39.

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<<Ora devo proprio andare>> dice, controllando più volte lo schermo del cellulare <<Sono felice di sapere che stai meglio>>
Accenna un sorriso, prima di allontanarsi verso la porta.
Mi serve tempo.
<<Marinette>>
Devo prendere tempo.
<<Ti va se parliamo un po'?>>
Dio,ma che mi sono messo in testa...
È esitante, con la mano salda sul pomello lucido della porta.
Mi sto decisamente approfittando della sua gentilezza.
<<È tanto tanto importante?>> chiede con una smorfia dispiaciuta.
Io annuisco, col rimorso di quel che sto facendo.

Posso giustificarlo?

Sospira, e sistema i polsini lenti della camicia.
È ancora confusa sul cosa fare, posso leggerlo dalla sua espressione rammaricata.
"Che stronzo" starà sicuramente pensando.
Non mi sono mai ritrovato in una situazione tanto meschina.
<<Dimmi, ti piacciono le poesie?>>

Giusto ieri, quando si è addormentata dopo...quel che è successo, ho notato vari libri di poesie; tra i miliardi di romanzi nella sua libreria.

Una scintilla percorre la sua iride celeste, e un angolo della bocca si alza  curioso.

<<Sì>> risponde, dondolando sui talloni.
<<Grande>>sussurro.

E come dicevo, cadendo a fagiolo, giorni fa frugando tra le cose di mia madre ho trovato un libro di poesie. Abbastanza vecchiotto.

Salto in piedi, avvicinandomi lentamente alla libreria; che maggiormente utilizzo per tenere in ordine i porta cd dei miei videogiochi.
Scorro con le dita sulle superfici plastificate dei pochi libri presenti, arrivando a una ruvida e impolverata.
Sfilo il libro dalla fila, tenendolo stretto nella mano.
Lo sguardo di Marinette è fisso e attento su di me.

<<Speravo mi dicessi di sì, sai mia madre era molto legata a questo libro>> inizio.

Non ricordo molto di mamma, ho ricordi scombussolati. Ma sono sicuro che fosse un'amante delle poesie.

I suoi occhi scorrono sul mio collo, spalla, braccio, fino alle mani, posandosi sulla ruvida e verdognola copertina di pelle.

<<Vorrei che tu mi spiegassi alcune di queste>> dico, picchiettando il dito sul libro.
È corrucciata, con gli occhi sgranati e le labbra socchiuse.
Se non dice qualcosa entro qualche secondo dovrò preoccuparmi.

<<Adrien>> sussurra dopo un lungo silenzio imbarazzante.
<<Sì?>> la incito con tono spezzato, inizio a pentirmi.
<<Questa è un'edizione limitata! Una vera raccolta di poesie di Victor Hugo!>> esclama entusiasta, precipitandosi sul libro.
Ah sì?
Il suo indice delicato scorre sulla copertina, ripassando leggero il titolo orato impresso.

<<Vale tantissimo!>> dice, con un filo di eccitazione nella voce.
<<Sì immagino, per questo ci terrei che lo tenessi tu>>
I suoi occhi saltano su di me, fulminei e incerti.
<<Sei impazzito?>> borbotta.
<<Forse>> ridacchio.

Lei sospira, ritraendo la mano a sé.
<<Un cimelio così importante, e per di più di tua madre>> dice con tono di rimprovero.
Ecco, la Marinette che vivo ogni notte.
<<E tu vorresti darlo a me? Assolutamente no!>> esclama, riafferra la sua borsetta e indietreggia pericolosamente, intruppando al pianoforte.
Tornando con l'attenzione su di me deve aver notato qualcosa nella mia espressione che l'ha portata ad aggiungere: <<Sarebbe un onore Adrien, ma non posso>>

E prima che possa aggiungere altro, mi sorride brevemente e con una corsetta impacciata raggiunge la porta.
<<Scusami, ci vediamo>>
Saluta con un gesto breve della mano, un alzata del palmo, prima di chiudere di nuovo la porta alle sue spalle.

-Formidable- [Marichat] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora