"Vorrei parlarti".
"Di... cosa?" Mi metto in piedi, intanto il rosso mi fissa confuso.
"Di tua madre".
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71. Stessi occhi che nascondono le stesse cose
Il sole tiepido della primavera mi scalda il viso, non appena giungo ai cancelli di uscita dell'università, lasciando Rooney con un cipiglio confuso al di fuori della toilette femminile, dove solo poco prima i nostri respiri profondi si mescolavano insieme.
Lauren, dopo averle spiegato dove mi trovavo, mi ha proposto di raggiungerla ad un piccolo bar che si trova no nmolto lontano dalla facoltà. Capisco di essere quasi arrivata a destinazione non appena leggo, da una distanza di una decina di metri l'insegna "Bar Paris".
A contornate il bar è un giardinetto dove ci sono delle giostrine per bambini. Sorpasso due ragazzetti che si stanno rincorrendo con i sorrisi a piegare le loro labbra, ed entro nel bar. L'odore del caffè e di brioche mi riempie le narici, e come se fosse la fragranza più buona a questo mondo, inalo una gran quantità d'aria godendo del buon profumino.
"Claire, Claire!" Senza dubbio questa è la voce di Lauren.
Mi guardo intorno, finchè infondo alla piccola sala non incontro gli occhi della donna che mi ha chiesto di incontrarla. Al fianco di Lauren, che tiene una mano alzata a mo'di saluto, siede suo figlio, Gavin.
Non dovrei pensarlo con così tanto distacco perchè lui è mio fratello. Lui è sangue del mio sangue. Abbiamo lo stesso padre ma non abbiamo mai condiviso nulla, però forse i nostri destini si legano insieme con lo stesso collante: il dolore.
In poche falcate raggiungo il loro tavolino.
"Ehi, ciao" fisso Lauren mentre mi siedo sulla sedia difronte all sua, facendo cadere lo zaino ai miei piedi.
"Ciao, scusami che ti ho disturbato, mi era scappato di mente che a quest'ora studi all'università" mi dice mortificata.
"Figurati, avevo quasi finito i corsi" la informo.
"Oh, menomale" fa un sospiro di sollievo. "Lo vuoi un caffè?".
"Certo".
"Gavin" Lauren accarezza il braccio del figlio. "Vuoi anche tu qualco-".
"No" risponde secco l'altro.
La donna lo fissa come se lo stesse rimproverando in silenzio, poi mi regala un sorriso cercando di mascherare il suo fastidio procurato dalla maleducazione del figlio. Subito dopo ordina al cameriere di portare due caffè che arrivano dopo pochi minuti.
"Allora?" Poggio la schiena sullo schienale della sedia di ferro. "Di cosa volevi parlarmi?" Guardo la donna che ha appena afferrato la sua tazzina.
Lei soffia rumorosamente sulla bevanda che presumo sia bollente dalla quantità di fumo, che fuoriesce dalla tazzina. "Gavin" chiama il figlio ma fissandomi negli occhi. "Per favore, vai a farti qualche giro di scivolo fuori".
"No" naturalmente questa è la risposta del figlio.
Lauren si volta verso di lui, poggiando sul piattino la tazzina dalla quale ora scorre del caffè.
"Gavin" sospira lei. "Guarda lì" indica con un indice i giochi ben visibili dalla vetrata del bar. "Ci sono tutti i bambini, perchè non dovresti andarci anche tu?".
Il figlio rimane in religioso silenzio mentre fissa la madre, come se gli avesse appena proposto di fare un qualcosa di impossibile.
"Gavin... perchè devi fare sempre così?" Sbuffa lei.
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𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐅𝐄 𝐈𝐒 𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄𝐃𝐘|| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀✔
Romance❌ATTENZIONE! QUESTA STORIA POTREBBE FARVI PERDERE UN POLMONE O FORSE ENTRAMBI, E ALLO STESSO TEMPO CONSUMARVI OGNI GOCCIA DELLE VOSTRE GHIANDOLE LACRIMALI. LEGGETE A VOSTRO RISCHIO❌ |Nella storia sono presenti scene spinte e di violenza (ho cercato...