75. Tra le braccia della morte pt2
I miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello, che mi fa sobbalzare seduta stante.
Non credo di essere pronta a ciò che sta per succedere.
///
Lancio un'occhiata a Gavin, che improvvisamente si rannicchia nell'angolo del divano. La malvagità che regnava nei suoi occhi sembra essersi tramutata in terrore.
Il campanello suona di nuovo. Sto per alzarmi con un profondo respiro, ma Lauren corre dalla cucina con un panno tra le mani, che poggia sul tavolino del salotto. Raggiunge la porta e la apre, rivelando un uomo.
Lo fisso mentre supera l'ingresso senza nemmeno salutare la moglie. I capelli e gli occhi neri sono le caratteristiche che subito notai in quella foto del professore Bernard, stesse caratteristiche che possiede l'uomo, che in questo momento é a pochi metri da me.
"Cesar-" inizia Lauren. ".
"Buongiorno" mi alzo dal divano lisciando gli jeans. "Signor... Lambert".
"Buongiorno... tu saresti?" Inarca un sopracciglio boscoso.
"Ti è venuta a fare visita tua figlia, non sei felice?" Lo schernisco.
"Lauren" chiama apatico fissandomi negli occhi. "Chi è questa ragazza?".
La moglie fa un passo avanti verso di noi, ma sempre rimanendo ad una certa distanza da suo marito. "È chi sta dicendo di essere. Lei è la figlia di Ines".
"Bella sorpresa, vero?" Sorrido falsamente. "Sarà un piacere per te ritrovarti davanti la figlia che non hai mai conosciuto, figuriamoci cresciuto, la figlia della quale non ti sei mai preso cura. Ma per fortuna c'era mia zia che mi ha preso con sè e non mi ha abbandonato al mio destino, che purtroppo non sembrava essere molto felice. Come te l'aspettavi Claire Lambert? Forse morta? Anzi, scusami... quasi dimenticavo. Sapevi benissimo che ero viva, infatti hai fatto mettere all'altro tuo povero figlio" indico Gavin che sta fissando la scena con le ginocchia al petto. "Una cimice, una diamine di cimice per stalkerarmi".
Concludo il mio monologo col petto che va su e giù e con gli occhi fissi su mio padre, mentre quest'ultimo mi guarda impassibile. La sua apatia mi inclina e non poco. Il modo naturale nel quale reagisce mi fa rizzare i peli sulle braccia. Non un solo muscolo facciale si muove, nè una linea delle labbra si curva. I suoi occhi, due pozzi senza fine, sono fermi su di me ma non sembrano esprimere nessuna emozione.
"Quella donna, tua zia, come la chiami tu" dice all'improvviso, "Non mi avrebbe mai permesso di tenerti con me" la sua voce è grave, profondamente grave.
"Perche sei un lurido assassino, il killer dei cuori solitari " a queste parole l'uomo curva un angolo delle labbra in uno sporco sorriso. "La polizia sa che sei tu, non hai via d'uscita. Marcirai in carcere, finchè non sarai pronto ad esalare il tuo ultimo respiro".
"E con quali prove dovrebbero chiudermi in galera?" Un ghigno soddisfatto si dipinge sul suo volto giallastro.
"Oh, la polizia sta racimolando ma stai certo, che trovera qualcosa per incastrati. Per tua sfortuna però... già possiedo una prova vivente che sei tu ad aver ammazzato mia madre" mi riferisco a Lauren.
STAI LEGGENDO
𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐅𝐄 𝐈𝐒 𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄𝐃𝐘|| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀✔
Romance❌ATTENZIONE! QUESTA STORIA POTREBBE FARVI PERDERE UN POLMONE O FORSE ENTRAMBI, E ALLO STESSO TEMPO CONSUMARVI OGNI GOCCIA DELLE VOSTRE GHIANDOLE LACRIMALI. LEGGETE A VOSTRO RISCHIO❌ |Nella storia sono presenti scene spinte e di violenza (ho cercato...