9. Il suono del silenzio

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9. Il suono del silenzio


Il suono del silenzio l'ho sempre trovato assordante nella sua più completa misteriosità. Trovo così strano, ma allo stesso molto affascinate, quel continuo ronzio che nella notte riempie le orecchie.

È strano pensare che il silenzio abbia un suono, ma è così, il silenzio ha un suono tutto suo, un suono impercettibile che viene ascoltato solo da chi vuole davvero ascoltarlo.

Ma in fondo ascoltare i silenzi è necessario per dare un senso ai suoni veri e propri.

Spesso le persone raddrizzano le orecchie per sentire le voci e i rumori, ma non prestano attenzione a quelle noti quasi impercettibili; come un sospiro lasciato a mezz'aria, un battito del cuore, quel bum bum che tanto si dà per scontato.

Lo trovo così stupido il fatto che proprio quando tutto tace nessuno ascolti il resto che ancora ci sarebbe da dire, quelle piccole ma grandi cose che vengono dette in un sussurro, alle quali spesso non si presta la dovuta attenzione.

Eppure è proprio quando tutto tace che le melodie più belle si fanno sentire.

Come per esempio lo scrosciare dell'acqua, una goccia di pioggia che cade su una foglia o che picchietta su un vetro.

È raro quanto ammaliante che qualcuno faccia per davvero attenzione a queste piccole cose, che sembrano così inutili e spesso di poca rilevanza, quando in fondo sono cose che dovremmo apprezzare di più.

Ed adesso che sono distesa sul mio letto con affianco Roxane, dormiente sul suo di letto singolo attaccato al mio come a formarne uno matrimoniale; che ascolto il suono del silenzio della notte.

Fisso il soffitto, oramai ben chiaro ai miei occhi abituati al buio, con le palpebre stanche ma che non si decidono di chiudersi per almeno qualche ora.

Appoggio una mano sulla fronte sbuffando frustata per la mia fastidiosa insonnia, che spesso incombe nelle mie notti per un unico e solo motivo: i pensieri.

Mi metto a sedere sul letto con la schiena appoggiata allo schienale e le gambe distese, mentre aggiusto la mia coda oramai quasi del tutto sciolta, do un'occhiata alla finestra con le tende aperte.

Fisso stanca le altre palazzine del quartiere vicine alla mia, tutte molto simili, spoglie di ogni particolare o dettaglio che le possa contraddistinguere l'una dalle altre.

La giornata passata è stata abbastanza stancante e colma di sorprese, e che sorprese.

Partendo dal mio risveglio tutt'altro che allegro con una cuscinata in pieno viso, le imprecazioni per la caviglia dolente che adesso finalmente distesa, trova un gran bel sollievo, e l'incontro inaspettato con Rooney.

Avrei tanto voluto che non mi scombussolasse come successo, ma non posso, purtroppo, controllare quello che mi tormenta.

Avrei voluto che il suo incontro non mi toccasse poi così tanto come spero di aver dimostrato, soprattutto nelle ore di lezioni, nelle quali ho cercato di evitare il più possibile il suo sguardo.

Ma la verità è che rincontrare il suo sguardo, i suoi occhi, è stata come una collisione tra due pianeti, che seppur sperano di non distruggersi, alla fine collidono per poi ridursi in infiniti frammenti, che si mescolano insieme senza sapere più quale pezzo fosse  dell'uno e quale dell'altro.

Siamo sempre stati battibecchi infantili, dispetti fatti senza un motivo, occhiatacce e bronci su due visi teneri di due bambini, che proprio non riuscivano ad andare d'accordo.

𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐅𝐄 𝐈𝐒 𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄𝐃𝐘|| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora