36.Expecto Patronum!

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36.Expecto Patronum!

Pov's Rooney
(Amatemi)

"E quindi gli ho lanciato una Cruciatus" mi informa Jade che è in piedi sul mio letto.

"Mmh sì" mormoro prendendo due pennelli da sopra il comodino affianco.

Li posiziono sul barattolo di pittura blu che tengo stretto verso il petto. Mi dirigo verso la scrivania disordinata, mi abbasso e con la mano libera afferro un altro barattolo di pittura bianca. Può sempre servire questo colore.

"E poi BOOM BAM BEM" simula un combattimento 'a spade' muovendo il braccio più volte da destra verso sinistra. "E poi... AVADA KEDAVRA!"" fa un gran salto e si butta a peso morto sul mio materasso facendo cigolare le molle del letto.

"Ed è morto il tipo?" inarco le sopracciglia con un sorriso all'angolo delle labbra.

Sospira e con aria annoiata si mette a sedere con le gambe incrociate. "No, purtroppo" alza le spalle. "Ma non importa, Silente mi ha detto che è normale se non riesco a fare bene la maledizione le prime volte".

Certo, Silente. 

Ultimamente nomina persone sconosciute come questo Silente, Piton e una certa McGranitt. Oramai li ho imparati a memoria a forza di ascoltare Jade.

Sotto lo sguardo curioso di mia sorella raccatto le ultime cose, che mi servono per dipingere: per esempio una tela che mantengo sotto braccio.

Credo di aver preso tutto... mmh sì, il cavalletto già ce l'ho nello stanzino in fondo al corridoio.

Esco dalla camera lasciando mia sorella da sola mentre prova un nuovo incantesimo: l'incanto patronum ("EEEXPEECTOOO PAAAAAAAAATROOOOOONUUUUUUUUUUM").

Credo l'abbiano sentita anche gli alieni, quelli che vivono nei pianeti ancora sconosciuti agli essere umani.

Cammino cauto per il corridoio stando attento a non far cadere niente dalle mani, dato che mi sono portato dietro tutto il mondo. 

Entro nello stanzino di circa due metri quadri. Due mobiletti con vari cassetti, dove all'interno sono stracolmi (uno nemmeno si chiude più) di materiale da disegno, sono addossati alle due pareti alla mia destra e alla mia sinistra.

In fondo allo stanzino è posizionato il cavalletto di legno dove, dopo aver poggiato tutto il materiale che ho tra le mani, un po' sui mobiletti e un po' sul pavimento all'uscio della porta, posiziono la tela. 

Poi rilasso le spalle e chiudo gli occhi sospirando a pieni polmoni.

Mi guardo attorno rendendomi conto di quanto questo posto sia così piccolo. Ma alla fine non ho bisogno di niente di più oltre che me stesso.

Mai penso a quello che voglio dipingere, non mi piace riflettere. Opto per l'essere istintivo. Solitamente mi affido al mio intuito e alla mia immaginazione. L'ispirazione la trovo da una conversazione tra due persone nel bar, dal tempo atmosferico ma soprattutto da un'emozione.

Allora alzo i polsini della felpa ed inizio a poggiare le setole del pennello sulla tela bianca... il resto viene da sè.

"Rooney" sento chiamare il mio nome. 

Allora mi volto col pennello a mezz'aria ed intriso di tempera. 

Trovo mia made a fissarmi sull'uscio della porta.

"Si cena tra meno di mezz'ora, okay?" mi domanda slittando lo sguardo sulla mia felpa. 

Annuisco semplicemente.

𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐅𝐄 𝐈𝐒 𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄𝐃𝐘|| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora