" gli indico lo spazio davanti al suo corpo.

Sbatte più volte le palpebre come se stessi parlando in arabo o in eschimese.

Bisogna avere pazienza con gli individui come lui, che purtroppo non sempre hanno un quoziente intellettivo molto alto.

𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐅𝐄 𝐈𝐒 𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄𝐃𝐘|| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora