42. I don't want to miss a thing

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▶️"I don't want to miss a thing" degli Aerosmith

42. I don't want to miss a thing

Se le stelle fossero il mio stato d'animo in questo momento e le luci artificiali di tutta Parigi avessero subito un guasto, allora questa notte sarebbe durata in eterno. Se solo pensassi almeno due volte prima di dire qualcosa adesso non mi torturerei mentalmente.

Ho capito che dietro ogni cosa, anche la più stupida, per una persona potrebbe essere una piccola ragione per andare avanti. Ed io, non sono nessuno per poter trattare in modo superficiale queste determinate cose.

Non so la storia del appellino di Joel, ma soprattutto non so perchè lui tenga così tanto aquesto.

Dopo essere uscita dal condominio inizio a camminare a zonzo. Avanzo molto veloce per sfogare la rabbia, ma non mi porta molti risultati.

"Claire, aspetta" mi richiama Rooney.

Non mi volto ma in una manciata di secondi me lo ritrovo difronte. Mi blocca la strada quindi sono costretta a fermarmi.

"Cosa?" chiedo aspra.

"Ti senti responsabile ed io l'ho capito, ma la colpa non è tua" gesticola alzando un po'la voce. "Fidati".

Sospiro esasperata poggiando una mano sulla fronte.

"E allora... perchè è andato via?".

"Non posso... non posso essere io a parlarti di-".

"Va bene" lo blocco con una mano. "Non importa" .

La sua espressione si rasserena. Si posiziona lateralmente lasciandomi passare, poi iniziamo a passeggiare fianco a fianco.

"Vieni di qua" mi dice.

Voltiamo in un vicoletto isolato del nostro quartiere, dove una soffiata di vento mi scompiglia i capelli.

Vengo guidata verso una lunga scalinata che Rooney inizia a salire con rapidità.

Lo raggiungo in pochi secondi. "Mi stai portando a fumare l'erba?".

"No" ridacchia. "Dai muoviti" mi prende la mano iniziando a correre per arrivare in cima alle scale.

Il mio corpo si irrigidisce a questo tipo di contatto. ma poi cerco di non pensarci e rendere il tutto il più naturale possibile.

Arrivati all'ultima gradinata mi sento il cuore scoppiare nel petto e, sentendo il suo fiatone, scommetto che è lo stesso anche per lui.

Siamo stanchi ma ridiamo fino alla fine della scalinata.

Gli lascio la mano col pretesto di poggiarmela sul petto che va su e giù.

Rooney mi fa un cenno col capo ed io lo seguo. Percorriamo una stretta strada e poi una salitina, anche questa isolata fatta eccezione per un paio di figure a un bel po'di metri da noi.

La salita sbuca in una piazza, della quale non sapevo l'esistenza, colma di popolazione. Ci sono alcuni bar e ristoranti e al di fuori di questi i tavolini sono quasi tutti occupati.

Al centro della piazza, ci sono degli artisti di strada. Alcuni giocolieri divertono i bambini lanciando in aria dei birilli e prendendoli al volo subito dopo. Altri stanno in equilibrio sui trampoli, quest'ultimi mi fanno dischiudere le labbra.

"Non, non conoscevo questa piazza" mi guardo intorno con un sorriso all'angolo delle labbra.

"Ti piace?".

"è bellissima".

Mi volto verso di lui trovandolo a fissarmi con gli occhi che brillano.

Scrutiamo le iridi l'uno dell'altro mentre i nostri capelli si scompigliano sempre di più a causa del vento, ma di questo non ce ne curiamo.

𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐅𝐄 𝐈𝐒 𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄𝐃𝐘|| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora