28.

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<<Allora...dovrei conoscere questa persona?>> scherza Adrien.
Non pensavo di aprire questo discorso proprio con lui, o di avere una vera conversazione con Adrien.
<<Probabile>>
Non posso dirgli di ChatNoir, in primis non sarebbe rispettoso per l'eroe e poi...non so nemmeno cosa siamo.

Ci incamminiamo verso l'uscita, senza chiudere questo discorso imbarazzante.
<<È un amico o qualcosa di più?>>
<<Non saprei, forse qualcosa di più>>
Mi sembra che Adrien avesse storto il naso per un secondo, come in disaccordo.
<<In realtà non sapevo fossi interessata a qualcuno>> dice.
<<Visti i tanti poster su di me, pensavo fossi immersa completamente nella moda>>

Alza le spalle, infilando le mani in tasca e con sorriso beffardo si allontana ai suoi allenamenti.
E io, come una cretina, me ne stavo ferma sul posto che con occhi sgranati lo osservavo allontanarsi.

Cos'era quello?

Quasi in una corsetta mi avvicino ad Alya, afferrandola sottobraccio.
<<A-Adrien sa?!>> le chiedo, con tono troppo alto.
<<Adrien sa, cosa?>> precisa confusa.
<<Che mi- m-mi pia-piace>> ho la gola secca e il mio cuore ha ripreso a battere all'impazzata.
<<Certo che no! Perché?>> ora ha l'aria divertita, come se avesse trovato un nuovo scoop.
<<Lui...>> non posso parlarle di ChatNoir.
<<Nulla, mi sembrava avesse...avesse capito>>
Fortunatamente no.
<<Quello lì non capirà mai, tesoro...>>

Mentre il club di scherma si prepara nell'atrio, io e il gruppo di progettazione del ballo eravamo pronti a prendere le misure delle varie aule, così da individuare quali eliminare.
Addio piani pomeridiani...o meglio riposino.

<<Possiamo escludere l'aula di chimica, la biblioteca e le varie del quinto anno>> inizio, sfogliando il mio quaderno.
I ragazzi mi osservano attenti, esaminando ogni mio movimento.

<<In realtà ci servono atrio, bagni e forse la palestra>> aggiungo pensandoci su.
<<Vuoi che faccia domanda solo per queste tre?>> chiede conferma la ragazza al mio fianco, di cui non avevo afferrato il nome.
<<Direi di sì>> dico con certezza.
Abbiamo finalmente preso una decisione.

Questo ballo deve essere perfetto, ci stiamo impegnando tutti per far si che lo sia.
Proprio mentre sono pronta a prendere le mie cose e andarmene, due mani mi afferrano per i fianchi facendomi voltare nella direzione opposta.

In automatico mi metto sulla difensiva, fin quando i teneri- e vicini - occhi verdi di Adrien affiorano nel mio campo visivo.

Ha ancora la tuta di scherma e sento la stoffa ruvida dei guantoni contro la mia maglietta.
<<Ehi>> riesco a dire, premendo il quadernino contro il petto.
<<Hai finito?>> chiede, con fare affannato dagli allenamenti.
Io annuisco in silenzio, sfidando me stessa a mantenere un contatto visivo con lui.
Il suo viso si illumina, le sopracciglia si inarcano, e un bel sorriso affiora sulle sue labbra.
<<Bene, felice per te>> dice tutto contento, prima di allontanarsi di nuovo.

Sta volta si blocca sui suoi passi voltandosi verso di me, come se avesse dimenticato qualcosa.
<<Vai dritta a casa vero?>>
Perché me lo chiede?
<<Certo!>> dico, con tono di voce fin troppo stridulo.
Fa un cenno col capo, per poi tornare dal suo coach con una corsetta veloce.

Per non affogare nei film mentali, decido di abbandonare qualsiasi pensiero a riguardo, si è solo preoccupato per un'amica.

Finito di prendere le ultime cose, esco da quell'inferno di edificio- ormai mi dava gli incubi-.
Nonostante i miei sforzi non riuscivo proprio a comprendere la domanda di Adrien, eppure mi ero ripromessa di non fantasticare...

Casa è fortunatamente vuota, libertà assicurata.
Getto lo zaino sul divano, lasciando che i fogli dell'organizzazione volino sparsi sul pavimento; mentre arrivo in cucina sfilo le ballerine, lasciandole al centro della stanza.
Sapevo degli avanzi di ieri, come sapevo dei pacchetti di patatine nascosti nella dispensa.

<<Marinette sai che non vogliono che mangi gli avanzi!>> mi rimprovera Tikki da sopra la spalla, sono troppo indaffarata ad arrampiacarmi sulla sedia per ascoltarla.

Eccole lì, bellissime patatine croccanti!

<<In caso avessi ospiti, dovrei portarne un paio in camera...>> rifletto ad alta voce.
<<Riguardo ieri sera>> inizia lei.
Rabbrividisco, il mio cuore fa le capriole al solo pensiero.
<<Non voglio parlarne!>> esclamo, afferrando al volo qualche pacchetto salto giù dalla sedia.

Con una corsa goffa e scoordinata raggiungo la mia stanza, ma Tikki ovviamente fa prima.
<<Dovremmo parlarne invece!>> continua con tono serio e deciso.
<<Ascolta Tikki, ho bisogno di vivere la mia adolescenza>> inizio, liberandomi le mani.
Appoggio delicatamente la merenda sulla scrivania così per concentrarmi sul discorso.
<<Lui mi fa stare bene, voglio godermi questi momenti>>

Tikki socchiude gli occhi, come per esaminarmi. Le faccio il labbruccio, cercando di commuoverla invano.
Ovviamente non ha funzionato.

<<Fa in modo che non ti ferisca e che soprattutto non interferisca con le tue responsabilità!>> si raccomanda, posandosi sul monitor del computer.
Non potevo dimostrarlo, ma dentro di me saltavo di gioia in questo momento.

<<Ora che fai, lo aspetti?>> chiede divertita.
<<Forse sì forse no, sono certa che a breve sarà qui da me>> ridacchio.

Beh, ormai due orette erano passate. Fuori il buio iniziava a calare e del gattaccio neanche l'ombra.
<<Arriverà>>
Cerco di convincermi.
Tikki mi scruta in silenzio, con aria quasi sfottente, mentre afferra qualche patatina.
Per distrarmi accendo la tv, scorrendo tra i miliardi di canali in cerca di un film.

Un'ora e mezza è andata, persino l'ora di cena dovrebbe essere passata. A quest'ora sarebbe qui.
Ma io ormai sono in pigiama, abbiamo finito le patatine e ho il trucco colato a causa di quel maledetto film romantico.
Non rinuncio, avrei aspettato anche tutta la notte.

Come non detto sono ormai le due del mattino, ho aspettato sveglia fintroppo, la stanchezza si fa sentire.
Sbadiglio e a fatica abbandono la fidata sedia rosa.
Tikki ha già rinunciato da un pezzo, dormiva nel mio letto da ore, l'avrei raggiunta a momenti.

-Formidable- [Marichat] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora