Ho riattaccato da ormai cinque minuti, mi sono ritrovata ad osservare le leggere onde cullate dal vento, ascoltandone il suono quando si appoggiano sul dorso della barca.
Con la testa altrove, scorro lo sguardo tra il buio della tarda serata, alla ricerca del cupo eroe che doveva ormai essere vicino.
Sono esitante come un cane che aspetta il ritorno del suo padrone, il che è molto imbarazzante da parte mia.Inizio a rendermi conto che ChatNoir ha sempre avuto questo effetto su di me.
Nonostante la mia maschera di imperturbabilità dietro cui mi nascondo, cadeva a ogni sua minima attenzione nei miei confronti.
Si avvicina, e la rimuove con stessa capacità con cui si ruba una caramella a un bambino.
Sospiro, ingoiando il grande groppo nella mia gola, la quale intenzione era farmi piangere;ancora.
Il mio orgoglio petulante non può permettermelo.Sento picchiettare sulla mia spalla, presa alla sprovvista sobbalzo, voltandomi dietro di me in modo fulmineo.
ChatNoir è in piedi dietro di me, con una mano stretta su un mazzo di rose improvvisato.
<<Le ho rubate>> dice.
Sollevo di scatto la testa, notando la sincerità nei suoi occhi.
<<E ti definiscono supereroe?>> lo sfotto.
<<A quanto pare>> ribatte divertito.
Mi porge i romantici fiori, ne avevo ricevute a bizzeffe da parte sua, ma stavolta sono ben accolte.
<<Ti piacciono?>> chiede con voce pacata.
Annuisco muovendo bruscamente la testa <<Sì>>
<<Sicura?>>
È così vicino, posso inalare il suo profumo unico e delicato, che riconoscerei tra tutti.
Tanto vicino che potevo sentire il suo respiro su di me, ho avvertito quel fremito ormai familiare.
Dovrei scacciarlo. Ho scosso la testa. Devo scacciarlo. Non ho altra scelta.
<<Marinette?>>
<<Va tutto bene>> dico con voce strozzata, girandomi dall'altra parte.
Mi servono distanze, distanza da lui, dal modo in cui riusciva ad attirarmi a sé, dal modo in cui desideravo che lo facesse.
Dio se lo volevo.Chiudo gli occhi, ma a questo punto anche lui è indietreggiato.
Tento di calmarmi con qualche respiro profondo, per trovare la lucidità che mi serviva.
Ho l'impulso di saltargli addosso, proprio lì, ma quando li ho riaperti leggermente mi sono accorta che lui prova lo stesso. Ha lo sguardo pieno di desiderio, i suoi occhi verdi risplendono nonostante la cupa maschera che li circonda, così taglienti che ho paura possano farmi male.Poi però sbatte le palpebre un paio di volte, in un attimo è tornato padrone di sé stesso e mi rivolge un mezzo sorriso.
<<Vuoi parlare di quel che ci siamo detti?>>
Annuisco in silenzio, appoggiandomi con i gomiti alla ringhiera alle mie spalle.
Il vento delicato mi spoglia dalla malizia del momento, per un attimo mi faccio trascinare via.Però lui si schiarisce la voce, con gli occhi fissi sui suoi anfibi neri.
Lì per lì sembra così vulnerabile, così infantile.
Tanto che mi ritrovo a sorridere per la dolce scenetta; i suoi ricci dorati spostati dalla brezza, le poche luci della città che gli illuminano il viso delicato, l'espressione concentrata.
Così unico.
<<Sono una persona molto ansiosa, mi serve del tempo>>sospira, ha incurvato le spalle lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
Mi rigiro le rose nelle mani, assaporandone il dolce profumo.
<<Credo di essere stato molto brusco poco fa, non ho dosato parole e toni. Mi hai preso alla sprovvista, seppure dovessi aspettarmelo>>
Annuisco ancora, facendo ripetere le sue parole al mio cervello, così da esaminarle bene.
<<Non voglio fraintendere i miei sentimenti per te, voglio capirci qualcosa prima di fare un passo simile>>
Lo fisso, ma evita di incrociare il mio sguardo e ha la mascella contratta, tutti i muscoli tesi.
Sospira.
<<Tu mi interessi tanto, sei veramente importante per me. Ad esempio con Ladybug->>
<<Ladybug?>> lo interrompo con una specie di ringhio.
Lui inspira dalle narici, facendo salire lo sguardo sul mio.
<<Fammi finire>>
<<Io->> è pronto per continuare, ma la sua attenzione si ferma su qualcosa al di fuori del mio campo visivo, precisamente al mio fianco.
Luka mi spalleggia, con le mani infilate nelle tasche dei jeans, gl occhi chiari fissi su ragazzo difronte a me.
<<Che fai a casa mia?>> sibila.
Chat gli rivolge uno sguardo sprezzante.
<<Non tormentarti per uno così. Sii onesta con te stessa, e frequenta chi tiene a te>> aggiunge con tono dolce, mentre i suoi occhi sguizzano veloci da me al biondino.
Imbarazzata, alzo lo sguardo. Chat mi lancia un'occhiata indecifrabile, poi si è rivolto a Luka.
<<Cosa?>> lo istiga.
Luka gira di scatto la testa, e qui ho capito che l'ha colto alla sprovvista.
Ho già visto ChatNoir prepararsi a colpire,eppure sta volta nessuno se l'aspettava.
<<Che problemi hai?>> esclama Luka.
Lui ride tra sé e mi indica <<Tu che ne dici,amico? Cosa vuoi? Lei?>>
Luka sgrana gli occhi.
<<Sii onesto. Qui, ora. A tu per tu. Vuoi lei vero? So che è così. Lo sappiamo tutti che è così>>
Sono così vicini che ho paura che uno dei due possa scattare da un momento all'altro, ma la tensione mi stava soffocando.
Cosa sta facendo? Dove sono le belle parole con cui era partito?Lo sguardo di Luka è cupo quanto quello di ChatNoir, si stanno sfidando come due animali.
Il moro allarga le braccia <<Può darsi, ma non sono un vigliacco come te>>
Il petto dell'eroe si alza e abbassa freneticamente, sottostando alle provocazioni.
<<Se la volessi così tanto come dici? Sappiamo entrambi chi la merita o sbaglio?>>
Che stronzata.
Sarei intervenuta, avrei messo un punto a questa stupida litigata.
Invece sono rimasta in silenzio, a fissare le due rose che sono cadute sullo specchio d'acqua, quando mi sono spaventata per lo scatto di Chat.Il ragazzo sorride <<Da quanto la vuoi?>>
<<Da un pezzo, idiota>> gli ha risposto velenoso.<<Chiudete la bocca un secondo, mi farete impazzire>> borbotto.
Sbuffando stringo la ringhiera fredda nel palmo della mano.
<<Luka, grazie per tutto questo. Comprendo le provocazioni e la tua preoccupazione, ma devo vedermela io con questo idiota.>>ChatNoir mi ignora, e io lo osservo con diffidenza.
Pianpiano, con un movimento fluido e lento, ha allungato la mano e mi ha afferrato il gomito spostandomi alle sue spalle per poi avanzare contro Luka.
Ho trattenuto il fiato, in attesa di una reazione che non c'è stata.
Sono premuta contro la sua schiena, non perché volessi nascondermi, ma perché alle brutte mi sarebbe stato più facile intervenire.
Cosa avrei detto a Luka poi?
Mi sono messa una mano sulle labbra.
Il mio cuore batte così forte che mi sembra di star correndo.
<<Hai ragione a volerla, ma non hai idea di quanto la voglio io.>>
Il suo tono è dolce, quasi delicato.
<<Molto...tenero, da parte vostra, aprire questo dibattito>> intervengo io, spostandomi da dietro lo spilungone dalla tuta nera.
Degludisco, come per ingoiare nuovamente quel blocco alla gola che non mi permette di parlare.
<<Ma io non sono di nessuno, se non di me stessa. Questa scenetta è durata abbastanza>>!!Autore!!
Come dire 👁️👁️, la tensione qui sale.
Mentre scrivevo ero letteralmente "daddy? Sorry. daddy? Sorry"
Marinette ti invidiamo un po' tutti!
Se sarò più inattivo, incolpate la mia scuola di merd4
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-Formidable- [Marichat]
FanficUn incantevole romanzo adolescenziale, tra il supereroe ChatNoir e la giovane studentessa Marinette Dupain-Cheng. La giovane però dovrà superare la sua eterna cotta per il suo compagno di classe Adrien, tenendo comunque saldo nel suo cuore un grande...