53. L'infanzia è carta pesta

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QUESTO CAPITLO CONTIENE SCENE DI VIOLENZA.
CONTENUTO SENSIBILE.

53. L'infanzia è carta pesta

Crescere. Quanto è importante crescere per un bambino? Tanto. Ma quanto è importante crescere bene per un bambino? Tantissimo. Anzi, fondamentale. 

L'infanzia di un bambino è carta pesta. Se messa nelle mani giuste, nelle mani di chi possiede anche solo un minimo di umanità, allora non sarà distrutta. Ma se è presa in pugno da un ignobile, da chi non può nemmeno essere definito umano, allora verrà disintegrata.

Disintegrare un'infanzia. 

Ridurla in minuscoli brandelli, come coriandoli. 

Prosciugare gli anni infantili di un bambino non dovrebbe essere consentito a nessuno. Tutti i bambini hanno dei diritti, e questi diritti devono essere rispettati, sempre. Nessuno deve sentirsi in potere di distruggere la vita di un qualunque essere umano. 

Perchè nessuno è più potente di un altro, quindi sulla base di questo, tutti quegli individui che trattano i bambini come oggetti, dovrebbero ficcarsi nella testolina che non sono altro che portatori di odio e che, prima o poi, il mondo farà la sua parte buttandogli addosso tutto il male che hanno causato.

Ma intanto... aspettando che la giustizia faccia la sua parte, la violenza continua a infiltrarsi nella vita di un bambino. Continua a logorare quell'innocente anima. 

Perchè è questo che fanno gli ignobili: eliminare anche le più piccole tracce di speranze, che nel mondo, un giorno, potrebbero fare una grassa differenza.

E forse, quel bambino di nome Cesar avrebbe potuto fare la differenza in un mondo malvagio come quello che lo appartiene. Ma questo, non lo sapremmo mai perché la sua esistenza è stata segnata per sempre da qualcun altro. Da un ignobile.

Cesar è seduto sul pavimento del bagno. é l'unica stanza di casa sua dove se ne sta in solitudine per la maggior parte delle ore delle sue giornate monotone.

Tra le mani si gira e si rigira un cubo di rubik, che ha rubato in un laboratorio della scuola che frequenta.

Lo aveva visto usare da un ragazzetto nel laboratorio di matematica, quella stessa mattina. Aveva capito da solo che l'obiettivo del gioco: fare in modo che ogni faccia del cubo sia formato dai quadratini dello stesso colore.

Oramai è chiuso a chiave nel bagno da un'oretta. 

Nessuno mi cerca, meglio così. Pensa.

Ma nemmeno il tempo di concludere questa frase nella sua mente, che due colpi sulla porta lo fanno sussultare.

"Esci da lì" è un grugnito quello al di fuori del bagno.

Devo nascondere il giocattolo o se me lo vede si arrabbierà. Pensa allarmato.

Lui lo aveva rubato quel gioco.

E no, non si ruba. 

Ma se Cesar non lo avesse sottratto dal laboratorio di matematica, non avrebbe saputo come passare il tempo. Se non avesse rubato, chi gli avrebbe mai comprato un giocattolo?

Quella mattina quando si è  infilato nella tasca dei pantaloni corti e logori, il cubo di rubik, da una parte si è sentito in colpa, ma dall'altro lato era contento di essersi fatto un auto regalo.

"Muoviti!" un pugno sulla porta.

Cesar si alza di scatto dal pavimento poggiando la mano sulle mattonelle un po'lerce.

𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐅𝐄 𝐈𝐒 𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄𝐃𝐘|| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora