34.

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Sono a casa, ma stavolta con intenzioni diverse.
Non lo aspetterò da brava mogliettina, lo cercherò.
Lo cercherò...
Non sarà più solo.

<<Sei sicura sia una buona idea raggiungerlo con Ladybug?>> chiede Tikki mentre saliamo in camera.
<<Si aprirà di più con lei, che con me>>
Ho il cuore a mille, non potevo più aspettare.
<<Devo trovarlo prima che sia troppo tardi>>
<<Che intend->>
<<Tikki trasformami!>>
Mi sarei scusata dopo per i miei modi bruschi, questo è certo.

Getto a terra la borsa, e lego i capelli nella mia solita acconciatura.

Nella fretta, sono inciampata più volte sulle scarpe che avevo lasciato a terra nel pomeriggio.
Ma non potevo pensarci ora.
Apro la botola sul soffitto, saltando sul balconcino.
Mi arrampico sulla ringhiera, giusto per dare un'occhiata nei dintorni. Le vesti scure di Chatnoir non vanno d'accordo col buio della notte, spesso nelle pattuglie faticavo a notarlo.
Ridacchio al pensiero.
Salto giù sulla terrazza del palazzo accanto, saltando da casa a casa alla ricerca del biondino infuocato dalla rabbia.
Non ho idea di dove possa essersi cacciato.

È ormai mezz'ora che cerco, nessuna traccia di quel gatto randagio.
Poi, illuminazione dell'ultimo secondo.
Potevo chiamarlo coi nostri miraculous.
Mi siedo su uno scomodo tetto di mattonelle, aprendo lo schermo dello yoyo.
Clicco sul contatto, lasciandolo squillare più e più volte.
Dopo ben due chiamate si decide a rispondere.
<<M'lady?>> dice.
<<Dove sei?>> gli chiedo con tono autoritario.
<<Huhh...>> sembra rifletterci.
<<Non lo so>>
<<Non lo sai? Allora vienimi incontro, sono vicina alla Torre. Ti aspetto!>>
Riaggancio. Senza aggiungere altro.
Chiudo lo yoyo, sospirando e stiracchiandomi.

I minuti passano, e del gatto nessuna traccia.
Controllo le chiamate ogni secondo, stessa cosa per i messaggi, niente.
Con un verso mi sollevo a sedere, star sdraiati sulle mattonelle non è il massimo.
<<Potresti essere più precisa quando mi dici “sono vicina alla torre” >>
Mi volto di scatto, ed eccolo che si avvicinava a me, col fiatone.
Si siede goffamente al mio fianco, lasciando cadere la testa sudata all'indietro.
Il collo lucente di sudore e il pomo d'adamo così in vista, sono quasi attraenti anche su di lui.
<<Che succede, Ladybug?>> mugugna, asciugandosi la fronte.
<<La pattuglia>> rispondo.
<<Ma non è il tuo turno oggi>> ribatte lui, sistemandosi a sedere.
<<No infatti>>
Sposto lo sguardo sulla Torre Eiffel alle sue spalle, piena di luci.
<<Fa fresco sta notte>> noto.

ChatNoir mi ascolta corrucciato.
<<Credo di sì>>dice.
<<Come stai?>> continuo a mantenere viva la conversazione, con la paura che possa alzarsi e andarsene da un momento all'altro.
Non sembra rispondere subito, anzi ha fatto calare il silenzio.
Riporto lo sguardo su di lui, e la sua espressione è seria, ferma.
Lo sguardo puntato sul mio, che fa su e giù tra occhi e labbra.

<<Benone>>

Appena detto questo, la sua bocca e sulla mia, e le sue mani ferme e strette sulle mie guance.
Chiudo gli occhi, quando mi sembra come se tutta la città si fosse fermata, che la Terra avesse smesso di ruotare, e che persino il fresco vento avesse smesso di soffiare.
Mentre le labbra di ChatNoir sono premute sulle mie, e i guanti caldi iniziavano a far male sulle guance.

Dopo altri secondi si stacca, e mi guarda con occhi ingenui.
È spaventato.

<<Ecco>> sospira, e si allontana di qualche centimetro. Come se non fosse successo nulla.
Sbatto le palpebre più volte, come per capire se la situazione fosse reale o meno.
<<Scusami?>> dico in un sussurro quasi sibilato.
Lui torna con lo sguardo su di me.
<<Oh, era per una cosa. Una ripicca per qualcun'altro>> dice con poca curanza.
<<E cosa c'entro io?>> incrocio le braccia al petto, inarcando un sopracciglio.
<<Non lo so Ladybug, non è serata>> sbuffa, sdraiandosi sulle scomode mattonelle di ceramica.
<<Non usarmi come ripicca per qualcuno che non è nemmeno qui>> sospiro, alzandomi in piedi.
<<Volevo davvero sapere come stessi, dato che è un po' che non ci vediamo>>
Più o meno.
Pulisco la tuta con le mani, scacciando via sassolini e polvere.
Lui mi osserva in silenzio, inespressivo.
<<Non so cosa sia successo, ma forse dovresti vedertela con la persona in questione>> dico.
<<Invece che scappare sempre>>
Questo fingere di non sapere di chi stesse parlando mi fa venire un mal di testa...
<<Mica scappo>> ribatte scocciato, sistemandosi i capelli.
<<Solo che ora sono arrabbiato, e non voglio vederla quando sono così>> sbuffa ancora, arrotolandosi tra le dita qualche ciocca dorata.
<<In amore bisogna accettare tutte le sfumature di qualcuno, non solo quelle buone>>
So di aver letto un sacco di romanzi nella mia vita, ma questa frase non me la sarei mai aspettata da me.

Infatti anche ChatNoir pare notarlo, e alza lo sguardo corrucciato su di me.

Gli angoli della sua bocca si alzano in modo ovvio, e il sorriso torna su quel bel visino imbronciato.
<<Vado da lei>> ridacchia tra sé e sé, alzandosi da terra.
Balza in piedi e mi guarda per un istante.
<<Grazie, Ladybug>> sorride ancora, con la testa visibilmente altrove.
<<Ciao, ChatNoir>>

Con un salto, passa alla palazzina di fronte superando le altre in modo quasi meccanico.
È veloce, tanto che in pochi secondi è scomparso nel buio.
<<Oh cazz->>
Questo vuol dire che a breve sarà a casa mia!

Corro, come non ho mai corso in vita mia.

Il vicolo dietro il forno dei miei, è ormai il mio solito punto di detrasformazione da anni; affidabile e pulito.

<<Tikki detrasformami>> sussurro.

Lei spunta fuori dagli orecchini, volteggiando un po' nell'aria.
<<Non è andata male, no?>> chiede divertita.
<<Ha un sacco di cose da imparare>> sospiro, sciogliendo di nuovo i capelli sulle spalle.
<<Come se tu fossi un'esperta del campo>> ride lei, sfottendomi.
<<Ho letto decisamente più romanzi di lui>> ribatto con forse troppa modestia.
<<Mah, questo non puoi saperlo>>

Continuiamo il battibecco sull'atteggiamento romantico del ragazzo, che a breve, sarebbe stato in camera mia con qualche entrata di scena a mo' di principe azzurro.
Superato il negozio, e l'invitante odore del pane fresco, saliamo le scale fino all'ingresso di casa.
Giro la chiave nella serratura, in modo lento così che non facesse rumore. Ho già i miei scenari in testa; lui seduto sul divano al centro della sala, con un bicchiere di vino rosso in una mano a mezz'aria, un sorriso molesto stampato sulle labbra. Oppure sempre lui, inginocchiato nella mia camera, ad aspettarmi con una semplice rosa rossa tra le mani.
<<Hai un po' di bava qui>> sussurra Tikki indicandomi il labbro.
<<Ah ah, simpatica>> però per sicurezza, senza farmi vedere, asciugo col torso della mano.
Ha! Come immaginavo non c'è niente!

Finalmente levo i tacchi, lasciandoli all'ingresso del salone.
Mi guardo attorno e la sala è buia, il primo scenario andato.
Peccato, era il mio preferito tra i due.
Saliamo le scale, Tikki si anticipa nascondendosi dietro i miei capelli.
Eccoci di fronte alla botola per la mia stanza.

AVVISO
PLS LEGGETE

Il prossimo capitolo sarà abbastanza SMUT, no spoilers :p
Sono qui per avvisare i lettori più sensibili <33

Grazie per l'attenzione e sopratutto per i bei commenti che mi lasciate ogni volta <33

-Formidable- [Marichat] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora