13.

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<<Eh?>>

Mi manca il respiro, Marinette mi cerca con occhi socchiusi, tastando l'aria con una mano.

<<Adrien...sei qui...?>>

Mi irrigidisco di botto, al contatto con la sua mano bollente sulla mia faccia impallidita per la paura.

<<No Marinette, ma che stai dicendo>> il cuore batteva all'impazzata.

Si strofina più volte gli occhi, come per mettere a fuoco.
<<oh>> dice con tono quasi deluso.
<<Sei tu ChatNoir>> continua.

Infila una mano dentro la sua stessa maglietta, passando una mano sul ventre.

<<Sto sudando...ho caldo..>>

Ero ancora sotto shock, riuscivo a malapena a capire quel che stava dicendo, era come se la sua voce fosse lontana.

Mi allontano a passo veloce dal letto, nel mentre che cerco di riprendermi apro la piccola botola di camera sua.
<<Signora e signore Dupain-Cheng! Sono ChatNoir, vostra figl->>

<<Adrien, i miei genitori non ci sono>> mugugna la ragazza dal letto.

<<Smettila di chiamarmi così!>> grido in risposta.
La noto sobbalzare per lo spavento e inizio a pentirmi di aver alzato la voce.
Lei si rigira sulle coperte, dandomi le spalle.
<<Scusa>> sussurra.

La ignoro scendendo nell'appartamento sotto di noi, in cerca di un asciugamano da bagnare e qualche antibiotico.
Vago per la casa, in cui ero già stato una volta, osservo le vecchie foto di famiglia, sorridendo alla piccola Marinette ritratta.

Mi avvicino alla cucina, afferrando un canavaccio; sullo scaffale proprio sopra il lavandino, c'era un contenitore con tanti medicinali.
Scorro il dito tra questi, cercando una valida tachipirina.
<<Bingo>> sussurro trovando quella corretta.

Se Ladybug vedesse come io sia determinato ora, sarebbe molto fiera di me.

Torno sulle scale, salendo inizio a pensare cosa abbia portato Marinette a fare il mio nome poco prima, la paura che mi abbia scoperto era tanta.

Rientro nella stanza, notando che lei era ancora voltata di spalle.
Mi schiarisco la voce, avvicinandomi in silenzio per paura di poterla svegliare in caso dormisse.

Mi sporgo per appoggiare la fredda stoffa bagnata, sulla sua fronte sudata.
Ma la sua mano afferra il mio polso prima che io possa farlo.
<<È troppo freddo quello>> sussurra affannata.
<<Dobbiamo far scendere la febbre Marinette>> la informo accarezzandole i capelli sciolti.

Lei sussulta leggermente,finalmente voltandosi verso di me.
<<Perché mi aiuti se poi mi abbandoni>> dice guardandomi dritto negli occhi.
<<In realtà non sei tanto diverso dagli altri>> continua con voce fine.

<<Sei la mia amica e sto cercando di aiu->>

<<Sono stanca di chi mi etichetta come amica per poi darmi speranze di essere altro>> fa per sedersi, barcollando drasticamente.

Mi sporgo per aiutarla, ma lei si allontana leggermente.

<<Non sono stupida ChatNoir, non pensare che io possa fraintendere, ma in un momento di debolezza potrei anche cascarci>> dice.

<<E innamorarmi di te>>

A quella frase il mio cuore pare quasi fermarsi, un forte dolore si dirama sul mio petto.

-Formidable- [Marichat] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora