3.

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La band provava da ormai un'ora, eppure Adrien non era ancora tornato tra noi.
Se ne stava distante, col telefono perennemente poggiato all'orecchio.
Sorrideva, si divertiva.
Non era posto suo qui.

<<Ragazza, concentrati sul bocconcino che non ti leva gli occhi di dosso, ho paura che a breve potrebbe divorarti>> ridacchia Alya cercando di sovrastare la musica.
Porto l'attenzione al diretto interessato.
Le dita di Luka pizzicavano veloci le corde, in modo ipnotico, la voce dolce di Rose accompagnava gli strumenti perfettamente.
Il mio corpo inizia a muoversi da solo a ritmo della canzone, mi ritrovo a ballare in modo completamente spontaneo.
Lo stress sembrava sparire.
Alya mi attira a sé, simulando una sorta di lento, totalmente goffoe scoordinato.
Nino ride spudoratamente alla scena imbarazzante, eppure non avevo voglia di smettere.
<<Yo vai Mari!>> grida tra le risate mentre faccio volteggiare più volte la sua ragazza.
Con la coda dell'occhio noto Adrien riavvicinarsi a noi, mentre riponeva il telefono nella tasca posteriore.

Nino lo afferra per il braccio, sussurrando qualcosa al suo orecchio.
Lo sguardo di Adrien vaga per un po', fin quando non arrossisce esageratamente.
Porta una mano alla bocca premendola contro le labbra, lo osservo di sottecchi continuando a ballare, imbarazzata.
I suoi occhi si posano veloci su di me e poi di nuovo su Nino, che scoppia a ridere.
Io e Alya ci scambiamo delle occhiate confuse.
"Lover Boy" mima Nino con le labbra tra una risata e l'altra.
<<Lover Boy?>> diciamo all'unisono io e la mia amica.
Adrien sospira sorridendo al ragazzo.
<<Smettila>> lo sento dire con tono divertito.
Alya fa spallucce e mi invita a continuare quel balletto improvvisato.

🐞🐞🐞

Alla fine delle prove eravamo tutti completamente distrutti, sudati ma emozionati.
Aiutiamo i ragazzi con gli strumenti, sistemando luci e vari teli da decorazione.
La sala prove era limpida, più pulita di quando eravamo arrivati.
<<Grazie ragazzi, scusate se vi abbiamo fatto fare tardi>> dice Juleka affiancata dal fratello maggiore.
Scuoto la testa disapprovando.
<<Ti sbagli, è stato spettacolare ne vale la pena>>
Effettivamente erano già le nove di sera, non avevo né cenato né avvisato a casa.
Dovevo assolutamente rimediare prima di ulteriori danni.
Maggiormente dovevo liberare la mente dalla gelosia provata per Adrien, non vorrei provocare un problema ancora più grande.
<<Hai bisogno di un passaggio a casa?>> chiede Luka, mentre ci avviamo verso la porta d'ingresso con gli altri.
Noto l'occhiata fulminea di Adrien, nella nostra direzione.
<<Ti ringrazio Luka, posso farcela>> gli faccio un'occhiolino innocente prima di uscire. Lui mi sorride, ricambiando a sua volta.

<<Quindi ci salutiamo qui>> annuncia Nino prendendo per mano Alya.
<<Il mio gentleman mi accompagna, voi organizzatevi mi raccomando>>
La fulmino con lo sguardo mentre mi rifila una linguaccia, per poi andarsene per la sua stranda con il suo "gentleman".
<<Il mio autista dovrebbe venire a prendermi a breve>>
Pericolo pericolo pericolo.
<<Vuoi un passaggio Mari?>> chiede il biondino avvicinandosi.
Io resto immobile, osservandolo incantata.
<<Adrien mi piacereb->>
Il suo telefono ricomincia a vibrare, stavo iniziando ad odiare quell'affare.
Lui sospira osservando lo schermo luminoso.
Il mio corpo reagisce di sua spontanea volontà, la mia mano si posa sullo schermo come per impedirgli di vederlo.
Adrien non reagisce, resta solo ad osservarmi in silenzio, i suoi occhi sotto la luce dei lampioni erano più scuri, non percepivo l'emozione.

Ritiro violentemente la mano, avevo esagerato senza nemmeno rendermene conto.
<<Mi dispiace!>> grido con voce acuta.
Lui si acciglia leggermente, visibilmente confuso.
Avevo solo una soluzione al momento, correre.
Ed è proprio quello che ho fatto, le gambe si muovevano come un meccanismo veloce e conciso.
<<Marinette!>> grida la voce di Adrien alle mie spalle.
Era vero che mi dispiaceva, ma non mi sono mai sentita più soddisfatta di ora.
Con la testa tra le nuvole, continuo a correre senza meta, ritrovandomi vicina alla Torre Eiffel.
Decido di sedermi su una panchina abbastanza isolata, mi serviva tempo per riprendere fiato.
L'adrenalina aveva preso il possesso del mio corpo, tremavo come una foglia.
<<Marinette, devi calmarti ora!>> suggerisce Tikki.
Annuisco prendendo dei respiri profondi.
<<Oggi hai superato te stessa! >> ridacchia lei.
L'assecondo ripensando a tutte le cose accadute recentemente.
<<Sono troppo emozionata per tornare a casa, seppure non sia stato così spericolato mi sembra di aver fatto una follia>>

-Formidable- [Marichat] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora